Le 120 schede di Spirlì, uomo di teatro nel Tempio dei ‘Sapienti’

Le proposte della Regione valgono 9,5 miliardi, ora al vaglio del Governo. Tallini: la Giunta discrimina Catanzaro. F. Pitaro: il Consiglio approva prebende elettorali

Nino Spirlì è uomo di teatro, e se ne vanta. Giustamente. Tra l’altro gli consente di mantenere una certa impostazione di voce e una certa gestualità che, in favore di telecamera e in frangente di diretta streaming, servono. E come.

Servono perché dette in un certo modo parole impegnative possono scivolare nell’orecchio con facilità e incamerarsi nella mente senza troppo rumore.

In inizio di relazione sul Piano di ripresa e resilienza Spirlì si è sentito come il piccolo Gesù nel Tempio, venuto ad ascoltare i Sapienti (i consiglieri regionali, nella fattispecie) e però, alla fine, ammaestrandoli.

Usa così, con leggerezza, l’effe effe, le metafore. Come quando, in replica, ammansisce il capogruppo Pd Mimmo Bevacqua, dopo un furioso battibecco precedente, colui che “si calma da solo, come il mare dopo la tempesta, e fa il bagnetto”.

Bevacqua lo aveva interrotto bruscamente accusandolo di stare a fare un comizio invece di relazionare sul Recovery. Spirlì allora ha tenuto a smentire che “questo presidente di passaggio che, per quanto effe effe sempre presidente di giunta è, fosse venuto a farsi accusare in silenzio su cose delle quali invece siete responsabili tutti coloro che sedete in questa aula e quelli che vi hanno preceduto”.

Così, ribaltando la direzione della lampada, da maggiore indiziato sullo stato disastrato della campagna vaccinale diventa accusatore della classe dirigente politica presente e passata.

Non sappiamo ce anche della futura perché ancora non è sciolto il nodo di una sua eventuale riproposizione come protagonista passivo di quel rito – “inutile”, ha detto – della riposizione di una scheda elettorale nell’urna.

E, pertanto, non conviene a Spirlì fare vaticini su un futuro che potrebbe annoverarlo tra i “Sapienti” che parlano da seduti negli spazi ovattati dei loro uffici rivestiti “in legno massiccio”.

Nei preliminari, i capigruppo avevano deciso di rimandare ad altra seduta da convocare nell’immediato la discussione sull’emergenza epidemiologica e in genere sulla sanità, anche per consentire la presenza del Commissario ad acta Guido Longo.

Fatalmente, però, nell’intervenire in via preliminare proprio sull’ordine del giorno, i vari consiglieri avevano toccato l’argomento, provocando così la replica immediata dell’effe effe.

Mimmo Tallini, tra gli altri, aveva introdotto un’inedita critica all’azione di giunta, accusata di “nascondere” le delibere e di non portarle all’attenzione dei consiglieri e dei cittadini non pubblicandole.

Con la conseguenza che passa sotto gamba l’abnorme sproporzione esistente tra i provvedimenti adottati in favore dei due territori laterali, reggino e cosentino, a scapito dell’area centrale della Calabria.

L’accenno polemico alla mancanza nell’ordine del giorno della discussione sulla sanità, ha anche infastidito Spirlì, che lo ha platealmente manifestato.

Cosa che ha ulteriormente caricato Tallini: non si viene in Consiglio “a fare passerelle per annunciare programmi per sperare di avere improbabili consensi che devono servire a carriere e obiettivi personali di soggetti che non hanno nulla a che fare né con la politica né con nulla, e lo sapevano già prima che diventassero amministratori”.

Spirlì ha così potuto iniziare la sua relazione sul Recovery Plan, e sulle proposte che la Regione ha presentato al governo centrale: “Il contributo della Regione è il documento, contenente 120 schede progettuali, che abbiamo consegnato il 15 ottobre 2020 al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri agli Affari europei e agli Affari regionali e riproposto, nei giorni scorsi, con ulteriori implementazioni. La proposta è il frutto di un confronto interno alle strutture regionali.

Le tempistiche devono considerare che la scadenza dei traguardi e obiettivi del Piano è fissata al 31 agosto 2026. È importante sottolineare che, se gli stessi traguardi e obiettivi non sono raggiunti entro questa scadenza, non saranno erogati i relativi pagamenti”.
“Il Piano – ha rilevato Spirlì – è articolato in sei missioni, che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento.

