Archivio di Stato nei locali di via Milleli, verso la definizione

E' quanto emerge dalla risposta fornita in Commissione dalla sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni

“Dopo oltre 10 anni di lavori portati avanti a singhiozzo, il trasferimento dell’Archivio di Stato di Catanzaro nei locali di via Milleli, nell’immobile identificato come “ex Macello”, sembrano imboccare la via della definizione. Almeno secondo quanto emerge dalla risposta fornita in Commissione dalla sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, in risposta alla mia interrogazione al Ministro del 5 ottobre 2020. Ci sono voluti otto mesi per una risposta che, comunque, e soddisfacente a metà”.

E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (L’Alternativa c’è) in merito alla situazione relativa al trasferimento dell’Archivio di Stato di Catanzaro.

“Secondo quanto riferito in Commissione Cultura, al momento sono in via di ultimazione le uscite di sicurezza richieste dal Comando dei Vigili del Fuoco di Catanzaro per l’agibilità della struttura – spiega ancora la senatrice Granato -. Ma non è finita qui, ovviamente il tempo di trasferire gli arredi e poi i documenti stessi provenienti da più fondi, ancora passeranno mesi. Ricordiamo che attualmente a Catanzaro sono ubicati: gli archivi prodotti dalle amministrazioni periferiche preunitarie, gli archivi prodotti dagli uffici statali postunitari della provincia di Catanzaro, gli archivi degli enti ecclesiastici e delle corporazioni religiose soppresse, i cui beni vennero confiscati dallo Stato, gli archivi notarili anteriori agli ultimi 100 anni e archivi privati e archivi di enti pubblici; a Lamezia Terme, invece, sono conservati atti risalenti a: periodo napoleonico (giudicati di pace 1809-1817), periodo della Restaurazione (giudicati circondariali 1817-1865) e periodo postunitario (preture, 1862-1970), tribunale di Nicastro (1896-1959), ufficio distrettuale delle imposte dirette (1871-1961); liste elettorali (1979-1990), fondo ANAS (elaborati tecnici n. 667)”.

“La risposta fornitami purtroppo è solo parzialmente soddisfacente – rimarca Granato – in quanto, vero è che per fortuna, dopo oltre 10 anni, finalmente pare siano pervenuti alla conclusione dei lavori, ma anche vero è che il fondo archivio ubicato a Lamezia Terme (dalla risposta non si evince chiaramente se in toto o in parte) dovrà essere dislocato, per mancanza di spazio, nei locali dell’ex Carcere, concessi dall’Agenzia del Demanio”.

“Quella dell’archivio di Catanzaro è solo la punta dell’Iceberg di una situazione molto diffusa di mancanza di attenzione e di riguardo alla nostra memoria storica, custodita nel materiale cartaceo – conclude la senatrice de L’Alternativa c’è -. Il Ministero della Cultura infatti a malapena tutela le emergenze architettoniche di maggior richiamo turistico, poco e nulla ciò che invece interessa gli studiosi, ma, tramite questi ultimi, tutti noi. Perciò dalla commissione Cultura del Senato partirà a breve una indagine assegnata sulle gravi situazioni degli archivi e del personale archivistico. Questa indagine si rende indispensabile per portare alla luce lo stato di abbandono, nonché il rischio di perdita di importanti pezzi della nostra memoria. Il risultato sarà un documento conclusivo in cui si richiederanno interventi mirati e precisi al governo per invertire questa rotta prima che sia troppo tardi”.