Caos Policlinico, il gran rifiuto di De Sarro e le forzature di Zuccatelli

In assenza della formalizzazione del nuovo atto aziendale, dopo il no del Rettore, il Commissario procede comunque come se nulla fosse

Caos Policlinico Materdomini. Già perché  l’estate, la settimana di ferragosto in particolare, è sempre quella giusta per rimescolare carte. E’ quella in cui certa burocrazia si muove meglio approfittando forse della distrazione dei più. Solo che questa volta, complice forse il tempo da recuperare sulle attività rimaste per molti mesi bloccate a causa del Covid-19, alcune cose non sono passate inosservate. Almeno non agli interessati.

Ma è necessario procedere con ordine.

Il gran rifiuto di De Sarro a Zuccatelli sul nuovo atto aziendale

Entro il 30 luglio luglio il commissario straordinario Zuccatelli avrebbe dovuto presentare (e così ha fatto) il piano di ristrutturazione aziendale del Policlinico Materdomini. Questo al fine di consentire alle parti di prenderne visione e apportare adeguate modifiche da comunicare entro il 18 agosto. Ma la parte in questione e cioè il rettore dell’Università De Sarro, quel piano aziendale, non solo non lo ha modificato, ma lo ha ritenuto irricevibile. Quarantuno pagine suddivise in 39 articoli che costituiscono una rivoluzione per l’azienda ospedaliera Mater Domini. O forse una tempesta in un bicchier d’acqua, considerato che al momento non vi è stata interlocuzione. Per il Rettore De Sarro risultavano assolutamente da escludere le parti in cui  soprattutto si declassavano delle unità complesse  in strutture semplici, come per dermatologia o venivano accorpate altre specialità come otorino e audiologia.

Quegli atti formalizzati in assenza della formalizzazione del nuovo assetto aziendale

Senza aspettare l’ok o comunque il contraddittorio del Rettore, il commissario Zuccatelli ha formalizzato delle decisioni aziendali in cui, in maniera unilaterale cita lo stesso atto per motivare le sue scelte. Come ad esempio  quella di individuare epatologia come struttura semplice a valore dipartimentale con la nomina di un responsabile.

Il caso di epatologia e i tre problemi della delibera 422 del 30 luglio in cui si individua il responsabile della nuova unità

Sono tre gli ordini di problemi in merito a ciò.

Il primo. Nella delibera 422 del 30 luglio 2020 si cita il nuovo atto aziendale che di fatto, in quel momento, anche qualora non ci fosse stato il netto rifiuto del Rettore, non era ancora in vigore, avendo De Sarro, a quella data ancora 18 giorni per decidere.

Il secondo. I livelli assistenziali di epatologia sono serviti come criterio di valutazione per ottenere l’avvio della suola di specializzazione di Gastroenterologia a cui l’unità doveva essere accorpata.

Terzo problema la forma. Il responsabile è stato individuato, ma senza alcuna manifestazione di interesse pubblica, ma con un interpello interno.

Ma qui si chiude il cerchio. Stante il rifiuto del Rettore ad accettare l’atto aziendale modificato così come inviatogli dal Commissario Straordinario, quale legittimità possono avere le decisioni assunte in assenza di una formalizzazione? Alla burocrazia di ferragosto la risposta ad una domanda che non è importante solo  per i diretti interessati ma per i cittadini a favore dei quali la sanità dovrebbe essere amministrata.