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Transessualismo e disagio

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    La persona transessuale vive una condizione di profondo disagio perche’ sente che qualcosa in questo meccanismo di “associazione automatica” non torna torna.  In genere quando riesce a superare la confusione e la paura, intraprende un percorso di transizione verso il genere desiderato, che in alcuni casi puo’ giungere alla trasformazione chirurgica delle caratteristiche anatomiche sessuali. E’ importante sottolineare che quando si parla di “scelta transessuale” ci si riferisce al momento in cui la persona decide di “manifestare” all’esterno cio’ che in realta’ vive dentro di se’ da tempo: non attua una scelta nel senso intenzionale o volontario del termine, ma intraprende questa strada perche’ nessun’ altra vita risulta sopportabile.

     L’identità di genere designa invece il “sentimento di appartenenza” all’uno o all’altro genere, permettendo alla maggior parte di noi di dire: “Io sono un uomo, io sono una donna”, indipendentemente dal sesso anatomico di nascita. Le persone transessuali, quindi, si sentono uomini in un corpo femminile o donne in un corpo maschile , in una femmina, vi è persistente marcata avversione verso il normale abbigliamento femminile e insistenza nel voler indossare tipici abiti maschili oppure persistente rifiuto delle sue caratteristiche anatomiche femminili; in un maschio, vi è o particolare interesse per le attività tipicamente femminili oppure rifiuto persistente delle sue caratteristiche anatomiche maschili.

     Le ragazze con questo disturbo hanno regolarmente compagni maschi ed un avido interesse per gli sports e i giochi violenti; esse non mostrano alcun interesse per le bambole o per il “giocare alla casa”. Più raramente, una ragazza con questo disturbo rifiuta di urinare in posizione seduta, afferma di avere o che le crescerà il pene, non desidera che le cresca il seno o che le vengano le mestruazioni oppure sostiene che crescendo diventerà un uomo. I maschi con questo disturbo di solito sono interessati alle attività tipicamente femminili. Essi possono avere preferenze per indossare abiti da ragazza o da donna oppure possono costruirseli con il materiale a disposizione quando non hanno a disposizione gli articoli originali. Essi, spesso, hanno un desiderio compulsivo di partecipare ai giochi e ai passatempi delle ragazze. Le bambole sono spesso il loro giocattolo favorito e le ragazze sono regolarmente le loro favorite compagne di gioco. I giochi violenti e gli sports vengono generalmente evitati.

     Sono oggi più di duemila, in Italia i transessuali, uomini e donne infelici di appartenere al sesso determinato geneticamente, persone del tutto “normali” sotto il profilo biologico e anatomico che vivono con la convinzione intima, persistente di appartenere al sesso opposto. Soffrono nel sentirsi prigionieri in un corpo sbagliato desiderando di vivere nel ruolo dell’altro sesso e di essere riconosciuti dalla società come appartenenti al genere, verso il quale si sentono psicologicamente orientati. Alcuni bambini rifiutano di frequentare la scuola a causa delle prese in giro o delle pressioni ad indossare abiti tipici del loro sesso assegnato. La maggior parte dei bambini con questo disturbo negano di trovarne disagio, a meno che ciò non li porti ad una situazione di conflitto con le aspettative della famiglia o coi coetanei. I soggetti che sviluppano il transessualismo quasi invariabilmente riferiscono di aver avuto problemi di identità di genere nella fanciullezza. Qualcuno afferma di essere stato segretamente al corrente del proprio problema di genere, ma che questo non era evidente ai familiari e agli amici. Tale disagio è così forte che per molti l’intervento di riattribuzione chirurgica del sesso diventa indispensabile. La piena consapevolezza del disagio avviene di solito in tarda adolescenza sorgendo proprio in coincidenza con la difficoltà di superare la crisi adolescenziale che richiede una strutturazione dell’identità, messa in discussione dal modificarsi repentino e spesso inaspettato dei propri equilibri interni e somatici. Con la comparsa dei caratteri sessuali secondari che il soggetto nasconde, si trova di fronte alla drammatica certezza della differenza tra la identità somatica e quella invece desiderata e sentita. La tendenza in queste persone ad usare abbigliamenti e svolgere attività consone all’identità psichica viene sovente ostacolata dal contesto sociale  (scolastico/ familiare) provocando spesso alterazioni dello sviluppo della personalità generando vissuti di autosvalutazione, ansia e depressione, manifestazioni di un disagio purtroppo frequenti in questi soggetti. Parlare di uno specifico comportamento psicologico del transessuale risulta molto riduttivo, è evidente intravedere dietro questo tema,  un complesso disegno che si muove dialetticamente tra interazioni sociali, psico-corporee e biologiche che necessita per la sua trattazione di un approccio multifocale .

                                                                                                                                                               

    Dr. Monica Riccio

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

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