Catanzaro, I Quartieri: “Niente minestre riscaldate”

Serrao e Mungo: ci presentiamo alle Comunali con lista e nuovo logo. Non ci piacciono né questo centrodestra né questo centrosinistra

Giunta a 15 anni di vita, è arrivato per L’Associazione I Quartieri il tempo di chiedersi cosa fare da grande. La risposta, come ha detto in conferenza stampa il presidente Alfredo Serrao, è nelle cose, anche nell’ambientazione sotto lo sguardo dei vecchi sindaci con baffi bianchi e occhialetti alla Cavour, nella sala dei concerti a Palazzo De Nobili: diventare movimento politico, presentare una propria lista alle Comunali del 2022, passando dalle proposte regalate ad altri all’assunzione di responsabilità diretta. Già pronta per il cinquanta per cento – ha rivelato Giampaolo Mungo, socio fondatore e front men dell’associazione oltre che già sperimentato assessore – la lista non accetterà consiglieri uscenti, anche se molti pare abbiano già bussato, né soggetti con problemi giudiziari in itinere, non per giustizialismo preconcetto – aspetto poco spendibile da parte sua, ha ammesso en passant – ma perché se nuova è l’esigenza manifestata persino nelle etichette di coalizione, con tanti sbandierati Nuovo Centrosinistra e Nuovo Centrodestra, nuovo sia tutto: il modo di intendere la politica e nuovo il personale politico, tanto da chieder sin d’ora, a qualunque delle coalizioni cui deciderà di dare manifesto appoggio, di procedere in via prioritaria alla non ricandidabilità di assessori e consiglieri pregressi. Dicono Serrao e Mungo, che non saranno in lista né in una futuribile giunta, che a loro non piace questo Centrodestra e non piace questo Centrosinistra. La Città è ormai fuori da tutte le dinamiche che contano. Certo, la responsabilità è in gran parte di chi ha governato; ma anche chi è stato all’opposizione ha contributo non spendendo in modo adeguato la moneta che aveva a disposizione. Per cui, detto in modo spicciolo dal cronista, I Quartieri al momento si astengono dal posizionamento, decideranno più in là a quale tavolo sedersi in base ai programmi che le coalizioni presenteranno e a seguito dei confronti diretti che saranno avviati.

Qui, sia detto in sede di fugace commento, sta il punto debole di una proposta per il resto senza asperità nei toni e nelle cornici di riferimento: se centro destra e centro sinistra hanno portato alla marginalità la Città, come sperare che dal loro cilindro esca fuori il Coniglio dalle orecchie d’oro che zampettando da un problema all’altro ne prospetti e ne operi adeguata soluzione? Se è tutto sbagliato, tutto è da rifare: non sarebbe stato più lineare chiamare a raccolta intorno al conclamato civismo più tendenze convergenti e ricercare una via autonoma al candidato sindaco, ed eventualmente apparentarsi in fase di ballottaggio?

Serrao e Mungo, e l’associazione che rappresentano, in ogni modo fanno sul serio. Tanto che è già pronto il simbolo che comparirà sulla scheda elettorale. Il disegno e i colori ricalcano il vecchio logo, che semplificano e rendono più evidente nel significato. Vi si accampano due vecchi edifici con muri grigi a indicare il grigiore delle periferie urbane e dei quartieri in genere, compresa la periferia più periferia di tutte che è diventati il centro storico; poi l’arcobaleno perché infonde fiducia e speranza che è l’ultima cosa da non lasciare morire; i girasoli a rappresentare i cittadini con il loro innato impulso a guardare verso la luce; alla base il loro vero e proprio, I Quartieri, immancabilmente in giallo su sfondo rosso. Serrao e Mungo lo mostrano con evidente orgoglio, consapevoli delle tante battaglie svolte nella passata esperienza di denuncia e proposta – strisce blu, depuratore, decoro urbano, servizio idrico, impianti sportivi, abbandono periferie – e oggi spronati a intervenire direttamente sulla gestione della cosa pubblica dalla evidente apatia con la quale la politica oggi delegata l’affronta, distratta e imbrigliata nella sempiterna lotta elettorale. Due i vincoli valoriali non negoziabili: trasparenza e onesta: il Comune sia “casa di cristallo”, non ci siano più “atti amministrativi opachi, grigi, dubbiosi, Catanzaro sia la città che legge, capisce e conosce” (Serrao). Sulle cose da fare, I Quartieri hanno già un documento programmatico che ancora programma non è, ma contiene in nuce le cose da fare (integrazione ospedaliera) e gli errori da non commettere (sciogliere il collante ateneo-città), i progetti non più procrastinabili (depuratore) e le ignavie da rifuggire (cessione di corsi medici a Unical). “Nessuna arroganza – mette le mani avanti Mungo – non risolveremo certo tutto: Solo metteremo passione per una città a misura d’uomo, per la ‘Città intorno a noi’, come recita il nostro slogan”.

I Quartieri chiamano, la politica risponde. In sala si affacciano Salvatore Passafaro coordinatore cittadino del Partito democratico, Marco Polimeni presidente del Consiglio e uomo di punta di Catanzaro da Vivere, così come Andrea Amendola capogruppo di Obiettivo Comune. Tanto che in limine a Mungo sfugge la speranza recondita: a Catanzaro in ultima analisi necessita una “Grosse Koalition”, per dirla alla Merkel, ovvero una “Giunta Draghi” per dirla alla Draghi. Tutti insieme appassionatamente per il bene della città. Possiamo dividerci su tutto, ma che senso ha farlo tra i quartieri (minuscolo)? “Le buche ci sono, e non sono né di destra né di sinistra”. (cit. Serrao e Mungo).