Qui centrodestra: la frammentazione è molta sotto il cielo. La situazione è ottima

Dopo la rinuncia di Sinibaldo Esposito, la corsa alla candidatura a sindaco della coalizione sembra ridursi a una gara a due: Polimeni o Talerico. Con l’opportunità o l’incomodo della trasversalità

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Iniziamo dalle smentite, pubblicate sull’agenzia ufficiale del Comune e leggermente dissonanti dal contesto, a voler essere pignoli.

Nell’ultimo vertice di due sabati fa a Palazzo di Vetro, il centrodestra catanzarese, sempre più impantanato nelle sabbie immobili dell’indeterminato permanente, si era dato appuntamento per il successivo giovedì, oppure, in seconda convocazione, considerata l’occupazione parlamentare di alcuni convenuti, per il sabato dopo.

Poi, considerato l’impasse, e facendo tesoro del vecchio adagio repetita non iuvant, tacitamente la riunione è saltata.

Tecnicamente, con brutto termine entrato nel gergo burocratico, è stata sconvocata. La settimana, invero, aveva visto progredire le trattative per l’individuazione del comune candidato sindaco di un passo avanti e uno indietro.

Sinibaldo Esposito, il più gettonato – ci si perdoni il termine, forse non è il più charmant – aveva gentilmente ma decisamente declinato l’invito, al quale avrebbe magari aderito ma solo in presenza di un’unanime designazione lontana dal verificarsi.

Il più convinto assertore della soluzione Esposito è stato per lungo tempo il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso che, arrivati a quel punto, si è prudentemente messo in posizione di osservatore in attesa dell’evolversi degli eventi.

Insomma, da parte sua, si è già speso. Ieri mattina, domenica, si era anche sparsa la voce di un incontro marinaro tra lo stesso Mancuso e il coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Giuseppe Mangialavori.

Incontro seccamente smentito dall’esponente leghista. La circostanza sarebbe stata anche plausibile, perché il senatore è portatore dell’istanza numero due, intestata a Marco Polimeni che, a questo punto, diventa l’oggetto del contendere, nel senso che intorno al presidente del Consiglio comunale si va facendo la conta dei favorevoli e contrari.

Non è un passaggio indolore. Polimeni nell’ultimo scorcio di stagione ha avuto un’evoluzione lenta ma continua, passando dall’essere braccio destro di Sinibaldo Esposito a successore in pectore di Sergio Abramo per finire alla corte di Mangialavori, tanto da presentare la lista ufficiale azzurra nelle ultimissime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale.

A questo punto si entra in altro terreno, non meno malsicuro del precedente. Mangialavori è coordinatore regionale di Forza Italia, a rigore gerarchicamente dovrebbe esserne la voce più influente e autorevole su queste latitudini.

Ma la natura liquida di Forza Italia, carattere genetico della creatura berlusconiana, concede molta fluidità alle gerarchie quando planate nei territori.

È in atto il tentativo di penetrazione di Mangialavori che si attua attraverso la convergenza di diversi esponenti finora acquartierati in formazioni civiche o in rottura con la precedente leadership.

Insomma, mentre si dà come scontata la suddivisione regionale di influenza, Mangialavori nelle tre province centrali Occhiuto a Cosenza e Cannizzaro a Reggio, a Catanzaro è ancora aperto lo scontro tra il coordinatore regionale e il provinciale Mimmo Tallini, da tempo in atto ed esploso in conseguenza degli esiti delle elezioni regionali.

In proposito è pendente, come è noto, il ricorso presentato da Antonello Talerico – e da Silvia Parente – contro la proclamazione dei due eletti che lo hanno preceduto nelle preferenze di collegio nelle liste di Forza Italia: Michele Comito e Valeria Fedele, attuali consiglieri regionali. La sentenza di primo grado è attesa per la prossima settimana o giù di lì.

L’eventuale accoglimento di uno o ambedue i ricorsi di Talerico lo porterebbe ad assumere una migliore posizione contrattuale nella corsa per la candidatura.

Talerico ha già dichiarato solennemente che, dovendo scegliere tra le due cariche, opterebbe per la prima cittadinanza. Intanto, ha incassato perlomeno la pubblica attenzione di Tallini, ben lontano dal subitaneo e rubicondo rigetto manifestato da Mangialavori nel vertice, quando l’avvocato è stato evocato come possibile soluzione.

Non è azzardato considerare che allo stato, la scelta del centrodestra è limitata a queste due opzioni, Polimeni o Talerico, con una terza possibile, ma più esterna al perimetro usuale, di cui diremo.

È che occorre ragionare nell’ottica da tutti accettata della quasi ineluttabilità del ballottaggio, dell’uno contro uno conseguente al mancato raggiungimento della maggioranza assoluta al primo turno.

Chi garantirebbe maggiore convergenza anche trasversale? Chi in caso di ballottaggio apporterebbe voti disgiunti? Chi è portatore di una robusta dote autonoma, fatta di liste e di parti civiche indipendenti?

Sono questi, probabilmente, i quesiti a cui dare risposta. Anche in riferimento all’altra questione sulla quale sembra concentrarsi l’attenzione degli osservatori, quella trasversalità che si va imponendo come chiave di lettura peculiare della presente tornata elettorale.

Trasversalità che ha accoglienza in Valerio Donato, per indicazione diretta da parte Udc nel vertice di centrodestra e per dichiarato non interesse da parte dello stesso.

È ancora presto per valutare se la corsa a due nel centrodestra, tra Polimeni e Talerico, possa addirittura estendersi a un terzo concorrente, finora inopinato.

Certo è che su questi temi si gioca la partita, sui quali manca ancora una chiara presa di posizione delle forze politiche costituite, chiamate alla loro assunzione di responsabilità, che è maggiore di quanto possano assicurare le diverse espressioni civiche: Lega, Forza Italia, Udc, Coraggio Italia, e Fratelli d’Italia il cui basso profilo finora tenuto in questa competizione è stato già sottolineato.

Probabilmente preludio a un pronunciamento che non potrà che venire dalla maggiore esponente in campo regionale, la commissaria Wanda Ferro.

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