Catanzaro: scorrano i titoli di coda sul film della presidenza del Consiglio comunale

Mercoledì 17 si riunisce l’Assemblea cittadina: un piccolo passo dopo Ferragosto, un salto importante per la Città

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Non è dato sapere con certezza come andrà a finire mercoledì 17 agosto nell’aula azzurrata di Palazzo di Vetro dove è stato convocato il Consiglio comunale di Catanzaro fondamentalmente per eleggere il suo presidente.

Non è questione di pennacchio della minoranza o di arroganza della maggioranza, o perlomeno non è lo è più. Allo stato sono due i contendenti perché così definiti dai due rispettivi schieramenti: da una parte Eugenio Riccio, dall’altra Gianmichele Bosco. Il primo molto vicino a Filippo Mancuso e quindi all’ala leghista del civismo catanzarese. Il secondo eletto nella lista di Cambiavento sempre concorde con Nicola Fiorita. Non aggiungiamo altro nella catalogazione anche se la tentazione di definirli secondo gli stereotipi destra/sinistra è forte soprattutto nella temperie elettorale generale che stiamo vivendo, trattenuti peraltro dalla conoscenza di quanto sia approssimativo questo modo di approcciarsi alla realtà delle coalizioni che si sono misurate alle amministrative di giugno scorso.

Qui si tratta di chiudere un capitolo che si sta dilungando a dismisura a scapito della legittima pazienza del cittadino lettore ed elettore, si tratta di mettere i titoli di coda su un film che sta andando al di là della normale durata di programmazione. I tatticismi sono cosa legittima in situazioni di tranquillità relativa, non quando le urgenze mordono e gli avvenimenti sopravanzano di parecchio il tempo a disposizione. La riprova migliore è proprio nella puntuta nota che il consigliere di Rinascita Gianni Parisi ha indirizzato al sindaco Fiorita invitandolo a prendere in considerazione le grandi questioni e a misurarsi con esse, come l’Alta velocità ferroviaria negata alla Calabria, piuttosto che le ‘piccole cose’ di minuto cabotaggio.

La domanda è: come si fa se il Consiglio comunale non funziona nella pienezza dei suoi organi e delle sue competenze? Non tutte le ‘grandi’ questioni possono essere affrontate nell’ambito ristretto della Giunta, le più importanti necessitano di un passaggio consapevole partecipato e costruttivo in Aula, dove siede oggi, tra l’altro, un Consiglio di livello, ben distribuito tra le parti, con ottime individualità a fronte di una migliorata presentabilità complessiva. Aggiungeremmo: abbisognano di un tempestivo e concordato passaggio d’Aula. È per questo che la maggioranza di governo insiste nel mantenere fermo il proposito di assegnare a Bosco la presidenza, pensando che un presidente ‘amico’ risponda con migliore solerzia e puntualità alle priorità amministrative inscritte nelle ‘linee programmatiche’ nel cui solco si svolge l’attività dell’esecutivo. Parentesi. Linee non ancora presentate dal sindaco, attendendosi appunto che venga costituito il definitivo Ufficio di presidenza. Linee che, si presume, saranno illustrate da Fiorita nella seduta immediatamente successiva all’elezione del presidente.

La maggioranza consiliare, o quel che ne rimane considerata la non uniformità di comportamento tenuta in occasione dell’ultima votazione da parte di tre suoi componenti, viceversa pensa che una cosa sia l’attività d Giunta e un’altra quella di Consiglio, e che quest’ultimo abbia il diritto/dovere di scegliersi il suo presidente scindendo i due ambiti e garantendo, con ciò, una migliore distribuzione dei poteri. Per questo insiste su Riccio

. È il caso di ricordare che, frammentato il quadro della maggioranza consiliare – per intendersi quella uscita dal responso delle urne il 12 giugno, con il quadro tipico della zoppia d’anatra – è almeno dubbio ritenere che esista ancora in quanto tale. E, pertanto, che le basi logiche su cui si articola la sua richiesta non abbiano la solidità originaria. Si va, quindi, mercoledì 17 agosto, ancora muro contro muro. Con la variazione sul tema determinata dalla nuova situazione d’aula oggettivamente favorevole a Gianmichele Bosco, sulla carta già accreditato dei bastevoli 17 voti utili sui 33 complessivi, uno in più della maggioranza assoluta. Tutto sta nella capacità del consigliere di Cambiavento, che ha tenuto un rigoroso understatement durante tutte le precedenti sedute, nel costruire, o soltanto mantenere, il necessario amalgama di gruppo, sempre che questo effettivamente ci sia stato, ci sia e ci sarà. Cosa che sapremo solo (loro) votando.

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