Cotticelli in Commissione alla Camera: “In Calabria intimorito da pressione ambientale”

L'audizione dell'ex commissario ad Acta della Sanità che ha parlato anche del piano Covid

“Quando andavi a toccare interessi o ti muovevi in un certo modo, avvertivi una presenza ostile ma impalpabile, tale da non costruire prove o elementi da poter riferire all’autorita’ giustizia. Era una situazione particolare che ti faceva sentire solo, una solitudine che non riuscivi a estrinsecare in fatti, persone o situazioni meritevoli di denuncia penale. Ho fatto sempre quello che dovevo fare andando avanti nelle mie convinzioni ma succedeva che quando facevi un provvedimento – penso alla rete oncologia o alla Breast unit e’ partita una campagna stampa in cui mi si accusava di negare il diritto alla salute dei malati oncologici e di favorire l’emigrazione sanitaria: mi sono accorto che aver vietato attivita’ a strutture con meno 150 screening alla mammella si e’ scatenata una campagna contro di me. Questo condizionamento ambientale  trovava spesso sfogo su quotidiani e testate on line, venivo sottoposto a un fuoco di fila, con una aggressivita’ che incuteva timore. Io non ne ho mai avuto, di timore, non ho subito condizionamenti di sorta ma c’era questa pressione. Gli attacchi erano una costante, c’era un metodo di attacco all’azione del commissario quando i provvedimenti andavano in una certa direzione o toccavano certi interessi”.

Parole dell’ex commissario ad acta della sanita’ calabrese, Saverio Cotticelli, audito ieri sul Decreto Calabria nella Commissione Affari sociali della Camera. Quella di Cotticelli è stata una lunga audizione in cui ha affrontato molti punti. “Io ho cercato di favorire il servizio sanitario pubblico – aggiunto parlando delle strutture sanitarie – e’ una cosa che ho cercato di farlo con forza, e quando cerchi di riportare a normalita’ l’attivita’ di strutture private facendole firmare i contratti, fissando un budget invalicabile, disciplinando tutte le attivita’, si e’ scatenata una catena di ricorsi al Tar che ho vinto per 99%”.

“Ho cercato, e credo di esserci riuscito, di mettere ordine nell’erogazione delle prestazioni delle strutture private che – ha proseguito Cotticelli – in Calabria sono molto forti e non dico che godevano di posizioni di privilegio ma quantomeno gestivano interessi importanti. Ho cercato di mettere trasparenza e ordine in questo settore perche’ con una serie di attivita’ perche’ tutta la mia attivita’ e’ stata improntata alla legalita’”. “Per i posti di intensiva e semi-intensiva le incombenze da parte mia sono state soddisfatte”.

Rispondendo a un quesito sulle polemiche sull’esistenza o meno del Piano anti Covid della Regione Calabria, polemiche che hanno di fatto determinato le dimissioni di Cotticelli e la sua sostituzione da parte del governo, l’ex commissario ha evidenziato: “C’e’ stata molta confusione. Il 25 maggio – ha sostenuto Cotticelli – al Tavolo di monitoraggio il programma operativo Covid era stato chiesto verbalmente dal dottore Urbani e dai presenti perche’ dicevano verbalmente che era mia competenza redarre i piani previsti dall’articolo 1 e 2 del Dl 34 relativo al potenziamento della rete ospedaliera e territoriale piu’ il programma operativo Covid previsto dall’articolo 18 comma 1 del Dl 18 2020. Sono due cose completamente diverse.

Il 34 prevede il potenziamento della rete ospedaliera e territoriale della Regione Calabria, e questi due programmi sono stati da me fatti insieme al Dipartimento regione con Dca 91 2020, e la Calabria e’ stata una delle tredici regioni italiane che si e’ dotata di un piano di potenziamento ospedaliero, che si e’ dotata di un piano di potenziamento ospedaliero, che prevedeva quasi il raddoppio di posti letto di terapie intensive e semi-intensiva.

Questo programma, una volta approvato dal ministero, e’ stato inviato al commissario Arcuri, che il 2-3 novembre ha trasmesso alle aziende ospedaliere e sanitarie che individuava come soggetti attuatori. Quindi, per i posti di intensiva e semi-intensiva le incombenze da parte mia furono soddisfatte e inviate al commissario Arcuri. Il potenziamento della rete territoriale – ha quindi specificato l’ex commissario – e’ stato da me adottato con il Dca 104 di luglio e inviato alle aziende sanitarie per l’attuazione”.

Cotticelli ha poi spiegato che “il programma operativo Covid, previsto dal Dl 18 e’ un’altra cosa, e’ un documento amministrativo contabile su cui far gravare tutte le spese sostenute per l’emergenza Covid. La parte amministrativa contabile e’ stata il punto della querelle, essendoci confusione normativa in quanto l’ordinanza di Protezione civile aveva individuato nel presidente della Giunta regionale il soggetto attuatore, e a sua volta il presidente della Giunta aveva nominato il dottor Belcastro soggetto attuatore delegato di questa operazione. Dall’inizio della pandemia fino ai giorni nostri, tutte le attivita’ sono state fatte dal dottor Belcastro senza che la struttura commissariale avesse mai preso parte a questo.

Faccio un quesito al ministero della Salute perche’ il verbale del Tavolo che mi indicava come responsabile era nella gerarchia delle fonti inferiore all’ordinanza di Protezione civile. Il parere mi giunge il 27 ottobre, il famoso foglio che leggo in quella maledetta intervista: in quella sede apprendo che devo farlo io. Il giorno successivo, il 28 (ma in realtà l’intervista è stata realizzata alcuni giorni dopo ndr) ho organizzato subito una riunione al Dipartimento per dare corso alla realizzazione del piano”.