Nodo presidenza, si riunisce la Capigruppo provvisoria per trovare una data utile all’elezione

Al di là delle dure note, si riaprono i tavoli per il superamento della contrapposizione muro contro muro

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Questa mattina a Palazzo De Nobili il consigliere anziano Eugenio Riccio e presidente provvisorio del Consiglio comunale di Catanzaro riunisce i pari grado (consiglieri anziani in quanto hanno riportato il maggior numero di voti nell’ambito della propria lista) in quella che è una Conferenza dei capigruppo prima che la Conferenza dei capigruppo vera e propria sia formata e costituita. Occorre trovare l’accordo per la data della prossima convocazione del Consiglio che sulla carta dovrebbe essere quella utile ad eleggere, finalmente, il presidente effettivo e permanete dell’assemblea, dopo che i primi tre tentativi sono andati a vuoto, i due iniziali nei quali era prevista la maggioranza qualificata dei due terzi, e la terza, quella di ieri, nella quale sarebbe bastata la maggioranza assoluta della metà più uno degli aventi diritto, in pratica 17 preferenza su un solo candidato, possibilità non sfruttata, aggirata, rinviata a data da destinarsi quando i numeri, a un certo punto, ci sarebbero pure stati.

É accaduto infatti, che all’atto dell’abbandono dell’aula da parte di Valerio Donato e dei consiglieri che ancora lo sostengono – quella che a tutti gli effetti possiamo definire da questo momento in poi opposizione – gli stessi consiglieri che mantenevano i numeri necessari allo svolgimento legale dell’assemblea, i 13 che sostengono Nicola Fiorita più i tre che si sono aggregati ieri (Sergio Costanzo, Manuela Costanzo e Luigi Levato) avrebbero avuto i numeri sufficienti per eleggere il presidente del Consiglio, in quella che a tutti gli effetti possiamo oggi definire maggioranza consiliare. Perlomeno la seduta di ieri a questo è servita, definire una volta per tutte quale è la maggioranza e quale la minoranza o opposizione che si voglia dire. Ed è servita anche, la seduta di ieri, a dare misura di un Consiglio comunale di livello formale e sostanziale di livello, con interventi, dalla maggioranza e dall’opposizione, congrui, corposi, argomentati che, nell’insieme, al di là delle posizioni espresse, danno finalmente l’idea della corrispondenza qualitativa dell’assemblea alla caratura cittadina media ed effettiva.

Nelle note che i due schieramenti hanno diffuso in rapida successione tentando di inquadrare la situazione ciascuno secondo i propri intendimenti e di fornire un quadro delle responsabilità vere o presumibili dello stallo sinora registrato, tra le parole di circostanza e le figure di mera propaganda, emergono un paio di considerazioni più significative di altre. Nella nota dei tredici ‘fioritiani’ di più consolidata osservanza a un certo punto è scritto: “Non abbiamo dubbi che nella prossima seduta del Consiglio Comunale ogni consigliere avrà la possibilità di esprimersi liberamente e senza condizionamenti e ciò vale per tutti. Si dovrà necessariamente formare una convergenza su una personalità che possa guidare l’Assemblea cittadina e consentire l’avvio vero e concreto della legislatura”. Nella nota dei consiglieri di Rinascita, accanto alla considerazione che “finalmente nella massima assise cittadina vi è un’opposizione seria e responsabile” e alla constatazione dell’esistenza di “un’aula a geometria variabile” c’è l’ammissione che a Fiorita e ai suoi spetta “governare, così come spetta ai consiglieri eletti nella coalizione che ha sostenuto Donato fare opposizione”. Insomma, per la prima volta vengono sanciti e formalizzati ruoli istituzionali e formalizzate le competenze politiche e amministrative. Emerge infatti come evidente che si sia già formata in Consiglio una maggioranza che non corrisponde più a quella uscita nella prima votazione del 12 giugno – la “geometria variabile” – e che nella prossima seduta sarà necessario “formare una convergenza su una personalità che possa guidare l’Assemblea cittadina”.

Tradotto in soldoni vuol dire che le due candidature che ieri erano sotto osservazione, quella di Eugenio Riccio per l’opposizione e di Gianmichele Bosco per la maggioranza, pur non ufficialmente ritirate e ancora in campo, sono da considerare superate e che l’impegno congiunto delle due parti sarà nella ricerca di una soluzione che sia in sintonia con la concorde aspirazione al bene della città e dei cittadini. Che, detto in maniera meno generica, superi le due ‘imposizioni’ contrapposte, quelle che fino a ieri blindavano Eugenio Riccio da una parte e Gianmichele Bosco dall’altra, e che porterà all’instaurarsi di nuove trattative, dapprima necessariamente a tavoli separati e successivamente allargati. Rischioso per la coalizione di Rinascita insistere ancora su Riccio che dovrà fare un passo indietro ancor prima di saggiare la sua consistenza alla prova del voto, inopportuno per la parte di Fiorita fare di Bosco il presidente di una maggioranza risicata e scarificata all’osso.

Piuttosto, si apre il vero tema in discussione nella riunione di oggi. Quando convocare la nuova seduta? Fiorita e i suoi vorrebbero nel giro strettissimo di giorni se non di ore, avendo già chiesto con Vincenzo Capellupo che il Consiglio si riunisca nelle ventiquattro ore da ieri, da Rinascita si ventilano tempi molto più lunghi, addirittura posticipati a dopo Ferragosto, complici le assenze di Valerio Donato già programmata e di Wanda Ferro per impegni politici romani. Trovare l’accordo sulla data nell’atipica Capogruppo odierna potrebbe già dare misura e concretezza delle buone intenzioni manifestate dalle parti, al di là delle asperità di circostanza. Ma, come si sa, ad essere lastricata di buone intenzioni non è la strada che porta al paradiso.     

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