Salvini nomina Mancuso presidente, Occhiuto convoca la prima seduta del Consiglio. C’era una volta lo Statuto regionale

Disinvolte licenze statutarie da parte del segretario della Lega e del presidente della giunta. L’ex facente funzioni Spirlì, intanto, guadagna un futuro nazionale

La notizia principe non è quella di Filippo Mancuso presidente del Consiglio regionale. Questo lo abbiamo scritto subito in sede di commento, dopo avere appreso dallo stesso presidente Occhiuto che la postazione più alta a Palazzo Campanella sarebbe spettata alla Lega, in questo gioco di appropriazione delle cariche istituzionali che è uno dei passatempi preferiti dai leader politici. È sempre stato così, sotto qualunque cielo politico ed elettorale, e sarà così a meno di una mutazione antropologica allo stato difficile da immaginare. Ci sarebbe, è vero, da obiettare qualcosa riguardo al metodo, o allo stile, della comunicazione specifica.

Occhiuto-SalviniRoberto Occhiuto e Matteo Salvini

Un leader nazionale di partito, Matteo Salvini segretario della Lega, assegna motu proprio una carica pertinente a un’Assemblea elettiva prima ancora che si riunisca per la prima volta. Non è il massimo del galateo applicato alle istituzioni, ma su questo non c’erano particolari aspettative, considerate le precedenti performance soprattutto in versione estiva. In realtà, l’articolo 20 dello Statuto dell’ elezione del Presidente del Consiglio regionale e dell’Ufficio di presidenza al comma 1 prescrive: “Il Consiglio regionale, nella prima seduta, procede, con votazione separata e a scrutinio segreto, alla elezione del suo Presidente e dell’Ufficio di Presidenza, che è composto dal Presidente, da due Vicepresidenti, uno dei quali in rappresentanza delle opposizioni, e da due Segretari-Questori, uno dei quali in rappresentanza delle opposizioni”.

Salvini probabilmente ha ormai fatto una sorta di callo mentale, in conseguenza del quale le assemblee elettive, come il Parlamento, sono ormai semplici agenti notificatori di decisioni prese in separata sede, sia governativa che di partito. Di ciò ormai esiste una letteratura molto ricca, che ha trovato alimento nel considerare il ruolo di passacarte ormai assunto con dubbia soddisfazione dai parlamentari, e destinato ad arricchirsi ulteriormente con la decimazione della rappresentanza decisa, questa volta con il tagliacarte, a suon di referendum e di populismo incorporato. Lunedì prossimo, quando si riunirà il parlamentino calabrese, ci starà bene l’hit di Riccardo Cocciante: “Era già tutto previsto”. E quasi tutti vivranno felici e contenti.

La notizia vera è che il grande ringraziamento che Salvini rivolge a Nino Spirlì, che ci sta tutto, sia accompagnato dalla previsione del ruolo nazionale cui è destinato l’ex reggente della XI legislatura regionale calabrese. Con il sovrappiù della responsabilità di costituire “una delle colonne per la crescita del partito in Calabria”. Movimenti interni, insomma, e pertanto del tutto legittimi e rispettabili, per cui il “promoveatur ut amoveatur”, in questo caso, è leggermente laterale rispetto alla questione di fondo, ovvero come il segretario della Lega abbia trovato il modo di smentirsi – il ticket Occhiuto-Spirlì era dato come consustanziale all’accordo pre elettorale – senza darlo troppo a intendere.
D’altra parte, la disinvoltura con la quale vengono trattati termini e temi statutari è riflessa anche in una frase sfuggita al presidente della giunta Roberto Occhiuto alla sua prima intervista di commento alla nomina della nuova giunta, che trasmettiamo su questo giornale. Parlando dell’urgenza delle cose da fare, Occhiuto dice di avere convocato il Consiglio regionale per il prossimo lunedì, alla rima data utile. Per dire il vero, a norma dell’articolo 19 dello Statuto della Regione Calabria, che tratta della prima seduta del Consiglio regionale, comma 1: “Il Consiglio regionale tiene di diritto la prima adunanza non oltre il primo giorno non festivo della terza settimana successiva alla proclamazione degli eletti, su convocazione del Presidente del Consiglio uscente”. Ma forse, chissà, Giovanni Aruzzolo, il titolare della convocazione secondo statuto, ha fatto privatamente la dovuta concessione al collega di partito Occhiuto. Della serie: la forma è sostanza. Con le dovute eccezioni.