L’emendamento di Mangialavori che favorisce l’azione di Occhiuto commissario ad acta

Nel testo inserito nella discussione al Senato del decreto fiscale ridisegnato il decreto Calabria bis ampliando i poteri dell’Ufficio del Piano su Dipartimento e Aziende, delineando un ritorno alla gestione ordinaria a fine 2024

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Non c’è pace per il decreto Calabria bis, il numero 150, approvato neanche da molto e vigente dal 31 dicembre 2020. Il decreto era già finito sotto la lente d’ingrandimento della Corte costituzionale che con sentenza 168 del luglio 2021 aveva stabilito che in materia non ci si può limitare a un “mero avvicendamento del vertice, senza considerare l’inefficienza dell’intera struttura sulla quale tale vertice è chiamato a operare in nome dello Stato”, senza provvedere al fabbisogno della struttura di supporto del commissario, imponendo per di più alla Regione la disposizione di un organico minimo, e non massimo, di 25 unità di personale regionale.

Il presidente Roberto Occhiuto ne aveva fatto il punto di leva per ottenere ciò che poi gli è stato concesso dal Consiglio dei ministri a inizio novembre, ovvero essere nominato commissario al Piano di rientro dal debito sanitario, aggiungendo alla semplice intestazione una serie di prescrizioni che, guarda caso, costituiscono l’ossatura dell’emendamento a firma dei senatori forzisti calabresi Giuseppe Mangialavori, Fulvia Caligiuri e Marco Siclari. in discussione al Senato in sede di conversione del decreto fiscale.

Occhiuto si è dimesso da parlamentare ma, evidentemente trova ampia disponibilità di sostegno nelle sedi romane che contano, a iniziare dalla pattuglia di senatori calabresi di Forza Italia firmatari dell’emendamento. Il quale incide profondamente sull’impianto del decreto Calabria bis, contenendo una serie di disposizioni che, qualora approvate, renderebbero molto più efficace e finanche pervasiva l’azione del commissario rispetto alle residue funzionalità del dipartimento regionale. Ma, essendo le due figure apicali, di commissario e di presidente, coincidenti nello stesso soggetto, poco ci cale, direbbe Heather Parisi.

La cosa che più salta agli occhi e ronza nella mente, nel testo presentato da Mangialavori, è la data fissata per il termine del commissariamento entro il 31 dicembre 2024, con il conseguente ritorno della sanità alla gestione ordinaria. Nel testo si rinviene una sorta di cronoprogramma con tanto di stringenti indicazioni temporali: entro sei mesi dalla nomina il commissario dovrà predisporre un nuovo piano di rientro e un nuovo programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid, entro quattro mesi potrà confermare o sostituire i vertici attuali delle Aziende territoriali e ospedaliere, intervallati da una serie di verifiche puntuali sui risultati raggiunti in termini di trasparenza nella gestione aziendale e di rispondenza agli obiettivi degli atti aziendali.

L’emendamento interviene sul punto dolente della sentenza della Corte, arrivando a disegnare una sorta di super ufficio commissariale composto da “un contingente di personale pari a venti unità, di cui, nel massimo, una unità di livello dirigenziale generale, cinque unità di livello dirigenziale non generale e la restante quota di unità di personale non dirigenziale, dipendenti di pubbliche amministrazioni centrali. Detto personale è reclutato attraverso ogni utile procedura, anche non tipizzata purché aperta e trasparente, che consenta di acquisire rapidamente, senza la formazione di graduatorie o di valutazioni per merito comparativo, le indicate risorse umane.

Il menzionato contingente di personale è completato da un massimo di cinque esperti o consulenti, nominati sulla base di scelta fiduciaria, anche tra soggetti estranei alla pubblica amministrazione”. Previsto, quindi, un ampio ricorso alle deroghe rispetto alle usuali procedure di ingresso anche temporaneo agli uffici pubblici, atteggiamento che si riflette anche nella previsione per la quale “al fine di garantire l’esigibilità dei livelli essenziali di assistenza (Lea) nella regione Calabria, anche in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19, in deroga ai limiti previsti dalla legislazione vigente con riferimento agli oneri per il personale del Servizio sanitario nazionale, il ministro della Salute, sulla base del fabbisogno rilevato dalle aziende del servizio sanitario regionale, autorizza la Struttura commissariale ad attuare un piano straordinario per l’assunzione di personale medico, sanitario e socio-sanitario, anche per il settore dell’emergenza-urgenza, facendo ricorso anche agli idonei delle graduatorie in vigore e comunque con ogni procedura utile ad assicurare i previsti livelli di assistenza, nei limiti dell’autorizzazione di spesa”.

Infine si prevede, nel testo dell’emendamento, una sostanziale sovraordinazione dell’ufficio del commissario sulle attività aziendali e sul Dipartimento regionale, laddove si individuano “gli incarichi dirigenziali, corrispondenti a posizioni vacanti presso il Dipartimento, conferiti attraverso il ricorso al comando, distacco o fuori ruolo, in deroga al relativo ordinamento, al personale di pari livello dirigenziale appartenente alle aziende sanitarie, territoriali, ospedaliere o universitarie, del medesimo servizio sanitario regionale” prevedendo anche che “la struttura commissariale può avocare la predisposizione dell’atto o lo sviluppo dell’attività o può disporre, anche in deroga alle norme vigenti, l’assegnazione in via temporanea del personale della Struttura di supporto, anche in posizione di sovraordinazione”.

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