I Quartieri: “Dalla fogna clandestina al canale lussureggiante, inizia il carosello”

"Prima di definire quale piccolo signorotto dovrà esercitare il suo diritto feudale è bene chiarire che il popolo, per quanto plebeo non è bue"

“Anche noi chiediamo – scrive Antonio Nisticò coordinatore cittadino Associazione I Quartieri- una riunione di maggioranza al Comune di Catanzaro seguendo l’inciso e l’appello di alcuni consiglieri lanciato negli ultimi giorni.

Non parteciperemo per ovvi motivi, perché non ci riconosciamo in quella che si definisce maggioranza e che non ha ancora capito che, molto probabilmente, all’orizzonte si materializza un nuovo scenario che determinerà un cambio di paradigma anche politico e quasi certamente di classe dirigente, tutto quello che diventa indipendente dal volere dei singoli, ma dipendente dall’azione di altre istituzioni.

Tuttavia stante la premessa non vogliamo sottrarci dal dialogo fra la città e le sue istituzioni, quello che è stato interrotto in modo unilaterale, quasi sia una forma di autotutela, proprio dei rappresentanti che siedono in Consiglio comunale, tanto che ci permettiamo di offrire loro un altro suggerimento da portare nella richiesta riunione di maggioranza…

Cercheremo di restare nel tema dell’agenda della riunione che deve tracciare il percorso dell’ultimo miglio del sindaco Abramo e dalla sua maggioranza di piccoli feudatari che hanno diviso la città in contee, dove ognuno si agita per l’esercizio del ius primae noctis rispetto al rinvenimento di una fogna clandestina e all’esercizio di un diritto feudale.

Se la gentile pulzella, la fogna clandestina, rischia di scatenare la guerra fra i signorotti della città, allora noi proponiamo un’altra vergine plebea che può rasserenare i venti di guerra e stabilire i confini dei singoli feudi. La giovane è residente nella contea di Catanzaro Lido, alla Via S.Elena, ha capelli lunghi come le canne, un incarnato delicato che si riflette nell’acqua putrida e veste abiti fatti con lunghi rampicanti ed erbacce incolte da anni.

Prima di definire quale piccolo signorotto dovrà esercitare il suo diritto feudale è bene chiarire che il popolo, per quanto plebeo non è bue, e che un diritto civico non si può trasformare in un carosello medievale, né tanto meno nella benevolenza di un feudatario di turno.

Già perché al netto dell’ironia si consuma una violazione del diritto civico del servizio che un Amministrazione pubblica esercita in modo imparziale nei confronti dei suoi cittadini. Pensare ed immaginare diversamente, secondo un canone medievaleggiante, ci riporta ad un peccato veniale che in ipotesi rappresenta un compromesso a tinte fosche, che nel lessico attuale potrebbe chiamarsi, forse, voto di scambio!