L’amarezza degli infermieri pediatrici: nostra figura non adeguatamente riconosciuta

Le parole di Noemi Amato dell'Opi Catanzaro, in attesa di un contratto per prendere servizio agli hub vaccinali. "Costretti ad andare vi"

«La nostra figura professionale non è riconosciuta come dovrebbe».

Le parole sono di Noemi Amato, infermiera pediatrica, iscritta all’Opi Catanzaro (Ordine delle Professioni Infermieristiche), in attesa di un contratto per iniziare a prestare servizio agli hub vaccinali.

«Si tratta di un problema fondamentale – aggiunge la professionista assieme anche a nome di alcune colleghe -. Uno dei tanti che riguardano gli infermieri pediatrici e dal quale poi ne scaturiscono altri.
Sin dai tempi in cui frequentiamo l’università ci viene evidenziato e ribadito più volte come la scelta che stiamo intraprendendo non sia la migliore, perché la Facoltà di Infermieristica Pediatrica non offre molti sbocchi professionali e il lavoro è quasi inesistente.

Una volta laureati, almeno al sud, le opportunità lavorative latitano anche per via del fatto che le strutture private disposte ad assumere infermieri pediatrici sono in numero limitato e, purtroppo, tutte dislocate al nord Italia.
Senza dimenticare, inoltre, che i bandi di concorso (tra l’altro circa dopo 17 anni ne è stato indetto uno dall’Asp Catanzaro “solo” per due pediatriche), le manifestazioni di interesse o gli avvisi pubblici i cui tempi biblici sono ampiamente noti, risultano esigui e spesso fuori regione».

La professionista guarda anche agli ospedali e reparti pediatrici «spesso “occupati” da infermieri che di competenza “sul bambino”, rispetto a noi che siamo stati formati con uno specifico corso di laurea, hanno poco o niente.

Anche per questo, ma non solo, la “soluzione finale” è l’essere costretti ad andare chilometri e chilometri lontani dalle nostre case e dalla nostra terra».
Poi conclude con un interrogativo: «Come mai, pur con uno specifico Corso di Laurea, la nostra figura professionale non gode del riconoscimento che le spetta?»

Dal canto suo la presidente Opi Catanzaro, Giovanna Cavaliere, coglie l’occasione per ribadire un concetto espresso in queste ore anche dalla Federazione Nazionale Infermieri.
«Sono più poveri gli infermieri – afferma la presidente -, che oggi sono professionisti sanitari laureati da oltre 25 anni, e assai più povera è la qualità e la sicurezza nelle corsie: un problema concreto, ormai sotto gli occhi di tutti».

Le fa eco, in conclusione, Susy Ranieri, presidente Commissione d’Albo Infermieri Pediatrici dell’Opi Catanzaro e componente della omologa Commissione FNOPI secondo cui « stiamo assistendo all’impoverimento, in tutti i sensi, negli ultimi anni, della professione infermieristica».