Il consigliere comunale Riccio: ‘In Calabria la dittatura sanitaria è quella dei commissari’

'Un giogo da cui occorre liberarsi'

“Lo scontro ideologico portato avanti da chi scende in piazza contro la cosiddetta “dittatura sanitaria” ha una sua derivazione calabrese che, come spesso accade da queste parti, rappresenta un pezzo unico per tutto il Paese.

Un modello, se vogliamo, che le altre Regioni si guardano bene dal voler esportare e – sia chiaro – non possiamo certo dar loro torto. Proprio come in Italia c’è chi protesta contro la dittatura sanitaria, in Calabria ci sarebbe bisogno di protestare contro la dittatura sanitaria dei commissari.

Perché sono proprio loro, i commissari, a essere i veri dittatori in un settore che avrebbe bisogno di ben altro”. Lo afferma il consigliere comunale Eugenio Riccio.

“Ricordo a tutti gli effetti di anni e anni di commissariamento nella sanità: ospedali che non riescono a svolgere in pieno le proprie funzioni, pronto soccorso stracolmi, organico ridotto all’osso e costretto a turni massacranti, strutture vecchie e fatiscenti, nuove strutture che non si riescono a costruire, un debito di proporzioni epiche, sanità pubblica in mano alle mafie e chi più ne ha più ne metta.

Ma davvero c’è qualcuno che pensa che la Calabria possa ancora essere gestita dai commissari? I cittadini, nel frattempo, pagano sulla propria pelle tutte queste inefficienze. Forse adesso va colta al volo l’occasione e liberarsi dal giogo della dittatura commissariale. Altrimenti la sanità in Calabria continuerà a marcire e noi calabresi a sopportare una condizione di schiavitù incomprensibile”.