Pugliese Ciaccio: In Gazzetta ufficiale nessun articolo salva precari nel decreto “Rilancio”

Niente tempo indeterminato per i quasi cinquanta tra medici, ostetriche e infermieri che contavano nell’estensione dei requisiti previsti dalla legge Madia a dicembre 2020. Per loro una proroga fino a ottobre, se non oltre

Alla fine, sono spariti gli stabilizzandi. La pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto-legge “Rilancio Italia” ha riservato un’amara sorpresa ai quasi cinquanta lavoratori precari dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro che avrebbero maturato i requisiti entro dicembre 2020 per usufruire della stabilizzazione concessa dalla legge cosiddetta Madia. La legge delega 187 del 2015 di “Riordino dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche” prevedeva al comma 11 bis dell’articolo 20 la stabilizzazione per i lavoratori della sanità fino a termine 2019. Medici, ostetriche e infermieri del Pugliese contavano nella modifica del comma presente nella bozza del “Rilancio” all’articolo 255, e su questo erano impiantate le delibere assunte dal Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera nella seconda settimana di maggio. Le due riguardanti 14 tecnici e 44 operatori sociosanitari erano state già pubblicate, perché in questi profili le unità assunte a tempo indeterminate rientravano tutte nella fattispecie prevista in origine dalla “Madia”. Per la copertura degli altri posti si attendeva la pubblicazione, dato quasi per scontato che il testo definitivo avrebbe ricalcato quanto divulgato in bozza. Alla lettura notturna della Gazzetta ufficiale, però, nessuna traccia del testo già conosciuto come articolo 255. Non è chiaro cosa sia potuto accadere. Difficile si sia trattato di un veto da parte degli organi tecnici, come la Ragioneria generale dello Stato, cui pure il decreto ha passato il vaglio, considerato che i costi erano programmati e finanziati.

Alla direzione aziendale non rimane che applicare ciò che adesso è legge. Si procederà in questo modo: verranno fatte scorrere le graduatorie per arrivare a complessive 106 assunzioni di cui 37 infermieri stabilizzati con i requisiti del 2019 e i rimanenti con lo scorrimento delle graduatorie in essere. Il problema, come detto, riguarda medici, ostetriche e infermieri. Fra questi, stanno meglio i medici, perché rientrano in quanto contemplato nel contratto collettivo di lavoro che prevede la permanenza in servizio finché rimangono aperte le procedure di concorso. Il problema grosso sono gli infermieri. C’è però da tenere presente che lo stesso Decreto Rilancio, nella parte in cui prevede le misure espansive per la Sanità in termini numerici e finanziari, in funzione Covid, fa riferimento a un numero aggiuntivo di unità per numero stabilito di abitanti. E coloro che non hanno la stabilizzazione oggi possono contare sulla proroga in servizio quantomeno fino al termine di ottobre, se non per l’intero esercizio finanziario.

È in corso la riunione tra i vertici aziendali e i sindacati. Quanto è realmente successo era già stato in qualche modo prefigurato, anche solo per pura ipotesi di scuola. La pubblicazione delle delibere è attesa per oggi stesso.