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Veraldi: ‘L’interesse per questa città non esiste e lo si vede quotidianamente’

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    Avere 44 anni e aver perso le speranze di vivere in una città dove civiltà, rispetto, fiducia, trasparenza, legalità, giustizia, ascolto, condivisione possano rivivere.
    Ce lo siamo sempre detti mio moglie ed io: Catanzaro è la città giusta dove far crescere i nostri figli. Ma era 22 anni fa quando quell’oggi odiato modello Catanzaro ci dava speranza e voglia di vivere e lavorare.
    Oggi le assenti idee di un’amministrazione comunale che doveva far rinascere Catanzaro ad una nuova primavera mi spaventano. Se i giovani si approcciano alla politica senza cultura, idea, conoscenza amministrativa allora la speranza è morta. 
    Resto incredulo e, passatemi il termine, schifato dalla mole di cavolate che pseudo – politicanti arroganti permeati da ignoranza e presi da sé stessi manifestano in ogni loro atto. Se questa è la politica e la pubblica amministrazione allora mi sento qualificato a candidarmi a futuro sindaco di questa città. 
    La città ha bisogno di dialogo e di confronto ma da Palazzo De Nobili nessuno risponde e questo fa male fa rabbia. Avete avuto le chiavi di palazzo su mandato popolare ma non siete padroni della città e delle nostre vite. Siamo tutti ostaggio di alcuni uomini incapaci e negati al confronto che ci usano a loro uso e consumo. Il loro percorso politico/amministrativo non è votato alla città comune ma bensì ad altro e questo è ormai chiaro.  Chiusa la campagna elettorale, alcuni spenderanno gli altri anni per costruire la campagna elettorale sia per le future elezioni politiche nazionali che per le future elezioni regionali.
    L’interesse per questa città però non esiste e lo si vede quotidianamente: un sindaco attento diventa padrone della sua città calpestandone le strade, fermandosi a colloquiare con la gente. Umile in mezzo agli umili, uditore di chi ha da dire, senza paure e senza timori.
    Non è nella solitaria torre d’avorio nella quale si ostina a essere prigioniero che troverà risposte e soluzioni, ma dal dialogo con i cittadini, sia quelli che amano profondamente Catanzaro e sia con coloro che con i loro atti mettono in campo azioni di disprezzo e distruzione.  
    Le speranze sono ormai sotterrate di veder rinascere Catanzaro e non basteranno le ‘5.000’ visite alle stupende gallerie del complesso monumentale del San Giovanni a farci tornare ad essere orgogliosi di essere catanzaresi. 
    Il putridume regna negli uffici dove ‘alcuni dipendenti arroganti’ credono di usare la cosa pubblica a loro uso e consumo, dove “alcuni dirigenti” fanno da padroni e dove ‘alcune figure apicali’, pur consapevoli dell’andazzo indegno del girone ottavo dell’inferno, voltano la testa o peggio ancora si assoggettano. 
    Catanzaro, consentitemi, sembra morta e sepolta dalla politica della svolta.
     
    Stefano Veraldi

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