C’era una volta il centrodestra. Il “tranquillo” weekend di Forza Italia

Quale delle due è più clamorosa: l’uscita di Tallini o la nomina di Polimeni a coordinatore cittadino? O nessuna delle due?

L’ultimo sabato di marzo, quello che precede l’entrata in vigore dell’ora legale, regala alla città politica uno scossone niente male, quando tutto lasciava presagire la consueta immota bonaccia nell’area di centrodestra.

Tra le due novità susseguitesi a spron battuto, l’uscita di Tallini e Cardamone da Forza Italia e la nomina di Polimeni a coordinatore cittadino, non è facile dire quale sia la più clamorosa.

Verrebbe da dire la prima, se non fosse ormai notoria la defaticante crisi dei rapporti dell’ex presidente del Consiglio regionale e del suo delfino con la dirigenza regionale del partito e il contemporaneo eclissarsi della presenza di Cardamone nel quotidiano tran tran politico cittadino, assente da diversi turni alle sedute d’aula del Consiglio e anche alle riunioni di giunta.

A ben vedere non c’è molto di inusuale neanche nella nomina di Marco Polimeni, poiché ormai da mesi si era capito, e in alcuni atti pubblici era stato manifestamente comprovato, l’avvicinamento del presidente del Consiglio comunale verso il coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori e il presidente della giunta Roberto Occhiuto.

È stato Polimeni, ricordiamo, a presentare la lista di Forza Italia alle ultime elezioni del Consiglio provinciale di Catanzaro. Se proprio si vuole conferire la patente di clamoroso a un aspetto che lo possa riguardare, con l’ingresso ufficiale in Forza Italia in posizione di responsabilità si consuma ufficialmente il divaricamento del percorso politico di Polimeni da quello di Baldo Esposito.

I due avevano per lungo tempo condiviso l’egemonia nella conduzione di Catanzaro da Vivere, a metà tra movimento civico e lista elettorale.

Oltre a Polimeni che indossa la maglia azzurra, la giornata odierna ha regalato la diffusione di foto che testimoniano un Baldo Esposito sempre più a proprio agio nella casacca scudocrociata dell’Udc: era infatti insieme a Lorenzo Cesa a Reggio Calabria per celebrare gli imperituri fasti del Grande Centro, e non nel pubblico di sala, ma nel tavolo buono di coloro che contano.

Al di là dei destini personali, che a questo punto sono ancora una volta tutti da costruire, le repentine uscite e i subitanei ingressi nella scena politica cittadina testimoniano visibilmente quanto ormai è parere concorde: la grande crisi del centrodestra come aggregazione unitaria, quasi un affidabile Suv urbano a motore ibrido, capace di alimentarsi di propria energia traendola dal consumo inesausto delle continue frizioni interne.

Il miracolo si è avverato diverse volte nelle ultime tornate elettorali, sia regionali che amministrative, ma questa volta sembra proprio che il pubblico dei fedeli debba rimandare la visione dell’ampolla salvifica.

Difficile che il centrodestra ritrovi la fluidità necessaria perché questa ormai è tutta impiegata a facilitare lo switch delle liste civiche (o pseudo tali) di area verso il binario sicuro di Valerio Donato e della sua Rinascita.

E, d’altra parte, le parole con le quali Mangialavori conclude la sua nota di ringraziamento a Tallini e di benvenuto a Polimeni sono alquanto sibilline: solamente rassicurano che “Forza Italia continuerà a lavorare senza sosta per dare al capoluogo il sindaco che merita in occasione delle prossime elezioni Amministrative”. Meritate, gente, meritate.