Tali missioni sono a loro volte suddivise in insiemi di progetti omogenei e funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo.

Su tali basi è stato redatto un elenco di schede progettuali articolate per missioni, precisando che, in tale fase, si è inteso presentare tutti i progetti attualmente disponibili con un grado di cantierabilità che ci permetterebbe di rispettare le scadenze del piano”. Questa la suddivisione delle dotazioni proposte per missione:

Missione 1: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, su cui abbiamo avanzato proposte per 612 milioni di Euro.

Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica con proposte che ammontano a 3 miliardi e 740 milioni di euro.

Missione 3: Infrastrutture per la mobilità con proposte che ammontano a 2 miliardi e 780 milioni di euro.

Missione 4: Istruzione, formazione, ricerca e cultura con proposte per un ammontare di 115 milioni di euro.

Missione 5: Equità sociale, di genere e territoriale, con proposte che ammontano a 468 milioni di euro.

Missione 6: Salute, con proposte per un importo di circa un miliardo e 750 milioni di euro.

“La ricognizione dell’inventario progettuale a oggi acquisito – ha messo in evidenza Spirlì – è pari a 9 miliardi e 465 milioni di euro e consente di presentarci ai tavoli di confronto con una importante base di proposte.

Sui progetti di rilevanza nazionale presentati dal Governo auspichiamo una maggiore attenzione alla riduzione del gap infrastrutturale e in tale direzione abbiamo interlocuzione costruttiva con il governo affinché confermi tra le priorità strategiche del paese: l’Alta velocità del tratto Sa-Rc, il Porto di Gioia Tauro e la statale 106”.

Secondo Mimmo Bevacqua le proposte non hanno niente di originale e sono la riproposizione di progetti vecchi e impossibilitati a procedere nella normale programmazione.

Propone l’approvazione unanime di un documento in cui si chiede l’aumento consistente delle somme previste per la Calabria.

Come era prevedibile, Francesco Pitaro (Misto) ha introdotto il tema dell’avviso per l’individuazione di segretario e direttore generale del Consiglio regionale per i prossimi tre anni, e, anche, della notevole retribuzione (240 mila euro annui) superiore a quella del Presidente della Repubblica.

Pitaro ha chiesto l’intervento della presidenza della Regione sul punto. Inoltre il consigliere del Misto ha chiesto che il Consiglio si accodi all’iniziativa dei sindaci meridionali che invocano una ben più consistente ripartizione dei fondi del Recovery in favore del Sud, dal 34 per cento previsto al 70 per cento, sulla base delle premesse per le quali il Recovery è stato portata alla dotazione attuale sulla base dei tre criteri della popolazione, del reddito pro capite e del livello di disoccupazione.

Pitaro inoltre ha chiesto che si discuta, alla presenza dei commissari, del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, struttura cardiochirurgica di eccellenza, oggetto di un diniego di accredito da parte dell’Asp di Catanzaro. Infine, un ultimo attacco all’ordine del giorno che contiene punti del tutto lontani da quegli atti “urgenti e indifferibili” che dovrebbero essere nelle competenze di un Consiglio che opera in regime di proroga.
Rimarchevole, infine, l’intervento del consigliere Graziano Di Natale (Io Resto in Calabria) che, parzialmente soddisfatto per l’indizione della seduta ad hoc sulla sanità, ha rinunciato alle “clamorose” iniziative preannunciate.

Ma, insistendo nell’aura santifica e mistica introdotta dall’effe effe, ha insignito Francesco di Paola del titolo di Santo più famoso “non in Calabria, non in Italia, ma nel Mondo”.

In questo clima di “Signori, venghino, venghino”, il Consiglio ha continuato i suoi lavori, con Giuseppe Aieta (Democratici e Progressisti) proiettato nello sforzo di dire “parole originali e non vuote e prive di senso”.

E così facendo, assimila Spirlì a Craxi nel suo intervento alla Camera con la sua chiamata di correo verso tutti i presenti senza che nessuno avesse avuto da ridire. Qui l’oggetto del contendere non sono i fondi neri, ma la dotazione in posti letto nelle terapie intensive. Spirlì dice che sono aumentati, ad Aieta non risulta.

Anche Spirlì si agita: l’accostamento a Craxi non gli piace.