Riccio: “Calabria zona rossa? Per Belcastro il virus è andato in vacanza”

I Dipartimenti prevenzioni delle Asp, del resto, sono chiusi durante i fine settimana e nei giorni festivi, lasciando malati e cittadini nella disperazione totale

“Se è vero, come anticipato dall’Istituto superiore di sanità, che la Calabria si ritroverà in “zona rossa” avendo fatto registrare un aumento di RT, la domanda che tutti dobbiamo porci è la seguente: “Sono attendibili questi dati?” E’ quanto si legge in una nota stampa del consigliere comunale Eugenio Riccio.

Tutta una serie di motivi, infatti, ci portano a credere che il report calabrese sia assolutamente attendibile, stante la gestione disastrosa della programmazione delle iniziative di contrasto al covid da parte degli enti preposti, a partire dalla Regione Calabria, per finire con le Asp e le aziende ospedaliere. Come giustificare, allora, l’aumento dei contagi? La risposta è molto semplice, tanto d’averla messa per iscritto nei giorni scorsi il Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Catanzaro, nell’invitare i sindaci a chiudere le scuole facendo presente i problemi nel tracciamento dei contagi e i ritardi negli esiti dei tamponi.
Una situazione, quella catanzarese, che sicuramente è la stessa in tutte le province calabresi accomunate dall’avere come responsabile per l’emergenza covid il dott. Antonio Belcastro, la cui gestione fino ad oggi è da considerarsi assolutamente disastrosa. Nulla, infatti, è stata fatta questa estate per programmare iniziative “serie” di prevenzione, tanto che con la seconda ondata di settembre-ottobre il sistema sanitario regionale è stato travolto. Oggi, Belcastro avverte tutti sul pericolo di un’imminente terza ondata e di una quasi inevitabile zona rossa, rivelando anche che i ritardi sulle vaccinazioni sono stati legati alle festività…come se il virus fosse andato in vacanza! 

I Dipartimenti prevenzioni delle Asp, del resto, sono chiusi durante i fine settimana e nei giorni festivi, lasciando malati e cittadini nella disperazione totale. Nessuna traccia di nuovi laboratori per processare i tamponi, tanto che quelli privati, sarà un caso, fanno lauti guadagni.
E che dire della piattaforma informatica messa a disposizione dalla Protezione civile regionale e ancora non utilizzata dalle Asp che preferiscono “carta e penna” o pc personali per la gestione dei dati? E che dire della medicina territoriale mai coinvolta nelle azioni di contrasto al virus? 
Un quadro a tinte assolutamente fosche che non lascia ben sperare, attesto che nella disorganizzazione è saltato il sistema di tracciamento e, quindi, con molta probabilità il contenimento dei contagi sarà a forte rischio. Non appaiono forse fondati i tanti dubbi di quei genitori che esitano a mandare i propri figli a scuola? E ancora possibile continuare a distruggere l’economia di aziende e attività commerciali rimaste in vita, a causa dell’incapacità gestionale? Una nuova eventuale zona rossa non dovrebbe ricadere, anziché sulle tasche degli operatori, sul fondoschiena di dirigenti impreparati?

La verità è che nessuno a pensato a rafforzare il personale Asp dedicato ai tracciamenti, a mettere in uso la piattaforma informatica, a garantire l’apertura h24 dei dipartimenti di prevenzione laddove in molti sembrerebbero fruire di indennità per una reperibilità solo su carta. Stante il silenzio anche dei commissari “fantasmi”, sarebbe ora che della gestione del Covid in Calabria e a Catanzaro cominci ad occuparsene la Procura?