Il meccanismo delle elezioni di secondo livello dell’Ente intermedio, passo dopo passo

Complicato ma non troppo, figlio della riforma (timida, coraggiosa, famigerata?) Delrio, cerca di distribuire rappresentanza ai diversi territori e Comuni in base ai residenti. Le applicazioni concrete alla Provincia di Catanzaro

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Regolate dalla circolare 32/2014 del ministero dell’Interno, le elezioni provinciali seguono un percorso peculiare rispetto alle altre nelle quali viene mobilitato l’elettorato generale della popolazione. Sono infatti elezioni di secondo livello, in cui gli eletti del primo livello, i consiglieri e i sindaci dei Comuni che sono nell’ambito della Provincia, eleggono i loro rappresentanti in seno al Consiglio provinciale e, a scadenza ben stabilita che non corrisponde a quella del Consiglio, il presidente. Il presidente e il Consiglio durano in carica rispettivamente quattro e due anni. A Catanzaro nella giornata del 18 dicembre 2021, pertanto, si procederà al rinnovo del solo Consiglio provinciale. Il successore di Sergio Abramo, presumibilmente, sarà eletto a settembre 2022.

A causa della situazione emergenziale dovuta all’epidemia di Covid-19, le elezioni del Consiglio, che avrebbero dovuto tenersi per scadenza naturale nel 2020, sono state rinviate e, a seguito di conferenza Stato-città e autonomie locali, la data unica delle consultazioni elettorali è stata fissata appunto per il 18 dicembre 2021.

Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 21 nel seggio elettorale costituito nella sala consiliare della Provincia di Catanzaro. Lo scrutinio è immediatamente successivo.

Non c’è giunta – così come non c’è compenso per le cariche – ma il presidente delega su particolari materie i consiglieri di maggioranza. Il Consiglio varia nel numero dei componenti a seconda della fascia di popolazione che risiede nella Provincia. Per la fascia della Provincia di Catanzaro, i componenti sono 12. Dipende dalla popolazione residente nei singoli comuni anche il valore del voto espresso dal consigliere, che può indicare una sola preferenza. Il calcolo del valore ponderale, del “peso” del voto, è abbastanza complicato ma non del tutto astruso, e con un po’ di pazienza ci si arriva. Dal punto di vista generale la diversa pesatura del voto cerca di salvaguardare il valore rappresentativo dei consiglieri eletti in città con residenti che possono spaziare da una città di medie e grandi dimensioni ai piccoli comuni che sono naturalmente la maggioranza. La predetta circolare innanzitutto prescrive che entro il termine massimo di 35 giorni dalla data di svolgimento dei comizi elettorali (il giorno delle votazioni) l’ufficio elettorale provinciale individui la consistenza del corpo elettorale, suddiviso a sua volta nelle fasce ponderali, ciascuna individuata con un colore particolare della scheda. Adempimento che l’Ufficio elettorale provinciale, composto per la Provincia di Catanzaro dal segretario generale Vincenzo Prenestrini e da Roberto Leone, Daniela Pietragalla e Salvatore Scalise, ha assolto il 24 novembre scorso, dandone pubblico avviso sull’albo pretorio, anche per consentire il corretto calcolo del numero minimo delle sottoscrizioni a corredo della presentazione delle candidature e delle liste. I consiglieri aventi diritto di voto sono 921, mentre sono servite perlomeno 46 autenticazioni di sottoscrizione per le singole liste, che devono contenere da un minimo di 6 a un massimo di 12 candidati. Per legge non partecipano alle votazioni i Comuni commissariati: Guardavalle, Nocera Terinese e Simeri Crichi.

Divisi per fascia demografica e per colore di scheda gli aventi diritto al voto sono così ripartiti:
Comuni fino a 3.000 abitanti, scheda azzurra 567;
Comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 5.000 abitanti, scheda arancione 205;
Comuni con popolazione superiore a 5.000 e fino a 10.000 abitanti, scheda grigia 91;
Comuni con popolazione superiore a 30.000 e fino a 100.000 abitanti, scheda verde 58.
Le altre fasce e gli altri colori di scheda pur considerati nella circolare non sono presenti in Catanzaro provincia.
Le operazioni per i calcolo ponderato del voto sono le seguenti:
a) si determina il totale della popolazione dei ciascuna delle fasce dei Comuni;
b) per ciascuna fascia demografica si determina il valore percentuale del rapporto tra la popolazione e la popolazione dell’intera provincia (esclusi i Comuni commissariati);
c) si riassegna la percentuale eccedente la fascia che comprende i due Comuni di Catanzaro e Lamezia, che per legge non può eccedere il 35%;
d) si individua il numero complessivo dei sindaci e dei consiglieri appartenenti alle diverse fasce;
e) si determina l’indice di ponderazione del voto degli elettori dei Comuni delle singole fasce demografiche. L’indice è dato dalla divisione del valore percentuale determinato di ciascuna fascia per il numero complessivo dei sindaci e dei consiglieri appartenenti alla fascia, moltiplicato per mille.

Al termine di queste operazioni, si è determinato che il valore ponderato del voto dei consiglieri dei due Comuni con fascia tra 30 e 100mila abitanti (Catanzaro e Lamezia) vale 603, quello dei consiglieri dei 7 Comuni da 5mila a 10mila vale 181, quello dei 16 Comuni da 3mila a 5mila vale 107, quello dei 52 Comuni fino a mille residenti vale 47.

Nela passata elezione del 31 ottobre 2018 non votò Lamezia Terme perché commissariata, e questo spiega la preponderanza numerica dei consiglieri di Catanzaro città nell’attuale Consiglio. Tanto che, anche in forma di riparazione simbolica, si prevede fin d’ora che il prossimo presidente del Consiglio provinciale sarà di derivazione lamettina, se non proprio di Lamezia Terme (leggasi Paolo Mascaro, sindaco della Città).

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