Le rubriche di Catanzaro Informa - Contrappunti

La cosa

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    Una città incapace di pensare una sua identità, di fare i conti con il proprio passato, di vedere il presente, di immaginare un futuro. Una città che impietosamente e affannosamente si accanisce su se stessa, cancella, disperde. Un città in cui nulla è progetto, identità, costruzione condivisa.

    È questa, ai miei occhi, la città che unanimemente si appresta a demolire la cosiddetta “scala” di piazza Matteotti: monumento mai amato, perché da subito rifiutato. Perché mai si è tentato di pensarlo insieme, di comprenderne il progetto, il significato, il valore simbolico. Di farne in qualche modo un simbolo di quella “contemporaneità”, artistica e architettonica, nella quale la città, dagli anni ’90 in poi, è stata di colpo gettata: senza preavviso e senza progetto alcuno.

    Un peccato originale, dunque, un errore forse: di cui si corre a cancellare le tracce, piuttosto che tentare la via, più scomoda e dolorosa certo, di ripensarne la radice, il perché. Di farne occasione di un confronto vero, aperto, sui simboli e le identità possibili di questa città dimentica di se stessa e incapace di futuro. 

    E allora corriamo tutti ad applaudire la demolizione di quella “cosa”, di cui non ci siamo neppure scomodati a domandarci il significato possibile, di cui non abbiamo saputo vedere ed apprezzare quello che è stato, nonostante tutto, il “vissuto”: il suo esserci, in questi anni, come simbolo forse davvero perfetto di tutto ciò che non riusciamo a volere, ad essere, a cercare.

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