Pietropaolo (FdI): ”Facoltà di Medicina a Cosenza è scelta miope che penalizza Catanzaro”

"Chiedo all’assessore Savaglio se non sarebbe stato più saggio rafforzare le peculiarità di ciascun Ateneo, che riguardano diverse aree di formazione specialistica, senza dare vita a commistioni che creano confusione se non addirittura conflitto"

«Non posso nascondere le perplessità sulla delibera con cui la Giunta regionale ha dato parere favorevole a quella che, a tutti gli effetti, appare come l’istituzione di una nuova facoltà di medicina presso l’Unical. Quello che formalmente è un corso inter-ateneo con l’Umg, rivolto in particolare allo studio dell’utilizzo delle tecnologie digitali nel campo medico, appare per lo più come il grimaldello con cui la politica cosentina, con un rigurgito di campanilismo poco lungimirante, riesce a perseguire l’obiettivo – prospettato già dall’ex presidente Oliverio nel 2011 –  di dotare il campus di Arcavacata di una facoltà di Medicina». E’ quanto afferma il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Filippo Pietropaolo, che spiega: «Basta leggere le note di esultanza che si susseguono in riva al Crati per notare come le Tecnologie digitali siano considerate quasi una formula di stile, tanto che si pensa già di realizzare il nuovo ospedale in funzione della istituenda facoltà di Medicina. Ma quella che può apparire come una vittoria politica per il territorio cosentino – continua – rischia di rappresentare una grave sconfitta per la Calabria tutta, e per i giovani calabresi che vogliono formarsi nel campo medico. Quella di Cosenza, infatti, sarà inevitabilmente una facoltà debole, che finirà però per penalizzare l’Università di Catanzaro, che già deve fare sforzi enormi per garantire ai propri studenti la possibilità di accedere alla formazione specialistica. In un settore, come quello medico-scientifico, in cui le esigenze formative portano gli studenti a spostarsi da una parte all’altra del pianeta e a confrontarsi con colleghi di tutto il mondo, in Calabria si dà prova di persistente miopia creando due facoltà di Medicina a distanza di 100 chilometri, un’ora d’auto. Mi chiedo perché questa facoltà particolarmente innovativa non sia stata avviata direttamente dall’Università Magna Graecia, dove già hanno sede le facoltà di Medicina e anche quella di Ingegneria biomedica, che già applicava “la tecnologia alla salute”. Chiedo in particolare all’assessore Sandra Savaglio se non sarebbe stato più opportuno e saggio rafforzare le peculiarità di ciascun Ateneo, che riguardano diverse aree di formazione specialistica, senza dare vita a commistioni che creano confusione se non addirittura conflitto tra aree geografiche, e finiscono, contendendosi gli stessi studenti, per impoverire entrambe le realtà, rendendo ancora più fragile il tessuto universitario calabrese nel suo complesso. Se l’obiettivo è dunque quello di offrire ai futuri medici calabresi una formazione di qualità e al passo con i tempi, va semmai potenziata la facoltà di medicina esistente, che è una risorsa per l’intera regione, e non creare due doppioni che rischiano di essere troppo deboli in un sistema della formazione estremamente competitivo, in cui i confini regionali non hanno ragione di essere, figurarsi quelli provinciali”. “Rivolgerò una interrogazione alla giunta – conclude Pietropaolo – per avere chiarimenti sulle motivazioni che hanno portato ad esprimere parere favorevole all’istituzione del nuovo corso di laurea, e soprattutto per sapere se questo atto – certamente inopportuno – avesse le necessarie caratteristiche di indifferibilità e urgenza,  motivazioni che solo poche settimane fa non sono state ravvisate per importanti pratiche che sono state demandate alla competenza del Consiglio regionale».