Guccione e Provenzano (Pd) auspicano atto di generosità per allargare coalizione a De Magistris e 5Stelle

Qualcosa di nuovo nel campo del centrosinistra ma Oddati insiste su Irto: ciò che vale a Bologna deve valere anche in Calabria

Sì, abbiamo capito. Luigi De Magistris continua a dire imperterrito e indefesso che il dialogo con il Pd in quanto partito non gli interessa, è chiuso a prescindere, per usare una locuzione cara al principe De Curtis. Eppur si muove! Il sindaco di Napoli ha avuto buona intuizione a intrufolarsi nel “Dialogo tra i due massimi sistemi” della politica calabrese, il centrodestra e il centrosinistra, che si scontrano a ogni tornata elettorale e si ricompongono nella routine del quinquennio successivo.

Ha intercettato malumori e richiamato attenzioni sopite in angoli sonnecchiosi del vivere civile al di sotto del Pollino, ha prodotto una sorprendente regressione nell’altezzosa sicumera con la quale Carlo Tansi si proclamava detentore esclusivo della potestà dirompente gli equilibri consolidati della politica regionale ottenendone un sostanziale posizionamento in seconda posizione nella gerarchia di coalizione.
Proprio alle scomposte reazioni del geologo cosentino alle lusinghe provenienti dalle sponde grilline è dovuta la sensazione che, nonostante le smentite, un varco si sia aperto nell’incrollabile muro frapposto a un possibile allargamento del campo di centrosinistra. Ieri Tansi e De Magistris si sono incontrati, hanno parlato, probabilmente non si sono chiariti del tutto perlomeno a decifrare il conciso commento del sindaco: “Ci siamo incontrati e ci incontreremo nuovamente per confrontarci. Le mie motivazioni sono al livello massimo”. Verso quale direzione non è specificato.

Luigi De Magistris e Carlo Tansi in una recente manifestazione alla Cittadella

Certo, se ci trovassimo al cospetto della normalità e della consuetudine si potrebbe ricorrere al classico richiamo secondo cui la politica è l’arte del possibile. Per cui sarebbe normale che, di fronte alle sollecitazioni provenienti da buona parte della delegazione parlamentare dei 5Stelle, De Magistris porgesse quantomeno un orecchio d’ascolto.

Sfruttando la scia, nella fuga in avanti si è subito inserita Jasmine Cristallo, portavoce delle 6000 Sardine, per raccomandare “che non prevalgano, da nessuna parte, arroccamenti a prescindere”. Ma è dalla parte del Partito democratico che nelle ultime ore sono arrivate le novità più significative, e precisamente dalla Direzione nazionale convocata per via telematica per la prima volta sotto la nuova segreteria di Enrico Letta. A parte le altre questioni interne e internazionali, molto del dibattito si è concentrato sui rapporti con il M5S nella prospettiva dell’alleanza strategica che trova però la prima pietra d’inciampo nelle amministrative d’autunno.

In quest’ambito hanno trovato spazio anche le elezioni regionali di Calabria, per merito di Carlo Guccione, unico calabrese intervenuto, di Peppe Provenzano e di Nicola Oddati.

Giuseppe Provenzano

È stato in particolare il consigliere regionale a dedicare maggiore spazio alla Calabria nel pur risicato spazio concesso agli interventi: Guccione si è chiesto come affrontare la questione delle elezioni amministrative, alla luce dell’effettiva importanza, anche numerica, della tornata, considerato che andranno al voto complessivamente 26 milioni di italiani. Il Pd deve essere la forza che si batte fino all’ultimo per arrivare alla più ampia alleanza nel campo progressista, includendo necessariamente il M5S e le associazioni. Vale per i grandi Comuni, vale anche per la Calabria. “Invece – ha detto Guccione – affiorano qui e là schemi di autosufficienza che ci hanno portato diritti alla sconfitta del 2018.  Il PD da solo non basta, non è un’ovvietà. Ritengo che lavorare per uno schieramento ampio in cui il Pd sia il perno sia un bene non solo per la comunità nel presente ma offra anche una prospettiva politica per il futuro. Non basta fare i tifosi, c’è bisogno di essere generosi verso il partito e verso il Paese”.

Carlo Guccione

A questo punto il consigliere regionale ha richiamato l’esperienza in corso nella città di Cosenza dove con uno schieramento molto ampio, comprendente Pd, 5S, Leu e Associazioni ci si propone di competere ad armi pari con il centrodestra: “E anche nelle vicende regionali – ha aggiunto – credo che se non apriamo un dialogo con i 5S, e anche con De Magistris, noi rischiamo di fare solo testimonianza. Credo invece che ci siano le condizioni, se anche lì saremo generosi, per mettere in campo un’ampia competizione con la quale competere e non limitarci a fare i tifosi, guardando alla sostanza politica, che vuol dire battere la destra”.

Simile sollecitazione è giunta dal vice segretario Peppe Provenzano, sia pure compressa tra un passaggio e l’altro per necessità di respiro più ampio. Prevedibilmente di diverso tenore l’intervento di Nicola Oddati, che nella segreteria si occupa attualmente di Cultura e Iniziativa politica. Per dire che la strada dell’allargamento della coalizione, anche a discapito delle prerogative di bandiera, non è cosa semplice da attuare nel partito calabrese. Richiamandosi a quanto sta succedendo a Bologna, dove il partito non ha preso per niente bene l’intrusione nelle primarie di una esponente che si richiama a Matteo Renzi, ha detto: Non vedo perché ciò che vale a Bologna non debba valere in Calabria dove abbiamo in campo un nostro valido rappresentante, Nicola Irto, e dove non c’è un campo di alleanze più vasto non per colpa del Pd ma per l’iniziativa di altri” che senza preavviso e dialogo si è autoproclamato candidato rompendo in tal modo il tavolo del centrosinistra.

NIcola Oddati

Insomma, mentre i tempi si accorciano e quando anche nel centro destra non tutto sembra convergere verso Roberto Occhiuto, è evidente che il campo allargato del centrosinistra se proprio non un’utopia è ancora una terra di nessuno da conquistare metro dopo metro, con fatica e sudore. E, come dice, Carletto Guccione, con generosità.