Caracciolo (Catanzaro Vivace): “macroscopiche dimenticanze” di Donato a Santa Maria

"Un esempio? Si cita, giustamente, Fondazione Betania e si omette di ricordare L’Istituto Palazzolo delle Suore"

Ho letto con molto interesse il resoconto dell’iniziativa di Valerio Donato a Santa Maria e pur riconoscendo un tentativo di avviare ragionamenti sulle politiche sociali e sulla valenza che esse avrebbero proprio nel contesto del quartiere, spiace constatare, almeno nelle parole dette da Donato, macroscopiche dimenticanze e, sopratutto, la mancanza quasi totale di una visione strategica che, questa si, servirebbe al quartiere e al suo sviluppo.

Non si capisce, nelle parole di Donato, in che modo possa svilupparsi la valorizzazione e la modellizzazione delle esperienze attive.

Non si capisce perché si cita, giustamente, Fondazione Betania e si omette di ricordare che nel quartiere insiste, per esempio un’altra realtà storica e da sempre impegnata nelle politiche sociali. L’Istituto Palazzolo delle Suore, ha rappresentato, e rappresenta ancora,un riferimento certo per generazioni di catanzaresi di periferia, ma forse qualcuno lo ha dimenticato, forse troppo preso da elucubrazioni e “supercazzole” forbite su percorsi ciclabili e pedonali dal centro fino a lido (magari con le scale mobili da Sala a Piazza Roma…) o sulle fattorie di prossimità.

Una visione che omette, che non va alla ricerca di responsabilità e che non analizza lo stato delle cose rischia di essere percepita, ovviamente, come l’ennesima azione di distrazione di massa dal sapore elettoralistico.

Una accozzaglia di frasi fatte e di scarsa conoscenza di dinamiche sociali che attraversano il quartiere con preoccupanti e consolidate ricadute sociali delle quali sono evidenti le responsabilità. Le responsabilità di chi ora sostiene Donato e che da tantissimi anni non ha mai alzato un dito per analizzare per poi risolvere i problemi del quartiere. Chi ha gestito le leve del potere e ha governato gli assessorati alle politiche sociali negli ultimi vent’anni oggi sostiene Donato. 

Così come ha governato i settori della viabilità e dello sport. Talmente lungimiranti da aver smantellato l’unico campetto sportivo del quartiere per costruire un giardinetto senza arte né parte. 

Con quale credibilità, oggi, si parla di politiche sociali e di valorizzazione delle realtà sociali di Santa Maria o di valorizzare gli sport minori?

Capisco che c’è chi vuole “civilizzare” i quartieri, Santa Maria compresa, ma che si continui a pensare che bastano due tre parole “tecniche” per affrontare il disagio sociale della periferia, sinceramente lascia sbigottiti.

Il candidato Donato non si avventuri in cose che, evidentemente, conosce poco e si faccia meglio consigliare dai suoi sostenitori. 

Nell’ambito delle politiche sociali la demagogia e le strumentalizzazioni rivestono maggiore importanza proprio per la natura di chi il disagio lo vive sulla propria pelle. 

Senza una visione credibile di comunità, che manca totalmente nei ragionamenti di Donato, non si aggredisce il disagio, lo si aggrava generando false speranze.

Senza il rispetto per la verità si perde il futuro delle nuove generazioni e di chi vive le difficoltà quotidiane. 

Vitaliano Caracciolo

Catanzaro Vivace