Sergio Costanzo, il passaggio all’Udc regionale non è compiuto

E Giovanni Merante, segretario provinciale del partito crociato conferma l’interessamento. “Ma valuterà il commissario De Poli”

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Non è aria per i troppo buoni. O per gli ingenui per vocazione. Non è neanche il caso di tirare fuori concetti belli, corroboranti, ricostituenti, come la fedeltà all’idea o al partito. Quando tutti, indistintamente tutti brindarono allo sbriciolamento del muro di Berlino, non avevano messo in conto che oltre a salutare i fili spinati e le cortine di ferro si dava l’addio a un certo modo di pensare novecentesco secondo il quale è apprezzabile chi rimane sempre dalla stessa parte mentre chi salta il fosso è da colpire alla schiena come si usa(va) per i vigliacchi. Oggi, al contrario, è in auge la salvifica frase: “Solo gli idioti non cambiano mai idea”. Salvifica e pro domo propria, per chi se ne fa scudo per giustificare cambi repentini di orientamento specialmente in campo politico. A ben spulciare, però, la frase in quei termini è leggermente modificata rispetto all’originale che è da attribuire – confessiamo di avere consultato nostro comune oracolo Google – a James Russell Lowell, poeta dell’ottocento statunitense. La frase esatta è “Solo i morti e gli stolti non cambiano mai opinione”. Opinione non è esattamente la stessa cosa di idea. Opinione è “doxa”, credenza. Idea è “eidos”, archetipo. Immutabile, iperuranico, fisso.

L’abbiamo fatta un po’ lunga ed è bene, si parva licet (confrontare le cose piccole con le grandi), arrivare al dunque.
Stamane abbiamo riferito, nel commentare alcuni passaggi di giunta e consiglio comunali catanzaresi, di una probabile partecipazione del consigliere comunale Sergio Costanzo alle prossime elezioni regionali in qualità di candidato nelle liste dell’Udc. L’abbiamo dato per certo e già avvenuto. E, ad abundantiam, condizionato a una sorta di approvazione da parte del duo Domenico Tallini-Sergio Abramo, come viatico necessario all’accoglimento nell’alveo del centrodestra del figliol prodigo Costanzo, intenzionato a rientrare nella originale collocazione dopo avere per diversi anni coltivato legami nel centrosinistra e ringhiato spesso e volentieri contro il duo su menzionato. Ci corre l’obbligo di riportare alcune precisazioni che ci sono pervenute direttamente. Altre, in riferimento allo stesso articolo, le hanno esternate gli assessori di Forza Italia Ivan Cardamone, Dolmenico Cavallaro e Lea Concolino in un loro scritto che pubblichiamo in altra parte del giornale.

La prima precisazione, anche in ordine cronologico, ci è giunta da parte di Sergio Costanzo. È vero, ci ha dichiarato, che è interessato a misurarsi nella competizione elettorale regionale, e che ha esplorato la possibilità di farlo nelle liste dell’Udc. Ma ancora niente è stato sottoscritto, anche perché della cosa il primo a doverne essere informato dovrebbe essere il segretario provinciale dell’Udc, e suo collega in Consiglio, Giovanni Merante. In ogni modo, Costanzo si vuole sottrarre alla necessità di un placet di Forza Italia alla sua possibile corsa nella lista dell’Udc, partito alleato ma autonomo. Almeno finché non decollerà il CDI, il Centro Destra Italiano di futura berlusconiana memoria. Anche perché in ambito comunale Sergio Costanzo conferma la sua ferma opposizione all’andamento amministrativo portato avanti da Abramo.

La seconda precisazione ci perviene dallo stesso segretario provinciale Udc, Giovanni Merante: “È del tutto verosimile che siano pervenute all’attenzione di questa segreteria provinciale diverse richieste di candidatura, anche provenienti da esponenti politici che hanno militato o militano ancora in altri partiti o movimenti. Sono tutte posizioni al vaglio, e tra queste c’è anche quella del consigliere Sergio Costanzo. Questa disponibilità, insieme alle altre da noi selezionate, saranno ovviamente sottoposte per l’approvazione eventuale e definitiva al commissario per le operazioni elettorali calabresi nominato pochi giorni dalla direzione nazionale dell’Udc, il senatore Antonio De Poli, tra l’altro presidente del partito”.
Due precisazioni che, appunto, precisano ma non smentiscono. E d’altra parte la vera notizia sarebbe l’opposto: che nessun cambio di maglia o di schieramento debba o possa verificarsi in occasione del cambio di legislatura. Impossible tenere i buoi sempre nello stesso recinto allo scadere del mandato: come dicevano gli antenati, ci vorrebbe una serratura a doppia mandata.

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