Andrea Amendola, il consigliere battuto e Tar…tassato

Un’altra crepa nel muro della maggioranza che sostiene Abramo, con un esponente della sua maggioranza che ricorre contro l’Ente e, battuto, dovrà rifondare le spese nella persona dello stesso sindaco

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C’erano una volta i realisti più realisti del re. Talvolta finivano con la testa mozzata e per un po’ non se ne parlava più, con la propria fine decollata andando incontro non solo ai voleri degli antirealisti, ma togliendo d’impaccio lo stesso re e la stessa regina che non sempre avevano da guadagnarci da tanta soverchia solerzia. I tempi, per fortuna, cambiano. E chi dimostra eccessiva partecipazione emotiva, mettiamola così, al massimo perde una partita, una lite, un contenzioso. Nel caso di cui vogliamo trattare oggi Andrea Amendola, consigliere comunale di Catanzaro, si è visto rigettare il ricorso che non più di una decina di giorni or sono aveva inoltrato al Tribunale amministrativo di competenza per “per l’annullamento – citiamo da dispositivo, ndr – della delibera del Consiglio Comunale dell’11 gennaio 2021, n.5, avente ad oggetto la nomina dell’organo di revisione economica finanziaria, nella parte in cui è stato deliberato di rinnovare la votazione; di tutti gli atti connessi e conseguenti e specificamente: della richiesta di parere formulata dal Segretario generale del Comune di Catanzaro e della delibera del Consiglio Comunale del 24 febbraio 2021”. Il ricorso era stato successivamente sottoscritto dal consigliere Lorenzo Costa, mentre la controparte costituita era il Comune con il successivo intervento ad opponendum dell’associazione “I Quartieri”.

Per meglio specificare le forze in campo, ricordiamo che Amendola è consigliere iscritto al gruppo di maggioranza “Obiettivo Comune”, Lorenzo Costa è consigliere di “Officine del Sud”, sempre maggioranza. Quindi, ambedue, Amendola e Costa, presentavano ricorso contro una deliberazione assunta dalla maggioranza cui appartengono. Di contro, “I Quartieri” sono attualmente una delle voci più critiche nei confronti dell’amministrazione comunale e in particolar modo del sindaco in persona, Sergio Abramo. Tralasciamo di entrare nelle motivazioni della sentenza della II Sezione del Tar Calabria puntualmente riportate in altra pagina di questo giornale. E tralasciamo anche, al momento, le possibili implicazioni di incompatibilità “morale” tra un consigliere, per di più di maggioranza, che ricorre alla giustizia amministrativa contro una delibera votata dall’organismo di cui fa parte.

“in persona del sindaco in carica”

Tra il gruppo di Forza Italia e quello di “Catanzaro per Abramo” si sono consumati negli ultimi mesi forti dissidi su tutto, soltanto da poche settimane parzialmente appianati dopo un incontro chiarificatore tra il sindaco e Domenico Tallini. Il punto più acuto della contrapposizione si era avuto proprio nella seduta di gennaio oggetto del ricorso di Amendola, come ricorda la stessa sentenza del Tar:  “nel caso di specie, il ricorrente, consigliere del Comune di Catanzaro, ha impugnato la delibera con cui il Consiglio comunale ha ritenuto di dover rinnovare la votazione per l’elezione del Presidente dell’Organo di revisione economico finanziaria, in quanto, secondo una corretta interpretazione del quadro normativo, si sarebbe dovuta ritenere perfezionata la nomina della dott.ssa Rosamaria Petitto”. La dottoressa Petitto è, secondo ultime ricognizioni, in predicato di assumere l’amministrazione unica della “Catanzaroservizi spa”.

In questa evenienza, la ricomposizione della maggioranza avverrebbe sul suo nome, dopo che, da candidata del gruppo di Forza Italia alla presidenza dell’organo di revisione, era stata superata nell’evolversi degli eventi da Francesco Lacava. Rimane da ragionare sul perché proprio Amendola si sia presa la briga di inoltrare ricorso e non, per dire, un altro consigliere, magari del gruppo ufficiale di Forza Italia. Da considerare che Amendola, pur presente in tutte o quasi le sedute d’aula, è uno dei consiglieri più silenti: a memoria di cronista non si è mai udito un suo intervento dai banchi. Per lui, forse, carta (bollata) canta.   

    

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