Occhiuto, presidente e commissario, a tutto campo sulla sanità

I risultati dell’incontro con il ministro Franco, atteso in Calabria per metà luglio. La riorganizzazione della rete d’emergenza, i concorsi, la Guardia di finanza e il professor Profiti

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“Sulla rete d’emergenza urgenza ci stiamo lavorando da mesi insieme ad Areu, che è la società pubblica della Regione Lombardia che si occupa del 118.

Generico maggio 2022

La Calabria è l’ultima Regione per tempi di soccorso e stiamo vedendo di ricostruire l’organizzazione. faremo un’unica centrale operativa del 118 qui in Cittadella così come ci sarà un’unica centrale operativa dell’112 che è il numero che i cittadini in tutta Italia compongono come pronto intervento sia esso118 carabinieri o polizia.

È un lavoro complesso perché abbiamo trovato un sistema con cinque centrali operative, con software diversi, in alcuni casi senza neanche collegamento internet.

Però ci stiamo lavorando e credo che il lavoro di ricognizione del sistema fin qui compiuto, così come il lavoro di progettazione degli interventi, sia già a buon punto”.

Roberto Occhiuto, presidente di giunta e commissario straordinario al piano di rientro interrompe la riunione che sta svolgendo al decimo piano della Cittadella regionale a Catanzaro, accompagnato dal consulente Agostino Miozzo, proprio sulla rete dell’emergenza sanitaria.

È da poche ore atterrato a Lamezia proveniente da Roma dove in mattinata è stato al ministero dell’economia e finanza per un lungo colloquio con il ministro Franco, durante il quale ha parlato di varie cose, Gioia Tauro, rigassificatore e 106, ma anche, e a lungo, di sanità.

“Mancano medici in tutta Italia – dice ai giornalisti appositamente convocati – ma il nostro sistema sanitario è meno attrattivo rispetto agli altri, abbiamo un problema nel problema. Ho spiegato a ministro Franco che se i carabinieri, i poliziotti, i magistrati che vengono a lavorare in Calabria hanno un riconoscimento economico e di carriera perché la Calabria è zona disagiata, devono averlo anche i medici, perché se c’è un sistema assolutamente disagiato da dodici anni di commissariamento questo è il sistema calabrese.

Ci siamo dati appuntamento con i tecnici per la prossima settimana per valutare la possibilità di stabilire delle condizioni straordinarie, eccezionali, per il reclutamento dei medici.

Non so se ce la faremo, è un percorso molto stretto, difficile, ma ci proviamo perché il nostro sistema ha bisogno di medici. Mi fa arrabbiare la circostanza che le altre Regioni chiedono di sfondare il tetto di spesa per assumere più medici, mentre noi già ora potremmo assumere circa 2000 tra medici e infermieri e negli anni passati non è stato fatto.

Anche i bandi che stiamo facendo stanno andando deserti, anche se a tempo indeterminato. Stiamo facendo una ricognizione anche sui bandi, ho la convinzione che i nostri bandi sono meno attrattivi di quelli delle altre Regioni.

Stiamo lavorando a 360 gradi e non è facile. Stiamo mettendo a posto i conti della sanità. Il risultato di gestione certificato dal tavolo Adduce non è dovuto come molti dicono all’assenza della mobilità passiva perché questa viene contabilizzata negli anni successivi. È dovuta al fatto che finalmente abbiamo dato risposta ai quesiti del tavolo Adduce contrariamente alle precedenti gestioni commissariali.

Quindi abbiamo sbloccato la premialità riferita agli anni precedenti, abbiamo rimesso in ordine i conti della Aziende sanitarie, riportando alla fine un avanzo di amministrazione. È una cosa buona? Secondo me no, perché significa che le nostre Aziende hanno risorse ma non erogano servizi. Certo è meglio rispetto a quando non erogavano i servizi e c’era pure il deficit, però il fatto che si abbiano risorse nel bilancio e ai cittadini calabresi non sia assicurato il diritto alla cura fa arrabbiare ancora di più”.

Da più parti si levano però timori che alcuni pronto soccorsi periferici stiano per chiudere, proprio in conseguenza della riorganizzazione della rete ospedaliera. “No – replica prontamente Occhiuto – la Calabria in questo momento sia rappresentata da un Commissario alla sanità che ha un buon rapporto con il governo nazionale.

Tra poche settimane dovrebbe essere approvato il Piano operativo che abbiamo proposto, ma intanto stiamo lavorando alla modifica del Dca 64 di Scura, per ridisegnare l’offerta ospedaliera in regione e per l’intanto credo di poter dire che sicuramente saranno inseriti nella rete ospedaliera i presidi di Praia a Mare, Trebisacce, Cariati e quello di Gioia Tauro, che abbiamo aperto come ospedale Covid, ma siccome il governo regionale sta facendo un grande investimento su Gioia Tauro e la Zes, è utile che lì ci sia un ospedale a tutti gli effetti”.

Certo, sulla rete dell’emergenza il lavoro è improbo, perché si tratta di operare su due livelli tra loro complementari ma distinti. “Per quanto riguarda la rete del 118 – spiega il presidente – stiamo lavorando al progetto, come detto. Dobbiamo selezionare i tecnici che devono stare nella Centrale regionale e poi dobbiamo organizzare bene il 118 fra ambulanze medicalizzate e mezzi avanzati non medicalizzati.

E’ chiaro che in un 118 che non funziona tutte le ambulanze devono essere medicalizzate perché quando un’ambulanza si muove in un sistema che è inefficiente non è facile capire che tipo di paziente si va a soccorrere. In un sistema che funziona i tecnici del soccorso che rispondono hanno la capacità di comprendere se si tratta di un codice rosso o meno.

