Le rubriche di Catanzaro Informa - Riceviamo e pubblichiamo

Non fateci togliere di nuovo la libertà, non fateci togliere di nuovo il diritto di andare a Messa

Maria Orlanza: "Abbiamo fatto sacrifici enormi, i bambini hanno sofferto tanto, non rendiamo tutto vano. Dio non ci vuole più bene se per cantare a squarciagola abbassiamo la mascherina"

Gentili cittadini di Catanzaro, o meglio direi gentili cittadini dell’Italia tutta, mi sono rivolta alla redazione di Catanzaro Informa perché sento il dovere e il desiderio di rivolgermi a tutti voi. I mesi trascorsi sono stati difficili per tutti, abbiamo passato intere giornate chiusi in casa a guardare il cielo dalla finestra, abbiamo passato domeniche seduti sul divano aspettando l’inizio della Santa Messa, abbiamo soprattutto passato l’intera Quaresima e la Pasqua senza poter andare in Chiesa. Questo disagio spirituale insieme a noi cristiani lo hanno vissuto tutte le persone appartenenti a qualsiasi altra fede religiosa. Andare a lavoro era comunque motivo di ansia e preoccupazione per tutti i ‘fortunati’ che abbiamo ancora un lavoro, andare a fare la spesa comportava il dover fare lunghissime file per entrare nei supermercati. E non dimentichiamo il trauma psicologico subito dai bambini che all’improvviso si sono visti togliere tutte le loro abitudini senza capire neanche il perché, e non dimentichiamo le migliaia di persone decedute sole in un letto di ospedale.
Venivamo fermati dalle forze dell’ordine che erano costrette ad invadere la nostra libertà chiedendoci perché eravamo usciti.

Adesso le cose vanno un poco meglio, anche se comunque ci sono zone in cui i contagi e le morti sono ancora troppi, però siamo tornati finalmente liberi di uscire, di vedere il mare, di andare in Chiesa, di salutare un amico o finalmente di rivedere la persona amata. Però, cari cittadini, ho notato dei comportamenti assurdi che mi fanno domandare se davvero tutti abbiamo sofferto durante il lockdown.
In alcuni negozi si entra senza troppi controlli e, se il locale è già abbastanza pieno, il negoziante da fuori ti fa segno di entrare. La distanza di sicurezza è un miraggio, se sei in fila alla cassa del supermercato c’è chi addirittura ti si mette dietro senza che nessuno gli dica nulla. La mascherina viene usata in mille modi diversi, come copri fronte, come scalda collo, come reggi mento, come copri bocca o non viene indossata affatto. Vorrei ricordare che la mascherina, per essere efficace, deve coprire naso e bocca altrimenti è stato inutile spendere soldi per comprarne centinaia delle migliori.
Si può riprendere una vita ‘normale’ solo rispettando le regole, si può uscire con un’amica/o però bisogna rispettarsi a vicenda indossando la mascherina ed evitando baci e abbracci, si può andare a casa di un congiunto, senza per forza doversi sedere sul divano vicini vicini, si può rivedere la persona amata ma, al posto di dieci abbracci e mille baci, si può parlare di più; fidatevi l’amore non si misura con mille baci e mille abbracci ne bastano anche meno per volersi bene.

In questi giorni la cosa davvero più brutta per me l’ho vissuta quando finalmente lunedì sono andata a messa con la mia famiglia, davanti l’ingresso un volontario, con la mascherina che non copriva il naso, ci ha misurato la febbre; poi ognuno ci siamo seduti al nostro posto e quasi tutti i presenti si abbassavano la mascherina o addirittura la spostavano per tossire; solo dopo averlo fatto notare al volontario lo stesso è passato tra i banchi per far sistemare le mascherine, anche se i ‘furbi’ hanno fatto finta di niente. Vorrei precisare che io non sono un robot, io sono la prima a soffocare con la mascherina, infatti quando non avevo fiato stavo in silenzio e partecipavo nel mio cuore, Dio non ci vuole più bene se per cantare a squarciagola ci abbassiamo la mascherina e ci sentiamo più bravi e intelligenti degli altri. Il sacerdote ad inizio messa ha detto che gli eravamo mancati, ma se le cose continueranno con questa piega si ritroverà di nuovo solo e ci ritroveremo di nuovo chiusi.
Riflettiamo tutti e accontentiamoci di fare le cose con le regole da rispettare piuttosto di non farle per niente“.

Maria Orlanza