Pisano: Occhiuto prenda in mano la situazione di un centrodestra ambiguo

“L’interpartitica sia tra i soli partiti. Errore madornale bruciare i nomi. Il candidato sia espressione della coalizione. Chi ha incarichi e appoggia altri, si dimetta"

“Sarà una campagna elettorale durissima”. A predirlo è Giuseppe Pisano, seduto nel suo ufficio di capogruppo di ‘Catanzaro con Sergio Abramo’, ruolo probabilmente a termine, come molte altre cose in questa coda di mandato che fa del sindaco uscente il punto di raccordo delle molteplici spinte che animano il centrodestra cittadino alla ricerca spasmodica del candidato che lo sostituisca.

Su questo punto Pisano è netto: “Alla fine penso proprio che toccherà al presidente Roberto Occhiuto prendere le redini, perché attualmente è l’unico che possa porre e disporre, in virtù dell’esperienza e dell’autorità acquisita e che va guadagnando.

A una condizione, però: che condurre la trattativa per il candidato non sia una baraonda come quella andata in scena sabato scorso. Lo dice la stessa parola: giovedì, se realmente ci sarà la riunione, deve essere un’interpartitica, ovvero un colloquio tra i partiti, tra forze reali, organizzate, strutturate.

I movimenti civici sono benvenuti e finanche necessari allo stato delle cose. Ma vengono un attimo dopo.

Prima devono dire la loro e trovare l’auspicato accordo i cinque partiti di centro destra che hanno partecipato alle regionali e ne costituiscono l’ossatura, qui e a Roma, dove in ogni caso occorre compiere l’ultimo e decisivo passaggio: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Udc e Coraggio Italia.

Le forze civiche per loro natura sono ondivaghe, addirittura transumanti, capaci di andare da destra e sinistra proprio perché senza connotazione politica, stanno dove trovano convenienza immediata”.

Peccato che Occhiuto, anche nella conferenza stampa dei cento giorni, abbia ribadito la sua volontà di tirarsi fuori dalle schermaglie di partito per pensare unicamente al governo della Regione.

Ma, secondo Pisano, alla fine Occhiuto non potrà né dovrà tirarsi indietro, perché troppe le perplessità manifestate in occasione del vertice, dove pure erano presenti personalità di spicco del centrodestra calabrese: “Ferro, Mancuso, Mangialavori, Tallini, Abramo, Saccomanno, Merante. È mancata la politica – sentenzia Pisano -.

Questo ha portato a una indegna fuga di notizie. Non è pensabile che gli spifferi siano venuti da coloro che ho prima citato. Un minuto dopo la riunione si sapeva tutto di tutti.

Un errore madornale fare nomi, e spero non significhi averli tutti bruciati. Mentre la politica ha bisogno dei suoi tempi, anche delle sue liturgie, per tracciare perimetri e trovare contenuti, e con coerenza fare sintesi e tracciare il profilo di una figura che sia matura, rodata, anche nuova, ma sempre all’interno del centro destra.

Cosa può significare avere introdotto il nome di Valerio Donato quando lui in conferenza stampa ha detto chiaramente che non vuole avere niente a che fare con chi ha portato alla rovina la città? È evidente che si riferiva a tutti noi del centrodestra, nessuno escluso.

E c’è chi ha fatto il nome di Antonello Talerico, il quale ha detto che non vuole vedere nelle liste nomi di indagati, quando è risaputo che quasi tutti i consiglieri uscenti sono indagati nell’inchiesta Gettonopoli.

I cinque partiti hanno l’obbligo di trovare al loro interno una figura che abbia una chiara connotazione di centro destra. Senza parlare di quanto è stato detto giovedì sulla necessaria discontinuità con le amministrazioni ultime, perché così facendo si sta mandando al macero gran parte della classe dirigente che presumibilmente siederà nel prossimo Consiglio, così come, per coerenza, se discontinuità deve essere, lo stesso Abramo non avrebbe dovuto partecipare alla riunione.

Come si vede, incongruenze e contraddizioni una sull’altra”.
E non mancano notevoli ambiguità, continua il consigliere Pisano: “Delle liste civiche abbiamo detto, che girano a destra e manca. Alle presentazioni dei candidati prima citati si sono visti partecipare loro esponenti con una disinvoltura che ha dell’incredibile.

La partecipazione spontanea, da cittadino, è un atto politico, che può consentirsi un cittadino, ma non un politico, a meno che non sia espressamente invitato.

Volete nomi: prendiamo Tonino De Marco, se è attivista della campagna di Donato, dovrebbe rassegnare le dimissioni dall’incarico nelle mani del sindaco

. Ugualmente Aldo Costa, presidente della Fondazione Politeama. Se vuole sostenere Talerico, ha il dovere di rassegnare le dimissioni dall’incarico da queste postazioni, che è politico, conferito da questa maggioranza per la quale si predica la discontinuità.

Non mi sembra corretto, perché da queste postazioni, come sanno tutti, si può fare campagna elettorale. Così come, non è tollerabile che ci siano consiglieri, con loro rappresentanti in giunta, che partecipano a questi comitati elettorali. Escano prima dalla maggioranza, e abbandonino la giunta i loro assessori”.

Difficile personalizzare il riferimento, e non è neanche importante, a questo punto. Più decisivo, per Pisano, è che il centro destra esca da un’altra ambiguità: “Mimmo Tallini.

Si deve dire chiaramente se Tallini è coordinatore provinciale di Forza Italia, oppure di un partito parallelo a quello che ha un capo a Vibo Valentia, che rivendica la titolarità di ogni decisione. Troppe ambiguità.

Per questo è necessario che Occhiuto prenda le redini del discorso, e costruisca intorno ai cinque partiti il nucleo forte della coalizione, dal quale nasca prima il programma che guardi alle difficoltà enormi che ci saranno in campo sociale in città e per l’equilibrio finanziario dell’ente in presenza degli aumenti tariffari che incideranno in misura straordinaria, e poi il candidato, che potrà essere nella rosa già uscita giovedì, ma anche fuori.

Non mancano, al contrario di quanto si dice, personalità nell’ambito del centro destra che possano raccogliere la sfida che, per quanto mi riguarda, sarà contro l’avversario vero che è Nicola Fiorita”.

Ultima stoccata di Pisano, in un impeto di sincerità: “Si sta giocando al massacro nella formazione delle liste. Si offre un posto in lista a chiunque possa racimolare trenta voti in più, facendo magari vedere le tabelle degli aumenti fino al 2024 per i consiglieri che seguono a cascata quelli decisi per i primi cittadini.

Si produrranno inimicizie e divisioni nelle famiglie. Ancora una volta ci rimetteranno soprattutto le donne, invogliate per rispettare le quote di genere, dovranno essere necessariamente 15 o 16 per ogni lista”.

Rimane solo da sapere quale è il futuro di Giuseppe Pisano. Quello politico, si intende. L’esperienza con Abramo sembra a termine, anche se rivendica assoluta fedeltà al sindaco fino al termine del mandato.

Ha intenzione di rimanere in politica, guardando con fiducia agli altri appuntamenti che lo attendono per difendere la sua onorabilità. Deve affrontare due processi.

Poi, sarà più sereno per svolgere un rinnovato ruolo politico, forte dell’esperienza ormai maturata a sufficienza. Anche perché “politicamente sono un nano – dice sornione congedandosi – ma in questi cinque anni giganti intorno a me non ne ho visti”.