Nicola Fiorita illustra il suo programma di governo

Un corposo fascicolo frutto della collaborazione di cittadini ed esperti. “Solo opere che rispondono alla visione complessiva di città” 

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La coalizione di centrosinistra ha presentato alla stampa il suo programma di governo, un corposo e colorato fascicolo di oltre sessanta pagine, denso di titoli e di svolgimenti a tema. Per farlo, ha scelto un luogo simbolo, la Sala giunta di Palazzo De Nobili, dove tante volte sono stati decisi se non i destini certamente gli andamenti quotidiani di generazioni di cittadini catanzaresi. Per Nicola Fiorita un simbolo dall’impatto più intimo, vederlo svolto sotto il ritratto a olio del papà Franco, sindaco della città nei primi anni 90.

A Pasquale Squillace, su cui ruota una parte importante della campagna elettorale, il compito di introdurre un ospite da remoto, l’urbanista Daniele Carratella che dall’Olanda ha collaborato attivamente per trasferire il format degli Urban Labs nella realtà di Catanzaro, adattando un canovaccio già sperimentato altrove ai 43 quartieri nei quali la città è suddivisa, e anche divisa. Sul grande tavolo quadrato della Sala giunta sono spalmate due grandi mappe topografiche di Catanzaro, una puntellata dai cento post it delle proposte via via giunte dai questionari e dagli incontri preparatori, l’altra ordinata e tipograficamente ordinata, sulla quale suggerimenti e soluzioni sistematizzano l’arcipelago cittadino, nel quale le diverse “isole” interagiscono, dialogano, scambiano.

Il programma amministrativo a stampa consta dell’introduzione del candidato sindaco con annessa citazione dalle calviniane “Città invisibili” e di sette capitoli in cui Catanzaro viene viceversa vista e declinata come Città europea, Capoluogo di cultura e creatività, Futura, Inclusiva e coesa, Efficiente e trasparente, Sostenibile, Rigenerata.

In sintesi, un programma aperto e partecipato “esito finale di un percorso durato 5 anni – racconta Fiorita -, dopo l’esperienza esaltato delle amministrative del 2017 quando il movimento civico – Cambiavento, ndr – ha avuto un risultato inaspettato. Oggi la coalizione è una certezza, cha ha avuto un indirizzo impostato due anni fa con le prime riunione del Nuovo centrosinistra – e qui elenca le formazioni e le persone che più hanno contribuito – il cui risultato è il programma che presentiamo, arricchito e irrobustito dai contributi dei cittadini, delle associazioni, e di molti esperti di valenza nazionale e internazionale – e qui cita il botanico catanzarese Stefano Mancuso. Ciò che viene fuori, e che vogliamo è una città senza discriminazioni fisiche tra quartieri, integrata, aperta”.

L’aspirante sindaco anticipa la prevedibile domanda sui primi cento giorni, sulle priorità dell’appena eletto. Primo, incontrare i dipendenti comunali: senza la fiducia della macchina comunale, nessun programma ha vita lunga. Secondo, incontrare i volontari della Protezione civile, offesi nella loro dignità. Terzo, mettersi a lavorare, iniziando dall’esame delle cose che sono rimaste appese, il Psc, il Piano mobilità, il Porto, il depuratore, la stagione estiva, già iniziata e già in ritardo, preludio all’altro impellente impegno: garantire lo svolgimento ordinato dell’anno scolastico: “Ci sono bisogni semplici a cui rispondere semplicemente e viceversa, ci sono bisogni complessi che meritano una risposta complessa. Non ci sono risposte semplici a problemi complessi”. Per ultimo, una diagnosi: “la città è stata governata da una casse dirigente la cui forza riposa sulla debolezza della città”. E un’indicazione di programma: “Finisce la stagione dei tagli di nastro. Si faranno solo opere inserite nella visione di città e non tanto per apparire in foto. Anche perché in foto vengo male”.

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