Non dire gatto… Il quadro molto frammentato consiglia prudenza nelle previsioni

Il candidato a sindaco Donato si sottrae al gioco delle autocandidature. Il problema delle liste e della rispondenza al quadro nazionale di riferimento

Il sindaco ancora non c’è, le liste sono di là a venire, il 12 giugno è lontano, eppure c’è già chi è consigliere comunale, assessore, vicesindaco e capo di municipalizzata. O, quantomeno, si considera tale. Fioccano le autopromozioni sul campo coltivatissimo dei social, dove il nuovo profilo contende i like al più scontato leone da tastiera. Tanto che in serata è dovuto intervenire motu proprio il candidato sindaco Valerio Donato per precisare che “non ho ancora visionato le liste in quanto il tavolo della mia coalizione non è ancora stato avviato”. Con la conseguenza “che le candidature nelle varie liste a mio sostegno saranno determinate solo all’esito dell’istituzione del tavolo di coalizione”. La precisazione giunge quanto mai opportuna, anche perché aiuta a evitare avventurosi salti in avanti, il principale dei quali dà quasi per scontato un vantaggio nelle previsioni di voto facendolo derivare dal numero delle dichiarazioni a sostegno da parte di esponenti più o meno noti in quanto già facenti parte del circuito politico cittadino, nella presente e nelle passate stagioni amministrative. Esperienza vuole che una prima seria valutazione in proiezione previsionale può essere data solo al momento della presentazione delle liste, dal loro numero in ciascuna coalizione, dalla loro composizione. Fa bene il professore Donato a mettere le mani avanti e a tirarsi fuori da questo gioco un po’ infantile, che denota più insicurezza in chi lo pratica che maggiore probabilità che qualcuno ci caschi.

Al momento può essere riportato con sufficiente precisione la traiettoria di avvicinamento o di allontanamento di questo o quel personaggio e delle aggregazioni che rappresenta nei confronti dei candidati sindaci. Con l’avvertenza che il discorso deve ritenersi ancora aperto proprio nella parte di elettorato che solitamente è espressione della coalizione politica di centrodestra. Pur nella considerazione che di amministrative si tratta, è pur vero che le catanzaresi non sono amministrative di paese, con tutto il rispetto per i paesi. E che a confrontarsi non sono due liste civiche improvvisate, una con il simbolo della Squilla e l’altra con la Spiga di grano. Un esame deve essere sempre passato a livello dei partiti nazionali. Un passaggio che naturalmente non è indolore. Lo ha fatto la coalizione di centrosinistra, tanto che solo all’esito del beneplacito del Partito democratico e del M5Stelle Nicola Fiorita ha ufficializzato la propria candidatura. Non lo ha ancora fatto, o non lo ancora completato, la coalizione di centro destra, mancando all’appello l’adesione di Fratelli d’Italia, dell’Udc e del variegato mondo che cerca spazio nel perimetro comprendente Noi con l’Italia e Coraggio, ufficialmente perché alla ricerca di una sintesi unitaria che ancora manca.

A fronte di questo schema rimane la volontà più volte ribadita da Valerio Donato di volersi tirare fuori dagli schemi di partito e, in virtù di ciò, accogliere tutti coloro, individualmente o come partito lista o movimento, accettino il suo programma e la sua leadership. Insomma, si è difronte a due visioni discordanti delle quali è difficile predire al momento la prevalenza, se alla fine prevarrà l’ottica programmocentrica di Donato o quella partitocentrica al momento propugnata in maniera aperta da Vincenzo Speziali (Udc) e più sfumata da Wanda Ferro (FdI). Senza tralasciare, anzi ritenendola assolutamente attendibile, che alla fine il centrodestra si presenterà diviso alle urne, parte con Donato secondo i sostegni già espressi e parte con l’altra opzione d’area, rappresentata da Antonello Talerico.

Al momento parrebbero interessati a quest’ultima soluzione, in mancanza della chiave unitaria, l’Udc di Speziali, Noi con l’Italia, Officine del Sud, parte di Coraggio Italia non afferente a Sergio Abramo. Nessun segnale proviene da Fratelli d’Italia, tanto che sembra impossibile una sua presenza solitaria. Se le cose dovessero realmente evolvere in questo senso, il voto a giugno potrebbe rivelarsi molto più frammentato di quanto superficialmente finora considerato, rendendo molto più consistente l’ipotesi di un ballottaggio dagli esiti incerti, condizionati dai successivi apparentamenti.