“Impedire che Catanzaro diventi il primo capoluogo di regione meridionale ad egemonia leghista”

La riflessione e l'analisi di Jasmine Cristallo

Per quanto non mi sia cimentata in questi mesi di campagna elettorale in sterili polemiche personali, ciò a cui non mi posso sottrarre è una valutazione sui fatti concreti e i fatti ci dicono, purtroppo, che oggi una coalizione guidata da Donato – al quale riconosco un alto profilo professionale – raggiunge il 53% dei consensi con le proprie liste mentre sonoramente boccia il candidato che che avrebbe dovuto rappresentarne la sintesi.

Il candidato sindaco Donato viene sistematicamente presentato, sulla rete ammiraglia del servizio pubblico, come espressione della Lega e da quegli stessi microfoni Salvini – appena ieri sera – ha rivendicato la grande attestazione del centrodestra a Catanzaro, avocando tale risultato all’affermazione delle due liste diretta espressione del suo partito e chiedendo il sostegno aperto di Fratelli D’Italia al ballottaggio.

Questo significa che è la Lega che guida la coalizione a Catanzaro si intesta questa battaglia.  Riconoscendo e rispettando la precedente storia politica di Valerio Donato, escludo che egli abbia provato sentimenti di orgoglio nell’essere targato “Lega”, ma leggendo una sua recente intervista ho notato con sconcerto una sorta di condizionamento – magari inconsapevole – da questa ideologia.

Mi riferisco a una sua dichiarazione in cui afferma che “Catanzaro dev’essere al centro di un PATTO tra Nord e Sud”.
Parlare di “patto” fra territori sottende a una competizione in atto da riconciliare, a una conflittualità da superare, richiama l’idea che ci siano due realtà separate, due diverse Italie che devono giungere ad un accordo là dove la Costituzione prevede, invece, unità nella complessità e le autonomie sono espressione di tale complessità, nella quale si rispecchiano le peculiarità dei singoli territori da valorizzare nel rispetto dei principi di Uguaglianza, Solidarietà e Perequazione.  Non c’è, dunque, alcun patto da suggellare a meno che Donato non abbia profondamente aderito alla visione competitiva dei territori a cui la Lega da decenni ci ha abituato.

Fa specie pensare di essere passati dallo slogan “Nord-Sud uniti nella lotta”, scandito con forza e rabbia nei cortei che nel passato hanno dato identità a Donato, alla visione secessionista ancora presente nello Statuto leghista e che Salvini si appresta a rispolverare avendo annunciato il ritorno al pratone di Pontida.  Un aspirante sindaco del Sud in questi giorni non dovrebbe alimentare contrapposizioni territoriali di matrice secessionista, ma spingere per un’operazione verità sulle manovre in atto nelle segrete stanze del potere finalizzate all’approvazione del disegno di legge quadro sulle autonomie su impulso della ministra Gelmini la cui approvazione renderebbe definitiva la discriminazione tra i territori. Il 26 giugno saremo chiamati non solo ad eleggere il nostro sindaco, ma ad impedire che Catanzaro diventi il primo capoluogo di regione meridionale ad egemonia leghista.
Jasmine Cristallo