Scarmozzino (Aned): Pugliese Ciaccio spesso unico rifugio. Serve una riflessione

L'ìntervento del coordinatore nazionale Pasquale Scarmozzino

Ancora una volta, – ricorda in una nota Pasquale Scarmozzino di Aned associazione trapiantati ed emodializzati- i pazienti di tutta l’area centro per diverse e complesse patologie  trovano soluzione ai loro problemi nell’hub Pugliese Ciaccio di Catanzaro.

In piena lotta Covid-19, i ricorsi di pazienti con trapiantato renale per intervento di infezione odontogena nel reparto di chirurgia orale, quello delicato e urgente di un cittadino vibonese per tac coronarica al Ciaccio e, ultimo della serie, il ricorso al reparto di dialisi di ieri di paziente milanese con comorbilità grave, sono avvenuti perché nell’immaginario collettivo il Pugliese Ciaccio è il “refugium peccatorum” della nostra sanità.

 

Aned di tutto ciò ne ha forte contezza anche permanendo notevoli crescenti  difficoltà per carenze di organico personale conseguenza crisi di sistema o per vetusta organizzazione sanitaria regionale sprovvista di indispensabili strumenti come i Percorsi Diagnosticoi Terapeutici Assistenziali(PDTA).

 

Insomma, il terminale dei problemi di salute per i pazienti passa sempre necessariamente dalla direzione di presidio, cui si riverberano  tutti problemi del malconcio sistema.

 

Come in una azienda di produzione a ciclo integrale, al Pugliese si chiede di soddisfare esigenze di produzione sanitaria e contemporeaneamente di comprensione umana da parte degli operatori, prova ne è,  ieri in dialisi, il paziente milanese giunto in Calabria per grandi , soggettivi e improvvisi problemi familiari.

 

Ora, è giunto il momento di una seria e profonda riflessione del ruolo del Pugliese Ciaccio nel panorama sanitario calabrese e, per quanto ci riguarda, è anche giunto il momento di dare soluzione definitiva alla precarietà di personale del reparto di nefrologia e dialisi.

 

Dal primo luglio 2014, la nefrologia e la dialisi del Pugliese Ciaccio è diretta da primari facenti funzioni e con  organico sottodimensionato di medici, infermieri e operatori sanitari. Questo non è giusto, perché è qui che i pazienti nefropatici si rivolgono in via prioritaria per la loro salute.

 

Al commissario Giuseppe Zuccatelli chiediamo di soddisfare le anzidette esigenze della nefrologia e dialisi per continuare ad essere, anche nel futuro, faro di riferimento.