Salvini riunisce i suoi a Catanzaro. “Una bella e proficua chiacchierata” foto

In realtà una riunione tesa anche per l’arrivo dei risultati dei ballottaggi. “Entro Natale voglio il nome del candidato sindaco a Catanzaro”. Su Spirlì vicepresidente il segretario non si sbilancia

Matteo Salvini voleva ribadire il vecchio assioma per cui a voto fatto tutti hanno vinto e nessuno ha perso. Per cui si è molto speso in tal senso, cercando di convincere in primo luogo se stesso. Il problema per lui sarà convincere la sua base elettorale che non dovunque e non sempre sembra seguirlo in modo acritico come succedeva solo qualche mese fa. La prova più prossima la riunione con il gruppo dirigente calabrese della Lega tenuta a Catanzaro a urne ancora aperte e subito dopo la loro chiusura. Riunione protratta un’ora in più del previsto e dai toni in qualche punto esacerbati, la traduzione migliore di ciò che il leader ha definito “una bella chiacchierata”.

“Riunione di tre ore – ha detto Salvini ai giornalisti alla fine, quando i suoi alla spicciolata lasciavano la sede regionale – con i nuovi eletti, con i dirigenti locali. Abbiamo tutta l’intenzione di crescere. Con il presidente Occhiuto parlerò di giunta nei prossimi giorni, non c’è nulla di definito. Mi interessava ringraziare i calabresi per la fiducia data alla Lega, ascoltare le opinioni di chi è stato eletto e di chi non è stato eletto, ed entro dicembre faremo il rinnovo di tutti i segretari cittadini. Ci sono tanti sindaci che vogliono aderire al movimento, abbiamo quasi 2000 iscritti, nell’anno del Covid penso che fare di più era difficile. Ripartiamo dai quattro consiglieri regionali con le idee chiare. È stata una bella e proficua chiacchierata. Intendiamo essere più presenti dopo le elezioni che prima, nei territori”.

Sui risultati post ballottaggi l’analisi di Salvini è stata la seguente, fatta, beninteso, in nome di sua maestà la Matematica: “Per quello che riguarda il dato nazionale noi (gli alleati di centrodestra, ndr) eravamo al ballottaggio in 65 comuni. Il centrodestra aveva 8 sindaci uscenti, dai dati che emergono nelle grandi città, Roma Torino e Trieste vengono riconfermati i sindaci uscenti. Al momento il centrodestra passa da 8 a 10 sindaci nelle città che vanno al ballottaggio. In Lombardia c’erano al ballottaggio 10 comuni, 8 erano amministrati dal centrosinistra e due dal centrodestra. Siamo passati dall’8 al 2 al 5 a 5, se dovessimo fare un riassunto calcistico. Non siamo in grado di commenti più approfonditi perché in alcune città non è ancora cominciato lo spoglio, però ad ora (16,55) a spoglio ancora in corso, il centrodestra ha più sindaci di quelli che aveva 15 giorni fa prima dei ballottaggi. Poi, naturalmente a Roma avremmo preferito vincere piuttosto che perdere, però i cittadini hanno sempre ragione quando scelgono. Ecco, un dato su cui ragionare è il non voto. In alcune città il non voto al secondo turno ha superato il 70 per cento. Qua non è il problema fascisti comunisti destra sinistra, la campagna elettorale è passata negli ultimi giorni a inseguire fascisti che ci sono solo sui libri di storia, evidentemente il fatto lascia la gente a fare altro. Però, se la matematica non è un’opinione, nelle tre grandi città ognuna ha riconfermato il suo sindaco, nei comuni più piccoli il centrodestra aumenta a ora di due sindaci rispetto a quelli che aveva prima dei ballottaggi”.

Ha voglia di scherzare, nonostante tutto, il segretario della Lega: “A Cosenza c’erano due Caruso, quindi auguri a Caruso, a prescindere”. Per la cronaca, giungeva la notizia fresca della vittoria di Franz su Francesco, nella città in cui il secondo è vicesindaco uscente del sindaco di nome Occhiuto. Su Nino Spirlì, presente alla riunione nonostante le voci contrastanti in proposito, Salvini non si sbilancia più di tanto: “Sulla vicepresidenza parlerò con il presidente Occhiuto, io non sono affezionato alle etichette ma alla concretezza, quindi con Occhiuto parlerò del ruolo che uomini e donne della Lega potranno avere sia in giunta che in Consiglio”. Enfasi caricata sulle donne. Presente con buona lena l’eletta Simona Loizzo. Sulla flessione di voti anche in Calabria, il segretario non sembra farne un dramma: “Il Covid cambia il mondo. Noi dobbiamo essere più concreti, ma il centrodestra in Calabria ha stravinto, la Lega aveva quattro consiglieri e li ha confermati, abbiamo esperienza in più, non avevamo mai governato la Calabria, abbiamo qualche sindaco in più. Quindi partiamo da questo, ringraziando la gente che ci ha dato fiducia nonostante un anno devastante tra la morte di Jole Santelli, una presidenza di Nino Spirlì che mai nella vita avrebbe pensato di fare il presidente della Calabria in una situazione di emergenza senza tamponi e senza vaccini, ringrazio dio di essere arrivati dove siamo arrivati e faremo in modo che la Calabria torni più forte di quanto fosse prima, poi lo zero virgola in più o in meno non ci preoccupa. Il nostro obiettivo è vincere le politiche tra un anno e per questo ci stiamo organizzando in Calabria e in Italia”. Non gli sfugge però che ”nella prossima primavera si vota a Catanzaro e in altri venti comuni calabresi, entro Natale voglio i nomi dei candidati sindaco. L’errore che abbiamo fatto in alcune grandi città è stato di arrivare troppo tardi con il nome solo alla fine, in un momento in cui la gente ha atri problemi nel post Covid che sono le tasse il lavoro e il tampone il green pass, il figlio a scuola la rottamazione di Equitalia, per presentare un sindaco e la sua idea di città devi avere non qualche settimana ma qualche mese”.
Seguono le frecciate contro la ministra dell’Interno Lamorgese – “Qualcosa non funziona al Viminale”, contro i giornalisti – “Penso al ruolo dei giornalisti, all’ultimo mese tra il primo e il secondo turno, quando parli di vicende private di qualcuno, di abitudini sessuali, di assalti fascisti”, contro la giustizia ad orologeria – “Come mai le inchieste che riguardano la destra vengono divulgate prima del voto e quelle che riguardano la sinistra appena dopo” -. Ma questa, come si dice, è un’altra storia. A raccontarla tutta ci vorrebbe troppo tempo, e l’aereo per Roma non attende di certo nessuno, neanche fosse l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.