Il nostro corpo come un barometro (prima parte)

“La voce del nostro Sé originale spesso è attutita, sopraffatta, persino soffocata dalle aspettative altrui. La lingua del Sé originale è il linguaggio del cuore” J. Cameron

Più informazioni su

Nell’articolo “Se tu ti ascoltassi” (n.10) ho parlato delle preziosa risorsa che è l’ascolto di se stessi, e questo nasce dall’ascolto del nostro corpo, che consente di sviluppare la sensitività, che è la capacità di discernere sensazioni e percezioni fisiche ed emozionali. Ora approfondiamo l’argomento per capire quale uso meraviglioso possiamo fare di questa nostra risorsa.

Secondo voi il mondo come lo conosciamo è uguale per tutti? Di certo molte saranno le risposte affermative a questo interrogativo, ma in verità non esiste un mondo sperimentato in modo oggettivo e quindi uguale per tutti. Ognuno di noi “elabora” gli stimoli che provengono dal mondo, e quindi anche le esperienze, in maniera fortemente “soggettiva”, vale a dire “personale”, al punto che si potrebbe dire che ciascuno si crea “il proprio mondo” o, come alcuni dicono “la propria mappa del territorio”. Per tutti noi è chiara l’enorme differenza tra un territorio e la mappa del territorio. Quest’ultima, infatti, non è il territorio, ma una rappresentazione dello stesso. Avendone una diversa rappresentazione, anche il nostro “vissuto”, ossia il modo di vivere/interpretare/dare un senso al mondo è diverso da persona a persona. A chi non è mai capitato, ad esempio, di ricordare in famiglia o tra amici un evento del passato e di notare come persone diverse ricordano cose diverse o ne danno una lettura differente? Talvolta sembra quasi di aver vissuto situazioni diverse, eppure state parlando di un’esperienza condivisa con altri, che sono stati, come voi, testimoni e interpreti dell’evento. Può trattarsi di una festa, di un litigio, di un viaggio. A me, per esempio, capita quando parlo di vecchi ricordi con mia sorella. E’ evidente che lo stesso episodio ha lasciato su di me e su di lei una “traccia” soggettiva.

Potete imparare a fare buon uso di queste differenze. In che modo? Imparando a distinguere tra ciò che la vostra anima vuole farvi notare e le cose che non sono particolarmente utili. Ecco a cosa serve la sensitività consapevole. C’è una forza dentro di voi (a cui si può dare il nome di Percettore interno, Rivelatore, Guida interiore) che è il potere dell’anima di dirigere la vostra attenzione perché notiate cose che vi aiutano ad apprendere le lezioni della vita. Quindi affinate l’ascolto e la sensitività per sentire, e ponetevi delle semplici domande-guida: perché sto notando questa cosa o questa persona? Che uso devo fare di questa percezione? L’attenzione durante la fila all’ufficio postale potrebbe, ad esempio, andare su una persona che non sta bene, ma che sta mostrando quel coraggio che avreste bisogno di applicare nella vostra vita.

Potete usare la sensitività consapevole anche per scegliere persone, luoghi, opportunità, risposte che vi danno una sensazione di profondo agio, che “risuonano” armoniosamente con la vostra energia, che formano con voi una bellissima sintonia.

Quando state per coinvolgervi con nuove persone o esperienze potete porvi alcune “domande-guida” come queste:

  • Questa scelta si armonizza con me?
  • Nell’immaginare una possibile interazione come mi sento? Mi sento meglio? Questa scelta mi aiuta ad essere ancora più sensitivo o devo stare attento a non chiudermi?
  • Che cosa potrei imparare lasciandomi coinvolgere?

Probabilmente vi troverete di fronte a offerte tentatrici, che vi allettano per i facili guadagni o benefici, ma che non si armonizzano con voi, creando intoppi e fallimenti. Potranno essere basate sulla paura, sul desiderio di sicurezza che deriva dal restare nella vostra cosiddetta “zona di comfort” in cui tutto è già noto, una sorta di status-magma in cui nulla si muove e non si rischia il noto per l’ignoto, anche a scapito della vostra auto espressione e della vostra felicità.

Immaginate, invece, di emettere la nota della vostra frequenza personale e di mandare questa vibrazione nel campo che vi circonda. Poi osservate cosa succede, se cose o persone entrano in risonanza con voi.

Potete usare la vostra sensitività anche per sentire l’energia dei luoghi. Provate in casa, in giardino, in ufficio, in montagna. Sentite l’energia insita nel punto in cui siete, immaginate che entri in voi dal centro della terra alla pianta dei piedi. Sulla base di ciò che un luogo suscita in voi, decidete se è in risonanza con voi o meno.

Per sviluppare ulteriormente la vostra sensitività consapevole è utile sapere che vi sono tre livelli nel cervello:

  • Neocorteccia
  • Mesencefalo
  • Cervello rettiliano
  1. La neocorteccia si compone dei due emisferi destro e sinistro. Il destro è deputato all’intuito e alla creatività. Il sinistro governa il pensiero analitico e il linguaggio.
  2. Il mesencefalo è il livello della percezione sensoriale (visto, udito, tatto..)
  3. Il più basso cervello rettiliano è orientato alla sopravvivenza e percepisce attraverso reazioni istintive di attrazione-repulsione e di lotta-o-fuga. Poiché i dati del corpo salgono lungo la spina dorsale, il cervello rettiliano è il primo punto in cui le informazioni arrivano a consapevolezza. Poi nel mesencefalo i sensi arricchiscono queste informazioni e le trasferiscono alla parte superiore del cervello, la neocorteccia dove prendono significato e forma verbale.
    Per attivare una sensitività molto sottile, è utile chiudere gli occhi e scendere al di sotto del senso della vista, e rimanere fusi con il proprio corpo. Provate ad ascoltare i suoni, dentro e fuori di voi, vicini e lontani. Muovetevi al di sotto del suono verso la consapevolezza tattile. Sentite tattilmente cosa c’è dentro e fuori di voi saggiando la temperatura e le superfici. Potreste sentire differenze di temperature tra una parte e un’altra del corpo, o che un tessuto è ruvido. Con gli occhi ancora chiusi notate cosa cogliete con l’olfatto. Più siete in una condizione di calma, più noterete gli odori sottili. Sintonizzatevi su queste percezioni sottili e imparerete a raccogliere informazioni su voi stessi e su ciò che vi circonda, sulla sintonia o risonanza tra l’interno e l’esterno. Prima registrate un’impressione e la decifrate, più consapevolmente sensitivo diventerete.
    E così lasciate che sia la vostra sensitività a guidarvi come una bussola. Il corpo non mente. Sperimentate. E se volete approfondire l’argomento non perdete il prossimo articolo che pubblicherò “il nostro corpo come barometro II parte”.

“Non siamo oggetti, siamo sconfinati e parti del tutto”

Se volete lasciare un commento, di cui vi ringrazio, potete farlo visitando il blog tizianacumbo.blogspot
(cit. P. Peirce)

Tiziana Cumbo

Più informazioni su