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L’elisir di lunga vita? Nutrirsi (con parsimonia) e muoversi (senza risparmiarsi)

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    Negli anni 50, reduci dalle restrizioni della guerra e di un economia ancora povera, andava di modo il “grassoccio”, ovvero l’essere in modico sovrappeso era sinonimo di salute e benessere.

    In effetti, in India una decina di anni fa mi è capitato di vedere al cinema alcuni divi della cosiddetta  Bollywood  (la Hollywood indiana di Bombay) i quali, secondo i nostri canoni dovevano essere messi tutti a dieta ma, evidentemente, in quel contesto, erano considerati addirittura  dei sex-symbol.

    Con il tempo questo paradigma in Italia è ovviamente cambiato: il sovrappeso si è diffuso nella nostra popolazione e le stime ci dicono che quasi il 50% della popolazione  italiana è in sovrappeso  o obesa. Soprattutto con il diffondersi delle conoscenze scientifiche è stata stabilità una correlazione tra il peso in eccesso  ed una serie di malattie, in specie croniche (Cardiopatie, ictus, diabete, alcuni tipi di cancro, etc.).

    La disponibilità di alimenti che cinquant’ anni fa era considerato un privilegio, adesso è diventata un rischio.

    Tuttavia la novità di questi giorni è rappresentata dalla scoperta del meccanismo, avvenuto di recente a Goteborg, in Svezia,  in base al quale l’eccesso di cibo asseconda il processo di invecchiamento, ovvero la degenerazione di cellule e tessuti, riducendo quindi la speranza di vita.

    Tale meccanismo  spiega come, di converso,  la restrizione calorica rallenta i processi di senescenza: un enzima, la perossiredossina 1,  sarebbe il protagonista del rallentamento del processo di invecchiamento. Tale enzima, infatti, è necessario per ridurre il perossido di idrogeno e attivare funzioni antiossidanti delle cellule. E proprio grazie agli antiossidanti (li contengono anche alcuni alimenti, come le mele, l’aglio, molte verdure) è possibile proteggere il corpo dai segni legati all’incalzare del tempo.

    Con l’avanzare dell’età, l’enzima perossiredossina 1 viene danneggiato e rallenta così le sue funzioni. In soccorso di tale sostanza interviene un secondo enzima, denominato    Srx1, in grado di andare a riparare il primo, e rimetterlo così in funzione. Ebbene proprio la limitazione calorica produce questo riparatore naturale, innescando così un circolo virtuoso a salvaguardia di tessuti e funzioni vitali e contrastando l’invecchiamento generale. 

    Quali sono i consigli da seguire per una sana alimentazione?

    Secondo l’Istituto Nazionale di Ricerca  per gli Alimenti e la  Nutrizione (INRAN) possono riassumersi in: assumere più cereali, legumi, ortaggi e frutta, meno grassi,  zuccheri in quantità moderate, bere molto, introitare poco sale ed alcol. Non mi dilungherò su questi aspetti nutrizionali che possono essere tranquillamente approfonditi in tante pubblicazioni alla portata di tutti.

    Voglio invece ricordare un’altra notizia, salita agli onori delle cronache, e  riguardante  l’uomo più anziano del mondo che si è stabilito essere un cinese di 126 anni. Lo stile di vita di questo  “Matusalemme” junior? Alimentazione frugale ed esercizio fisico.

    Ed eccoci all’altro strumento anti-invecchiamento: l’esercizio fisico, ovvero in particolare quello di tipo aerobico, ad intensità non elevata (nuoto, bicicletta, corsa, passeggiate, etc.) eseguito per almeno 20-30 minuti al giorno che, come dimostrato da numerosi studi, aiuta a prevenire l’invecchiamento.

     

    Ovviamente la combinazione di dieta ed esercizio fisico deve adattata all’età: il metabolismo del corpo cambia negli anni, diventando più lento a trasformare gli alimenti, e i muscoli, avendo perso tono, consumano meno calorie. Tra i 20 ed i 30 anni si consumano giornalmente 2400 calorie, mentre a 50 anni, a parità di attività,  se ne consumano meno di 2000.

    Pertanto superati gli “anta”, bisogna ridurre i consumi alimentari ed incrementare la quota di attività fisica. Il peso potrà stabilizzarsi perché in tal caso si manterrà la  massa muscolare, che continuerà a bruciare più calorie rispetto alla massa adiposa.

                E’ di moda, al giorno d’oggi, l’antiaging, ovvero tutto ciò che può aiutarci a prevenire l’invecchiamento anche se, spesso, tale termine è associato ad interventi artificiali, ad esempio  trattamenti estetici volti a non far apparire i segni dell’età (acido ialuronico, tossina botulinica, etc.). Pu ritenendo legittima la scelta di chi ricorre a tali trattamenti occorre ricordare che essi nascondono ma non preservano dall’invecchiamento, hanno un costo,  a volte non sono scevri da rischi e complicazioni, e comunque intervengono a danno da invecchiamento già avvenuto. Invece, come abbiamo visto, esistono tante opzioni in termini di stili di vita assolutamente naturali che possiamo praticare e che prevengono (e non curano) l’invecchiamento.

    Se qualcuno ritiene che tali stili di vita possano in qualche modo interferire con la qualità di vita ( ad es una dieta bilanciata può interferire con la nostra passione per il cibo) occorre ricordare che, evitando le malattie croniche, noi possiamo non solo allungarci la vita ma, soprattutto, averne un miglioramento in termini di qualità della stessa: mantenere l’autonomia, evitare le restrizioni di scelte di vita che possono essere causate dalla disabilità, limitare la dipendenza  dalle cure mediche sono aspetti  fondamentali  del nostro benessere presente e futuro.

    Il cambio di mentalità richiesto da tali scelte deve contrastare una naturale attitudine dell’uomo, ovvero quella di ottenere un godimento immediato di beni o servizi: gli acquisti a rate sono nati per questo, ossia per anticipare la fruizione di beni prima ancora di esserne entrati in possesso.

    Pertanto nelle scelte di vita tendiamo a seguire queste attitudini e ad evitare quelle scelte che non ci danno un vantaggio o un riscontro immediato. Prevenire significa investire sul proprio futuro. In tempi di restrizioni pensionistiche (per la generazione attualmente attiva) è paragonabile all’investimento nella previdenza integrativa: un accantonamento di somme, mese per mese, che un giorno ci darà la possibilità di godere di un pensione dignitosa.

    Un investimento sulla nostra salute oggi, in termini di piccole scelte quotidiane, ci permetterà  una buona qualità di vita in un domani non troppo lontano.

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