Le rubriche di Catanzaro Informa - La materia grigia

Cinquanta sfumature di… perversione

Più informazioni su


    La perversione (dal latino perversum, stravolto) è un atteggiamento deviato che si realizza nell’ideazione e perseguimento di comportamenti distorti rispetto al senso comune. Questo termine, dunque, viene utilizzato per quei comportamenti che si oppongono all’ortodossia ed alla normalità. Solitamente perversione è utilizzato come sinonimo di devianza anche se più precisamente quest’ultima rappresenta una violazione delle norme sociali riconosciute.
    E’ possibile definire perverso il mondo sadomasochistico. Risulta in parte ostico dare una definizione a tale termine, a causa anche della la diversità d’intenti nelle sue applicazioni; spesso liberamente utilizzato per riferirsi a individui crudeli e cattivi di natura, di indole e d’istinto da una parte, dall’altra riferito a chi gioisce del male subito.
    Il primo deriva dal Marchese de Sade, un aristocratico francese vissuto nella seconda metà del XVIII secolo, filosofo libertino e autore di romanzi erotici in cui viene descritta approfonditamente la pratica psichiatrizzata in seguito come sadismo (godere del male altrui, provare piacere per il dolore inflitto agli altri).
    Masochismo invece deriva da Leopold von Sacher-Masoch, raffinato scrittore austriaco della metà dell’800 il quale ha praticato la sottomissione maschile ed espresso in molti suoi romanzi, il più conosciuto e celebre dei quali è Venere in pelliccia) le proprie fantasie a riguardo.
    Secondo alcuni psicologi c’è perversione quando un atteggiamento o un comportamento sono volti esclusivamente a fare del male a qualcuno: perverso è chi trovandosi in una situazione di superiorità approfitta del suo status per infliggere umiliazioni al più debole. Perverso è chi approfitta della debolezza dell’altro per farlo intenzionalmente soffrire. Ribaltando il concetto perverso è chi, in situazione di debolezza ed essendo oggetto di umiliazione o violenza, ne gode.
    La gravità è proporzionale alla misura, intesa come intensità, frequenza, dal numero delle persone coinvolte e dal fatto che la vittima non riceva aiuti in merito, primo fra tutti il riconoscimento a lui o lei dell’abuso perpetrato nei suoi riguardi. Molto spesso atteggiamenti perversi non sono riconosciuti, legalmente o no, perché la vittima non riesce ad esprimere adeguatamente quanto gli sta accadendo, anche perché spesso incolpa se stessa di quanto gli sta accadendo oppure perché essere oggetto di una perversione il più delle volte provoca disturbi psichici, quali perdita dell’autostima, depressione, fino a disturbi più gravi che talvolta possono portare al suicidio. a perversione comunque si manifesta in situazioni in cui c’è un evidente uso del potere in senso distruttivo: il più forte tende a distruggere il più debole e prova piacere in questo o non prova nessun sentimento né senso di colpa, in particolare quando tale atteggiamento è condiviso da altre persone se non addirittura da società intere.

    Le caratteristiche fondamentali delle perversioni sessuali consistono in ricorrenti e intensi impulsi sessuali e fantasie eccitanti sessualmente che si riferiscono a: 1) oggetti non umani; 2) ricevere e/o infliggere un’autentica sofferenza o umiliazione a se stessi o al proprio partner o 3) bambini o altre persone non consenzienti. Si parla di parafilia (o perversione sessuale) solo quando i comportamenti tendono ad essere ripetitivi e soprattutto sono quasi esclusivamente l’unica modalità di vivere la sessualità.
    Non si può definire il concetto di perversione sessuale guardando solo i comportamenti ma dobbiamo guardare anche l’aspetto psichico delle persone, come un comportamento si produce in una data persona in un dato contesto, nel suo funzionamento interno.
    Il comportamento sessuale perverso rappresenta la fase finale, non indispensabile, di una fantasia perversa, ritualistica, precedente alla messa in atto, che è un copione rigido risalente a tempi molto remoti, anche alla primissima infanzia.
    Se si inserisce un trauma nel percorso evolutivo dell’individuo, si causa una fissazione sia della libido che dell’aggressività: la perversione è una questione pulsionale ma la pulsione maggiormente coinvolta non è tanto la libido quanto l’aggressività. La perversione come la forma erotica dell’odio.
    I traumi fanno parte della vita di ognuno di noi: ogni tappa evolutiva la superiamo superando dei traumatismi. Per le persone perverse, il trauma ha avuto una componente sessuale con un mix di sadismo ed erotismo. Questo trauma è avvenuto in un momento evolutivo particolare, nella fascia pre-edipica, e il percorso fino a quel momento è stato un percorso frustrante (ad esempio nel caso di una madre depressa). Poi occorre che il bambino incontri una persona che abbia una personalità perversa, che gli infligga un trauma trasmettendogli l’odio per l’oggetto (ad esempio, adulti che erotizzano le punizioni perché le trovano eccitanti): il bambino coglierà l’erotizzazione dell’esperienza per lui fortemente umiliante, senza distinguere tra piacere e odio. Solo una parte della personalità del bambino si fisserà su questi aspetti: il perverso è socialmente integrato, lavora, ha amici, interessi, è antisociale solo nel comportamento sessuale.
    Il bambino, da adulto, rimetterà in atto lo stesso trauma ma dominando, ottenendo l’espulsione da sé del trauma non elaborato e raggiungerà il piacere solo attraverso questa espulsione che sarà temporanea: la perversione diventa, in questo caso, necessaria alla sopravvivenza di questa persona in mancanza di un’elaborazione psicologica del trauma antico.
    Il perverso produce con l’altra persona una relazione perversa: individua nell’altro una zona inconscia irrisolta, si inserisce in quest’area di fragilità e si appropria della capacità di fantasmatizzazione dell’altro che, privato di fantasie, assume quelle del perverso. L’altro non ha più una mentalizzazione propria, una capacità di produrre fantasie proprie, la percezione di un Sé autonomo: chi viene maltrattato, ad esempio, pensa che l’altro faccia bene a picchiarlo, pensa con la testa dell’altro, agisce come un personaggio del perverso e il pubblico è rappresentato dall’Io del perverso che si scinde in la vittima che fu e il perverso stesso.

    Attraverso la perversione, che possiamo vedere come drammatizzazione di questi eventi infantili, il perverso cerca di dominare ricordi di situazioni che nell’infanzia erano troppo eccitanti, paurose o umilianti per essere dominate.
    La perversione rappresenta quindi, per la maggior parte dei casi, il tentativo che un adulto mette in essere, per cercare di esorcizzare propri i traumi infantili.
    L’approccio terapeutico ottimale alla perversione dovrà quindi essere diverso in funzione del tipo di perversione, del grado di invalidazione della persona e della sua pericolosità sociale.
    A seconda della gravità del caso potranno essere messe in atto appropriate combinazioni farmacologiche e psicoterapeutiche.
    Nell’approccio alle problematiche dell’individuo, il lavoro di psicoterapia interpretativa consente alla persona di ripercorrere in ambiente protetto i drammi della propria infanzia, decodificarne i meccanismi e superarne l’impatto emotivo attraverso la rielaborazione psicoanalitica.

    Dr.ssa Laura Iozzo Medico Chirurgo
    Specialista in Psichiatria e Psicoterapia
    lauraiozzo@virgilio.it
    Pagina Facebook
    Cell: 329/6628784

    Più informazioni su