Stadio Ceravolo, Capellupo: “Situazione poco chiara, soldi dei catanzaresi utilizzati male”

Il consigliere comunale sull'accordo bonario con l'impresa oggetto di una delibera della precedente giunta poi annullata sotto elezioni: "un bizzarro procedimento politico ed amministrativo"

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“In questi giorni ritornano in modo insistente le vicende, non calcistiche, legate ai lavori dello stadio comunale Nicola Ceravolo. Così come rilevavo circa 7-8 anni fa nelle denunce pubbliche e negli atti formali senza risposta che sottoscrivevo con i consiglieri Antonio Giglio e Roberto Guerriero, anche oggi la situazione si presenta confusa e poco chiara, con una sola certezza i soldi dei catanzaresi utilizzati male”. E’ quanto scrive in una nota il consigliere comunale Vincenzo Capellupo

“Da quei lavori di qualche anno fa costati 5 milioni di euro – prosegue Capellupo – senza entrare nelle vicende del passato, sono derivate, da parte dell’impresa che li ha effettuati, 22 riserve per un importo complessivo pari ad €2.595.794,17. Sì, abbiamo capito bene un importo che a fine lavori cresce del +50% per arrivare a circa 7milioni e 600 mila euro, già questo dato doveva fare drizzare i capelli ai funzionari dell’epoca.  Poi arriva il colpo di genio e come evidenza la delibera della precedente Giunta comunale la 201 del 9 giugno 2022: il Rup ed il Dirigente pro tempore hanno ritenuto di avvalersi dell’istituto dell’Accordo Bonario con la nomina di una apposita Commissione con il compito di perfezionare un accordo appunto ed attribuendo alla Commissione, però si sarebbe potuto e dovuto fare diversamente, il potere di assumere decisioni vincolanti per l’Ente, tagliando così di fatto le mani ad ogni possibile reazione dell’Ente stesso”.

“Tale accordo – continua il consigliere comunale –  porta alla ridefinizione dell’importo da riconoscere all’impresa che diventa € 903.203,53; l’accordo viene, anche, insolitamente ratificato dalla Giunta comunale dell’epoca con la delibera 342 del 19 agosto 2021, delibera di ratifica che poi viene confusamente annullata un anno dopo sempre con una delibera della stessa Giunta comunale la 201 de 9 giugno 2022, proprio sotto elezioni.  Insomma dovremo trovare e pagare, ed anche velocemente prima che arrivi il pignoramento, circa un milione di euro di soldi pubblici non per i servizi scolatici o per le politiche sociali o per fare magari uno stadio nuovo ma per chiudere il cerchio nell’iter di un bizzarro procedimento politico ed amministrativo in salsa catanzarese. Oltretutto, ancora peggio e non di poco conto, la copertura economica di questo accordo bonario allo stato non pare esistere e sarà il Consiglio comunale a dover prendere atto di un altro debito fuori bilancio ingiustificabile ed evitabile in questi termini e tempi. A questo punto mi chiedo se negli ultimi 10 anni il Comune di Catanzaro si è trovato a dover pagare altre centinaia di migliaia di euro pubblici alla stessa impresa o ad altre per debiti fuori bilancio originatisi proprio da lavori pubblici svolti dalle stesse imprese per l’Ente; sarebbe come pagare due volte chi lavora per il Comune di Catanzaro.  E mi chiedo, anche, se questa stessa impresa o altre in barba a qualsiasi logica o Codice etico continuino a svolgere ogni giorno lavori pubblici pagati dal Comune di Catanzaro; sarebbe come auto danneggiarsi quotidianamente. Se queste domande trovassero risposta affermativa, spero di no ma ne dubito, saremmo alla manifestazione più evidente del sistema e  paradigma catanzarese dell’assurdo tra mala politica, pessima amministrazione e facili guadagni per pochi”.

“Al Sindaco ed alla nuova amministrazione – conclude Capellupo – il compito di ripristinare la normalità e la legalità a Palazzo De Nobili assumendo gli atti necessari nelle sedi opportune su questa specifica vicenda e più in generale il compito di  individuare un percorso di uscita razionale, efficace e sostenibile per il bilancio da una falla strutturale e consolidata del sistema comunale; soluzione che deve essere trovata, anche, con il coinvolgimento del Consiglio comunale perché siano piene la condivisione e  la responsabilità politica ed istituzionale di tutti gli amministratori nell’interesse della città”.

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