Marco Polimeni: “Catanzaro scelga bene o sarà l’ennesimo Consiglio inadeguato”

Parla il nuovo coordinatore cittadino di Forza Italia e presidente uscente dell’Aula rossa. ”Alzare il livello culturale dell’Istituzione”

Marco Polimeni coordinatore cittadino di Forza Italia. Come la si guardi, c’è una novità nel panorama politico di Catanzaro, in un passaggio cruciale verso i prossimi cinque anni. Polimeni, quale effetto le fa assumere questa precisa e nuova connotazione, e come è maturato l’avvicinamento e l’ingresso a pieno titolo nel partito di Berlusconi, Tajani, Occhiuto e Mangialavori?

“Fino ad oggi ho agito quasi esclusivamente nell’alveo delle liste civiche, seppur sempre riconducibili all’area moderata del centrodestra. Questa nomina comporterà responsabilità ancora più rilevanti per i prossimi cinque anni se si considera che Forza Italia è il partito trainante dell’azione di governo della Regione e se si tiene conto anche del fatto che il Presidente della Giunta milita sotto le stesse insegne. I rapporti con il coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori e lo stesso Roberto Occhiuto sono sempre stati animati da collaborazione e stima. Lavoreremo sul solco già tracciato dal coordinamento regionale, con l’obiettivo di arricchire il partito, favorendo la partecipazione di giovani, donne e professionisti che possano contribuire allo sviluppo di una comunità politica e amministrativa”.

Quale consistenza effettiva ha il partito azzurro, oggi, nel capoluogo della Calabria? Può contare su una struttura consolidata di iscritti, dopo l’uscita, dirompente se pur non inaspettata, di Mimmo Tallini?
“Nel capoluogo sarà necessario rifondare l’azione di partito secondo nuovi obiettivi, nuovi metodi e nuovi standard culturali. Ma attenzione: non credo affatto che questo sia un elemento di negatività. Ad esempio ho già avuto il piacere di riscontrare che molti amministratori locali da tutta la provincia hanno espresso a mezzo stampa il loro gradimento per il nuovo corso di Forza Italia e potrebbero, ora, guardare a questa compagine con maggiore interesse”.

Il mandato di Sergio Abramo si avvia alla conclusione. I nuovi scenari politici avranno ripercussioni su questo scorcio di consiliatura dal punto di vista istituzionale e amministrativo? La maggioranza terrà fino alle urne? Il Consiglio comunale sarà ancora “governabile”? Lo chiedo al presidente dell’Assemblea.

“Il Consiglio comunale reggerà sicuramente fino alla fine della consiliatura, considerando anche che mancano pochi mesi alla scadenza. Per quanto riguarda Sergio Abramo ritengo che la sua storia politica sia legata a doppio filo con quella del Capoluogo. Gli ottimi rapporti – istituzionali e personali – che intercorrono tra me e il Sindaco non mi impediscono di esprimere giudizi a tutto tondo. Per onestà intellettuale non posso non affermare che Abramo ha certamente commesso errori dal punto di vista della strategia politica; ma è con la stessa onestà intellettuale che gli riconosco di essere stato un brillante amministratore: la gran parte delle opere pubbliche presenti in città portano la sua firma; l’Amministrazione gode di ottima salute dal punto di vista economico-finanziario, proprio mentre decine di capoluoghi subiscono la scure del dissesto; sono stati aggiudicati quasi tutti i finanziamenti possibili degli ultimi anni, tramutati di conseguenza in progetti rilevanti (dalla metropolitana di superficie al plafond di opere presenti in “Agenda Urbana”); la differenziata funziona in modo quasi ineccepibile; è stato costituito l’Ato dei rifiuti e si procede a passo spedito verso il completamento dell’Atem del gas. Credo che chiunque sarà il prossimo Sindaco della città si troverà dunque impegnato a ricostruire una comunità politica, ma anche a tagliare tanti nastri”.

Quale lo stato del centrodestra cittadino. Svanite le aspettative per un candidato unico di coalizione? C’è ancora margine per una sua candidatura a primo cittadino?
“Ritengo decisamente tardiva una riorganizzazione del centrodestra sul mio nome. Circa un mese fa, quando l’ipotesi è stata concretamente vagliata, ci trovavamo in un momento diverso: la vittoria di un centrodestra unito sarebbe stata raggiungibile. A conferma di questa mia esternazione devo dire che fu emesso anche un sondaggio commissionato da una parte della coalizione, con interviste diffuse in tutti i quartieri della città, che vedeva primeggiare me e Baldo Esposito (nome che era stato intelligentemente proposto da Filippo Mancuso). Ma la storia parla da sé: hanno prevalso personalismi, veti e invidie. A prescindere da chi guiderà l’Amministrazione comunale, spero vivamente che i partiti possano selezionare al meglio la classe dirigente, ma anche che i catanzaresi sapranno scegliere con attenzione i candidati al Consiglio comunale. Sarà assolutamente necessario puntare su coloro che potranno essere capaci di alzare il livello culturale dell’Istituzione, nonché di offrire un contributo concreto allo sviluppo della città. Diversamente, anche la prossima Amministrazione rischierà di trovarsi ostaggio dell’ennesimo Consiglio comunale inadeguato”.