I Quartieri: integrazione ospedaliera comincia da piccoli atti

Alcune riflessioni del presidente dell'associazione Alfredo Serrao

Il presidente Roberto Occhiuto – scrive Alfredo Serrao presidente dell’Associazione I Quartieri – sbarra l’ingresso alla Cittadella regionale ai tirocinanti Tis (Tirocini di inclusione sociale) che insieme ad alcune sigle sindacali si erano recati per manifestare il loro dissenso su un altro dei problemi calabresi: la stabilizzazione. Già questa per le modalità e per le motivazioni che non ci interessa indagare è una brutta notizia, o meglio un metodo poco partecipativo che, forse ingiustamente, distingue fra lavoratori di serie A e di serie minore ed anche fra sindacati dialoganti e quelli non dialoganti. La Calabria ed i suoi problemi non meritano questo, non meritano distingui e soprattutto non merita di non poter manifestare un dissenso, nelle forme e nei modi democratici. 

Questa premessa ci consente di mettere sul piatto un altro problema, che è organico ad altro male atavico della nostra regione: la sanità.

La città di Catanzaro dovrà affrontare un passaggio fondamentale per il suo rilancio e soprattutto per riposizionarsi in termini di risposta qualitativa in tema di sanità. All’orizzonte c’è l’integrazione fra l’AO Pugliese-Ciaccio e l’AOU Mater Domini,  una procedura che non è una fusione a freddo, ma si inserisce in un passaggio che è culturale e non solo funzionale fra una sanità ospedaliera e l’altra universitaria. Non sfugge a nessuno e speriamo nemmeno a chi governa le dinamiche politiche e sanitarie, che l’integrazione ospedaliera a Catanzaro è un tema di grande complessità e peraltro molto scivoloso, per le ricadute che porta nella sua scia, non ultimo la possibile mortificazione ingiusta di esperienze consolidate in area ospedaliera e una visione prospettica del tessuto urbano.

In questo tema il senso di responsabilità non può essere miope, tanto che ci sembra superficiale l’atto emanato dal neo commissario straordinario dell’AOU Mater Domini, Vincenzo La Regina che rifacendosi alla delibera regionale n.200 del 12 maggio 2022, indice “un avviso interno di manifestazione di interesse per uno infermiere dipendente a tempo indeterminato per attivazione ambulatorio infermieristico c/o la sede della Cittadella regionale”.

Fatta salva la bontà della procedura derivante da un atto di intesa fra la Regione Calabria e l’AOU Mater Domini, il messaggio che passa mentre si discute di integrazione aziendale immaginando una procedura la più aperta e trasparente possibile è che esistono, potenzialmente, dipendenti di serie privilegiata e dipendenti di classe inferiore. Lo ripetiamo ancora che l’integrazione degli ospedali cittadini non è solo un trasferimento di personale e di posizioni. E’ un salto culturale che deve essere la costante di una nuova strategia sanitaria che sappia integrare le diverse professionalità, riaccendendo e motivando quell’entusiasmo che è alla base per la riuscita del progetto.

Ecco che allora l’avviso interno di manifestazione di interesse per uno cps infermiere dipendente a tempo indeterminato poteva e forse doveva, almeno in relazione al progetto in intinere, essere aperto anche al personale del Pugliese-Ciaccio. Perché siamo certi che le contrapposizioni ed i malumori saranno un problema ed un ostacolo per un grande centro regionale a valenza sanitaria, dove integrare significa motivare e non solo spostare pedine su una scacchiera di per sé già compromessa.