Se si tratta di un intervento che non bisogno del medico si può inviare un mezzo avanzato non medicalizzato, e si può subito dare una risposta d’emergenza. Stiamo costruendo tutta l’organizzazione. I medici ci servono per il 118 ma ancor più ci servono per i pronti soccorso. La vera carenza di medici è lì.

Se avessimo un 118 si sentirebbe di meno perché non tutti i mezzi dovrebbero essere medicalizzati, nei pronti soccorso abbiamo veramente la necessità di intervenire perché così come è il funzionamento del sistema non è garantito”.

A questo punto Occhiuto introduce due argomenti non sempre presenti nel dibattito e nella comune considerazione: “Sto spiegando al governo nazionale che la Calabria è in una condizione eccezionale, non solo perché è commissariata da tanto tempo, perlomeno per due ragioni.

La prima è che i pronti soccorso sono presidi essenziali di Protezione civile, e quindi abbiamo difficoltà a gestirli in condizioni ordinarie, nel caso di eventi avversi si può immaginare quello che potrebbe succedere. La seconda, è il problema dell’accoglienza dei migranti, si sono modificate le rotte dell’emigrazione, negli ultimi mesi sono sbarcati più migranti a Roccella che a Lampedusa.

Però non ci viene riconosciuta questa situazione d’emergenza, in una regione dove la sanità è in condizione d’emergenza. Sto insomma cercando di utilizzare tutte le leve con il governo nazionale per consolidare il principio che la Sanità della Calabria merita un’attenzione straordinaria in ragione delle peculiarità della Calabria e dei ritardi con cui il governo attraverso i commissariamenti ha costretto i calabresi”.

La novità dell’ultima settimana è l’arrivo del professore Giuseppe Profiti a capo provvisorio dell’Azienda Zero, nominato commissario direttamente da Occhiuto. Come cambierà la governance della sanità? “Il professor Profiti si occuperà del governo dell’Azienda Zero che concentrerà la capacità amministrativa di tutto il sistema sanitario.

Per intenderci indirà i concorsi per tutte le Aziende sanitarie, farà gli acquisti insieme alla Stazione unica appaltante, si occuperà direttamente del sistema dell’emergenza urgenza perché anche quello va razionalizzato, con un unico ente che lo governa. Ho molto fiducia per quel che può fare il professor Profiti, ho sperimentato che ha rapporti di primissima qualità e all’interno della Ragioneria generale dello Stato dove pure ha lavorato e all’interno del ministero della Salute.

È quindi un punto di riferimento importante per la squadra che stiamo costruendo e per poter dimostrare che anche la sanità calabrese può essere governata”.

Intanto va avanti l’intesa con la Guardia di Finanza per il controllo dei bilanci delle aziende sanitarie. “Sottoscritto il protocollo, avremo 45 persone della GdF che collaboreranno con il gruppo di lavoro che abbiamo già costituito per accertare il debito entro fine anno. Da un lato dobbiamo intervenire sui conti della sanità, dall’altro però dobbiamo intervenire sui livelli essenziali di assistenza. Mi rendo conto che i calabresi vorrebbero che io avessi la bacchetta magica e in sei mesi trasformassi gli ospedali in eccellenze sanitarie nazionali.

Non è facile dopo tanto tempo, ma ci stiamo lavorando per restituire il diritto alla cura ai calabresi, perché, è vero, la politica regionale e nazionale questo diritto alla cura l’hanno negato”.
Al decimo piano c’è anche spazio per gli altri argomenti toccati con Franco in mattinata. “Il ministro ha detto che vuol venire in Calabria nel mese di luglio intorno alla metà del mese, lo porterò direttamente a Gioia Tauro, avendo con lui convenuto che Gioia Tauro rappresenta un’infrastruttura strategica non solo per la Calabria ma per tutto il Paese perché può fare della Calabria l’hub dell’Europa sul Mediterraneo. Starà due giorni, sarà accompagnato dal Ragioniere generale dello Stato e dal capo di Gabinetto e farà anche una visita all’Università della Calabria nella quale ha avuto dei trascorsi accademici. Ho parlato con Franco, tra le altre cose, di rigassificatore e di strada statale ionica.

Credo che della 106 non si sia mai parlato come negli ultimi mesi e per la verità non solo per merito del governo regionale. Sulla 106 c’è stato il contributo di tutte le forze rappresentate in Consiglio regionale e la 106 rappresenta il primo punto che il governo regionale ha inteso focalizzare insieme ai sindacati nazionali, insieme a Bombardieri Landini e Sbarra, per portare attenzione verso la Calabria. Un risultato c’è perché nell’allegato alle Infrastrutture si dice che occorrono almeno 3 miliardi per concludere il tratto fino a Catanzaro. Con l’assessore Dolce stiamo spingendo su Anas perché ci dia il valore delle opere che vanno compiute per concludere la 106 fino a Reggio Calabria. Il mio obiettivo, ne ho parlato anche stamattina con Franco, è quello di avere in legge di bilancio una norma che stanzi i 3 miliardi da subito ma che trovi anche il finanziamento pluriennale per realizzare questa opera strategica, finalmente se ne accorge anche il governo nazionale nell’allegato Infrastrutture, fino a Reggio Calabria per terminarla nei prossimi anni.

Non è un’opera che potrò inaugurare da presidente della Regione, però il compito del presidente non è solo quello di occuparsi delle emergenze ma anche del futuro e delle prospettive della Calabria”.

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