Mediass: “Il piano di rientro e il commissario Cotticelli non hanno contribuito alla lotta contro il Coronavirus”

I medici di famiglia sulle emergenze collaterali create dalla pandemia

Riceviamo e pubblichiamo la nota della Mediass Catanzaro Medici di Medicina Generale Associati in Rete Mista ( Annibale Battaglia – Rosa Bianco – Iolanda Fera – Antonietta Greco –  Andrea Muscolo –  Giacinto Nanci – Carmelo Rossi)

 

“La nota prot. 47134 del 06/05/2020 del Dipartimento Cure Primarie chiede ai medici specialisti di segnalare, in questo periodo di pandemia,  le prescrizioni di  visite urgenti non appropriate dei medici di famiglia per avviare procedure di contestazione nei nostri confronti. Agli scriventi pare che questo non sia il modo migliore per premiare chi durante la pandemia ha ininterrottamente garantito l’assistenza pur in assenza di fornitura dispositivi di protezione (sia di primo che, ancor di più, di secondo livello) e in assenza di effettuazione agli stessi di tampone  a garanzia degli assistiti. Ci sembrerebbe più utile da parte aziendale concentrare gli sforzi per comprendere come mai i servizi di specialistica, sia ambulatoriale che ospedaliera, non siano state in grado di ottemperare a quanto previsto dalla ordinanza regionale n. 40 del 06/05/2020 che “ordinava” di “garantire le prestazioni specialistiche ambulatoriali presso le strutture pubbliche territoriali” e procrastinava “per un ulteriore breve periodo, l’erogazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali presso i presidi ospedalieri” riattivati, seppur parzialmente, con ordinanza n. 44 del 18/05/2020. Alla data degli scriventi risultano non applicate da parte ASP e Ospedali le citate ordinanze lasciando la medicina generale ancora da sola ad affrontare tutte le problematiche degli assistiti connesse alla pandemia e alle altre patologie croniche. Un’altra criticità, che dovrebbe far concentrare le energie di tutti gli operatori della sanità, è l’importanza che dovrebbe avere una corretta  comunicazione tra i vari settori della stessa vista la grande mole di DCPM governativi e di Ordinanze regionali (spesso in contraddizione e/o difficilmente interpretabili perché modificanti quelle precedenti). Una interpretazione univoca delle Ordinanze e una comunicazione puntuale delle stesse, da parte ASP,  a tutti gli operatori sarebbe stato un aiuto per dare agli assistiti un servizio efficiente. Sono stati invece proprio gli assistiti a far da tramite informativo tra le strutture erogatrici e i medici di famiglia riportando, di volta in volta, l’annullamento delle visite programmate senza preavviso telefonico, la tipologia di accesso e il livello di urgenza (indicato e richiesto sia dagli stessi specialisti  che dagli addetti alla ricezione delle impegnative) e i timori sulla sicurezza in riferimento ad un possibile contagio  durante  gli accessi alle stesse strutture.

Da notare che una buona parte delle impegnative prescritte in questo periodo dai medici di famiglia sono indotte (come accade da decenni)  in violazione e in sostituzione delle mancate prescrizioni di altri soggetti prescrittori (specialisti) per come obbligherebbe l’articolo 50 legge 326 del 2003. Inoltre l’erogazione delle prestazioni fatte dagli specialisti hanno già dato una valutazione di appropriatezza alle richieste.

Infine si segnala, proprio in questo momento di pandemia dove tutto dovrebbe essere semplificato e non complicato, la comunicazione (un vero e proprio ordine di servizio)  fatta da una Unità Operativa territoriale (Diabetologia), tramite fogli volanti consegnati agli assistiti, con obbligo di dispensazione dei presidi per i diabetici da parte dei medici di famiglia (pur non essendo previsto dal DCA n. 51 del 31/01/2018 del commissario ad acta) e il rinnovo dei piani terapeutici con modalità altamente burocratizzata, peraltro già rinnovati in automatico da altre ordinanze e da altri istituti (questi sì autorizzati a farlo).

Da quanto esposto si ritiene che, proprio in situazioni eccezionali come queste, tutte le energie dovrebbero essere in prima linea (come i medici di famiglia) per  verificare, non soltanto l’appropriatezza prescrittiva dei medici di assistenza primaria, ma tutte le altre criticità che non hanno permesso di dare una migliore risposta agli assistiti. Tra le criticità, e non tra quelle minori, possiamo annoverare anche  il piano di rientro sanitario e il suo commissario Cotticelli che non solo non ha dato nessun contributo alla lotta contro il coronavirus , prova ne è il fatto che tra i suoi decreti da febbraio ad oggi solo uno tratta del covid, ma ha trovato il tempo, sempre in questo periodo, di emanarne altro, il n. 63 del 6 Marzo 2020, che, guarda caso, è un aggiornamento (peggioramento) del monitoraggio prescrittivo (solo dei medici di famiglia).

A quando un “monitoraggio”  sui danni che il piano di rientro ha provocato sulla sanità calabrese?”.