Falcone diceva: se ognuno facesse il proprio dovere…io cerco di fare il mio.


Penso che per prima cosa bisogna rivolgere un caloroso ringraziamento all’On. Enzo Ciconte per la scelta, ancora una volta dopo qualche tentennamento, di partecipare insieme al centrosinistra alla battaglia di Salvatore Scalzo per la conquista di Palazzo DeNobili, solo per ora mancata. Quasi a due anni esatti dalla sconfitta regionale, e a meno di due anni dalla sua decadenza da iscritto, Ciconte ritorna ad essere un consigliere regionale del Pd. Lo fa, dopo aver dimostrato sul campo il suo attaccamento al centrosinistra, organizzando una lista che ha ottenuto un ottimo risultato ed avendo portato in consiglio comunale, almeno per ora due consiglieri. La sua adesione al gruppo però non può, almeno per il momento, come prevede lo statuto essere accompagnata dalla iscrizione al partito. Questo non confligge  con il  riconoscimento che io e mi auguro tutto il Pd gli deve  pubblicamente anche perché Ciconte è riuscito a fare quello che due consiglieri regionali ed un deputato del Pd non sono riusciti,  se è vero come è vero che il loro apporto alla lista del Pd si è concretizzato con non più di cinque o sei candidati che hanno dato sicuramente il loro contributo “personale” che purtroppo  per loro non ha sortito l’effetto di farli entrare in consiglio comunale. Spero che nessuno si appropri adesso del successo di Costa, Capellupo e Passafaro. Tutto ciò non mi  esime però dal fare alcune considerazioni di natura politica e di osservare che, se è vero che in Calabria nel Pd da circa due anni gli organismi democratici non ci sono, ciò non può voler dire applicazione dell’anarchia,  anche perchè le regole, lo statuto, il codice etico, fino al nuovo congresso sono quelli che attualmente governano il partito. Alcuni giorni prima della scadenza dei termini per la presentazione delle liste, avevo scritto una lettera a Bersani, Migliavacca, Stumpo e D’Attorre nella quale esprimevo le mie preoccupazioni sulla scelta di D’Attorre di mettere a fianco di Scalzo quei sepolcri imbiancati che oltre a far perdere la genuinità della candidatura di Scalzo, non sono riusciti neanche a fare una lista, che sono gli stessi che nella precedente tornata elettorale avevano lavorato contro la candidatura di Scalzo, ed avevano tentato anche in questa tornata di farlo fuori. Di questa lettera avevo dato parola a D’Attorre di non divulgarla fino alla fine della campagna elettorale, cosa che ho fatto. Dopo aver perso il ballottaggio per soli 130 voti, ed io ho chiaro perché è successo, avevo postato su Facebook che adesso mi sentivo libero di dire quello che avevo scritto a Bersani e comp.  Per il solo fatto di aver annunciato la pubblicazione di quella lettera, sono stato epurato (neanche Stalin l’avrebbe fatto) dalla commissione di garanzia provinciale per il congresso, nella quale ero stato proposto da un’area del partito, senza nessuna motivazione se non quella di non essere allineato con quello che vorrebbe D’Attorre. Questa è una vergogna per la democrazia ma è ancora una ulteriore vergogna che nella commissione ci sia una persona, che entra ed esce dal Pd come in una porta girevole, e che è stato l’artefice della certificazione del tesseramento 2009  per la qualcosa siamo stati all’attenzione della stampa nazionale. Bersani, l’altro giorno rivolgendosi a Grillo lo invitava a dire qualcosa di serio per il Paese, io vorrei invitare Bersani a dire qualcosa sulla Calabria che è la regione che nell’ultimo congresso gli ha dato oltre il 70% di consensi che gli hanno consentito di vincerlo quel congresso.

Antonio Tarantino Iscritto circolo Pd Catanzaro Lido