Cancro, una ricercatrice catanzarese nel team che ha studiato le strategie delle metastasi tumorali

Anche la firma della ricercatrice catanzarese Lucia Falbo in uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications

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La ricercatrice catanzarese Lucia Falbo prima autrice, quindi firma principale, di uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Communications che ha evidenziato come le metastasi tumorali abbiano origine dalla riattivazione dei meccanismi dello sviluppo embrionale e placentare. A condurlo è stato il team guidato da Vincenzo Costanzo, professore di patologia generale dell’Università di Milano, all’IFOM – Istituto FIRC di Oncologia Molecolare – grazie al supporto di Fondazione AIRC. Grazie alla ricerca è stato identificato il meccanismo che permette alle cellule tumorali la replicazione rapida del DNA, rivelando in parole povere le “strategie” usate dal cancro per svilupparsi ed attaccare un organismo sano. Questa conoscenza potrà aiutare lo sviluppo di nuove terapie basate sulle risposte immunitarie contro i tumori.
Trentacinque anni, cresciuta precisamente a Sersale, Lucia Falbo si è laureata in Biotecnologie Mediche, Veterinarie e Farmaceutiche nel 2010 all’Università Magna Graecia. Grazie ad una borsa di dottorato ha svolto una parte del dottorato presso il Cancer Research UK London Research Institute: Clare Hall Laboratories, uno dei migliori centri internazionali nel campo della stabilità del genoma, proseguendo l’esperienza nella ricerca oncologica come postdoc all’IFOM a Milano. Lucia racconta così come è nato il suo percorso professionale: “Fare ricerca significa prestare attenzione ai dettagli, in particolare nella progettazione e nella registrazione dei risultati ottenuti – racconta Lucia – ma anche entusiasmarsi davanti a nuove ipotesi da testare attraverso gli esperimenti. Già dal mio secondo anno all’Università a Catanzaro ero determinata a fare ricerca, così iniziai a frequentare il laboratorio di oncologia molecolare, che si occupava dell’analisi dei geni coinvolti nella predisposizione ai tumori ereditari della mammella, dell’ovaio e del colon e dei geni della ferritina umana”.
La svolta è arrivata poi con il trasferimento all’estero: “La parentesi a Londra è stata un’esperienza fondamentale per la mia formazione – prosegue – e mi ha consentito di acquisire un nuovo metodo di lavoro, in completa autonomia fin dall’inizio. In Italia si fa ricerca di alta qualità e ci sono centri di ricerca all’avanguardia, ma purtroppo i fondi pubblici per i giovani sono pochi e difficili da ottenere. All’estero il ricercatore è una figura professionale riconosciuta e hai la possibilità di avere una certa stabilità”. L’esperienza sul campo è stata, quindi, una scoperta quotidiana: “La ricerca comporta stress e delusioni – racconta – ma è anche una grande opportunità per contribuire allo sviluppo della conoscenza, al progresso e alla crescita culturale della collettività. È un’attività che obbliga a un continuo aggiornamento, una sfida con se stessi, con le proprie capacità e i propri limiti”.
Da Catanzaro a Londra e poi a Milano il cuore resta, però, sempre legato alla sua terra: “Bisogna essere pronti a muoversi in un ambiente internazionale, a viaggiare, a rinnovarsi continuamente. Mi manca tantissimo la quotidianità della famiglia, ma appena posso cerco di tornare sempre in Calabria per passeggiare nei boschi della Sila a respirare quella che è stata definita l’aria più pulita d’Europa. Inoltre, ho una grande passione per il clarinetto nata quando avevo 13 anni e facevo parte della banda del paese. Mi ha insegnato anche a prestare attenzione ad ogni singolo minuzioso suono, ad ogni singolo dettaglio. Per fare musica insieme, come nella ricerca – conclude Lucia – c’è bisogno di studiare e di provare costantemente, di collaborare e condividere con gli altri”.

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