Referendum giustizia, Tassone: “Se ne parla troppo poco per far mancare il quorum”

"L’Italia è uno Stato di diritto? I dubbi sono leciti quando la politica ha consentito aree franche che in un sistema democratico non è accettabile"

Nei referendum sulla giustizia per i quali si votera’ il 12 giugno se ne sta parlando poco. La strategia del silenzio è in atto per far mancare il quorum. Un’azione ben congegnata per scansare il pericolo che i quesiti siano approvati. I protagonisti della strategia del silenzio sono i magistrati sostanzialmente supportati dagli organi di informazione, dalla televisione di stato,da quel mondo della cultura sempre silente quando è in utile attesa. Eppure le questioni che riguardano la magistratura o meglio uno Stato di diritto quale dovremmo essere, rimangono irrisolte.

La riforma Cartabia indica percorsi innovativi che danno delle risposte non esaustive. È una abbozzo di riforma malgrado lo sforzo del ministro della giustizia. La magistratura rimane asimmetrica rispetto all’esecutivo e legislativo. Un fortilizio in un regime di extraterritorialità. I Partiti avrebbero potuto scrivere una storia diversa. La politica non c’è, ecco il perché di una mezza riforma che ha compiaciuto il movimento eversivo dei 5 stelle, giustizialista per principio flessibile nella realtà.

La questione della separazione delle carriere tra i procuratori e giudici, non è risolta . Si limita ulteriormente il passsaggio da una funzione all’altra ma non risolve il problema. I procuratori continueranno a far parte della magistratura in una posizione preminente rispetto la difesa e la stesssa magistratura giudicante.
In un un contesto sociale debole e influenzabile anche un avviso di garanzia suona come condanna.

Il rinvio a giudizio e’ una sentenza passata in giudicato e le misure restrittive ottenute in molti casi in tempi “celeri” debbono far riflettere e preoccupare. Bisognerebbe potenziare le strutture del GIP. È una vecchia questione mai seriamente affrontata. È inopportuno che a conclusione di una Inchiesta o di una operazione di polizia vi siano le conferenze stampa dove i protagonisti procuratori e forze di polizia sembrano un tribunale speciale che emette sentenze definitive. Sarebbe utile conoscere quanti impianti accusatori sono crollati nei processi conclusosi con assoluzioni piene.

La domanda ritorna: l’Italia è uno Stato di diritto? I dubbi sono leciti quando la politica ha consentito aree franche che in un sistema democratico non è accettabile!
Mario Tassone