L’ANALISI – Aned: ‘La salute non è in vendita’

Il vicesegretario nazionale Scarmozzino punta il dito sulle troppe problematiche che attanagliano la vita dei pazienti dializzati in Calabria

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    Riceviamo e pubblichiamo integralmente a seguire l’intervento di Pasquale Scarmozzino, vicepresidente nazionale di Aned

    Alla sofferenza della malattia i dializzati calabresi subiscono ulteriori drammi derivanti dal trasporto (Lea) disomogeneo da e per centri dialisi calabresi che ne determinano peggiori condizioni di vita. Nel Dpgr 170 del 9 ottobre 2012, è stata recepita la richiesta Aned per una omogenea distribuzione sul territorio calabrese delle Unità di Nefrologia e Dialisi per affrontare complessità e prestazioni e seguire la evoluzione della malattia renale cronica e la complessità dei pazienti dializzati. Richiesta però mai realizzata, per inerzia del presidente Oliverio più volte e invano sollecitato.

    Richiesta che avrebbe consentito una più razionale gestione dei pazienti e risparmi considerevoli per trasporti dovuti ad emigrazione dei dializzati, vedi Reggio. La soluzione dell’emigrazione di Reggio Calabria l’ha poi data il Commissario Massimo Scura individuando, per il futuro, locali pubblici (ex Enpas) e fondi per la loro messa in pristino e, per l’immediato, implementando i posti rene dentro l’ospedale reggino, Melito Porto Salvo e a Scilla. Posti tecnici rene ora disponibili. I lavori per i locali (ex Enpas) sono bloccati perché i fondi sono stati stornati in modo riprovevole.

    Chi è il responsabile di tale storno e del blocco dei lavori? A chi giova questo giochetto? Aned rammenta che dai dati ufficiali del Registro di Dialisi e Trapianto italiano risulta: dove c’è più privato ci sono più dializzati e ancora la dialisi domiciliare peritoneale, più fisiologica e meno costosa, li – dove c’è più privato – è inesistente! Quindi, chi ha veramente a cuore quel che resta della salute dei dializzati sa che solo il Servizio Pubblico garantisce in tutti gli stadi della malattia la garanzia della cura più sicura. Inutile cercare soluzioni contro gli interessi di cura dei pazienti. Se ci sono artati impedimenti si eliminino. Dal 2014 ad oggi, senza gestioni commissariali oculate e competenti la nostra sanità sarebbe già fallita o svenduta ai privati, da Reggio Calabria a Trebisacce. Troppi gli interessi in campo. In Italia la spesa per dialisi/anno raggiunge la considerevole cifra di 2,5 miliardi di euro, in Calabria 75 milioni di euro per i suoi 1500 pazienti.

     Oggi, sappiamo che la Securities Exchange Commission (Sec) degli Stati Uniti ha reso pubblico lo scandalo che ha investito il leader mondiale nei prodotti di dialisi: hanno assegnato oltre 2000(duemila) milioni di euro per corrompere nefrologi di ospedali pubblici spagnoli per inviare i pazienti nelle loro cliniche private e per usare i prodotti più costosi. Aned Nazionale e Aned Calabria sostengono con forza la dialisi pubblica e, come tutti i servizi di diagnosi e cura deve restare “core competency” delle aziende sanitarie pubbliche! La Tutela della Salute è un fatto di civiltà e non riguarda solo chi sta male: è interesse della collettività. Insomma La salute non deve essere svenduta!

    (foto di repertorio)

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