La sanità calabrese dal punto di vista dei Servizi per le tossicodipendenze

Il congresso regionale della STID arricchito dagli interventi a tutto campo di

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    “Ci troviamo difronte a una diffusione drammatica delle dipendenze, sia da sostanze sia da comportamenti. Di fronte a questo espandersi si può reagire in due modi, uno regressivo, spostando il dibattito e le strategie di intervento sulle antiche divisioni di chi è a favore della legalizzazione e chi contro, oppure imboccando la strada già intrapresa in Italia, rafforzando i servizi”.

     

     

    Per comprendere l’attualità del tema, sono utili le parole di Giuseppe Lumia, ospite d’onore tra i molti che hanno partecipato al Congresso della sezione calabrese della STTD, Società italiana delle tossicodipendenze, tenuto oggi nell’aula magna dell’Università Magna Grecia di Catanzaro. Lumia, già presidente della Commissione parlamentare antimafia, del Movimento del volontariato italiano e vicepresidente della Federazione universitaria cattolica, è intervenuto in qualità di massimo propugnatore del rilancio dei Ser.T. (Servizi per le Tossicodipendenze) “attraverso le prospettive di riforma della legge 309/90”, come da titolo della sua relazione.

    Generico maggio 2023

     

     

    “La rete territoriale dei servizi – secondo Lumia, omaggiato dal rettore Giovambattista De Sarro quale politico che più capisce di tossicodipendenza – grazie alla legge 45 del ‘99 ha compiuto un salto di qualità senza precedenti nella storia italiana ed europea ed è diventato un criterio innovativo e di eccellenza. Oggi, a distanza di 22 anni, dobbiamo riprendere quella legge e rafforzarla alla luce delle nuove sfide che le dipendenze richiedono. E per farlo dobbiamo riprendere e rafforzare i Sert, i servizi pubblici che si occupano della materia, e dobbiamo creare l’integrazione con le comunità terapeutiche e i sevizi di prossimità, salto di qualità che si può fare solo attraverso l’integrazione tra sanità e sociale, tra i diversi profili professionali nella sanità, con il territorio e le famiglie. La parola chiave è l’integrazione che ha bisogno di risorse, di professionalità, di competenze”.

     

    La parola chiave è l’integrazione che ha bisogno di risorse, di professionalità, di competenze.

     

     

    Molto del lavoro organizzativo è stato portato a compimento da Franco Montesano, alla guida prima del pensionamento del dipartimento di salute mentale e dipendenze, oggi consigliere nazionale della SITD. “Il congresso regionale si riferirà in particolare alle dipendenze patologiche legate al consumo di alcool e di sostanze, anche quelle comportamentali, gioco d’azzardo, device tecnologici. Però nella prima parte abbiamo approfondito il problema molto importante della malasanità, ovvero della sanità pubblica che non va molto bene e anzi va sempre peggio. Con una riflessione schietta, obiettiva, chiara, al di là di ipocrisie fuorvianti che non hanno motivo di essere se vogliamo capire le cause.

     

     

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    Con quest’ottica l’ex commissario all’Asp di Reggio Calabria, il medico e scrittore Santo Gioffrè ha parlato delle infiltrazioni di tipo finanche criminale che purtroppo sono un fatto acclarato nelle aziende sanitarie della nostra regione. Poi Massimo Scura, uno dei più qualificati commissari alla sanità ci ha detto della sua esperienza e delle criticità che caratterizzano il sistema sanitario calabrese, e ha posto l’accento sulle possibilità di rimedio e sulle situazioni che possono essere in qualche modo riparate. La seconda parte del congresso è stata invece dedicata agli argomenti di stretta competenza medica e assistenziale, di terapia farmacologica delle dipendenze, di riabilitazione, di recupero, di prevenzione”.

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    Giovambattista De Sarro, che della STID regionale è presidente, affronta l’impegnativa giornata con fare disinvolto: “Abbiamo parlato di tutto ciò che gira intorno alle tossicodipendenze, così come di quali possono essere le potenzialità dell’integrazione aziendale in corso. Abbiamo a disposizione una Ferrari, dobbiamo saperla guidare. Abbiamo tra l’altro il piacere di avere qui per la prima volta il sindaco di Catanzaro, nel senso che è la prima volta che un sindaco di Catanzaro è presente a una nostra iniziativa scientifica. Sono poi molto contento della partecipazione di Scura e Gioffrè, che hanno affrontato con diversi spunti critici la situazione sanitaria calabrese. Non ci aspettavamo che accettassero, in verità, ma ne siamo ovviamente contenti. Ieri sera abbiamo cenato insieme, insieme abbiamo visto la partita di calcio, in una maniera veramente amichevole e conviviale e abbiamo parlato di diverse cose”.

     

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    Delle diverse cose hanno variamente parlato ai congressisti sia Gioffrè che Scura, in due interventi corposi di cui daremo ampi ragguagli a parte.

     

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    Per Nicola Fiorita la partecipazione al congresso è stata l’occasione per ribadire come l’impegno dell’Amministrazione sia rivolto alla sanità quale punto di forza per il rilancio della città capoluogo che “vive un passaggio non facile della sua storia, per la perdita di centralità, di funzioni, di abitanti. Gli ultimi mesi della nostra amministrazione sono coincisi con alcuni passaggi cruciali non ultimo la nascita della nuova Azienda unica. Intendo seguire questo processo con la massima attenzione rivendicando il ruolo della centralità della città in un evento di rilevanza regionale”.

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    Abbiamo delle criticità importanti, i servizi sono in sofferenza e questa volta veramente per mancanza di personale e di risorse, non vuole essere una scusante, perché spesso si parla di questo per giustificare la malasanità

     

    Anche sul tema specifico delle tossicodipendenze “vogliamo giocare questa partita – ha detto il sindaco Fiorita – insieme a molte persone che oggi sono qui. Il mio non è solo un saluto ma l’inizio di un percorso che vuole portarci a elaborare delle iniziative su questo versante”.
    Ampia infatti la partecipazione di istituzioni, associazioni e di soggetti impegnati in prima persona nella rete di prevenzione, cura e assistenza delle tossicodipendenze. Qual è la risposta della sanità pubblica al problema delle dipendenze in Calabria? “Al momento – risponde Franco Montesano – abbiamo delle criticità importanti, i servizi sono in sofferenza e questa volta veramente per mancanza di personale e di risorse, non vuole essere una scusante, perché spesso si parla di questo per giustificare la malasanità. Nella nostra realtà è davvero così, si rischia di perdere delle competenze e delle eccellenze che nel frattempo avevamo accumulato nella nostra regione. È un dato di fatto: molti servizi stanno chiudendo, stanno lavorando in maniera parziale, disperdendo una competenza di cui eravamo molto orgogliosi”. Anche nel campo dei servizi per le tossicodipendenze può dare risposte il tema del congresso, di cui ha relazionato lo stesso Montesano: “Meritocrazia, appropriatezza e ottimizzazione delle risorse nella gestione della sanità pubblica: un’utopia?”.

     

     

    La meritocrazia, l’appropriatezza e l’ottimizzazione delle risorse sono i parametri più importanti di gestione della sanità e delle aziende sanitarie

     

    “La meritocrazia, l’appropriatezza e l’ottimizzazione delle risorse sono i parametri più importanti di gestione della sanità e delle aziende sanitarie. Se questi parametri vengono a mancare è chiaro che nasce la mala gestione al di là di tante motivazioni che sono fuorvianti. Se non si chiariscono queste cose non si troveranno le soluzioni adeguate”, dice quasi sconsolato Montesano che intravede un tentativo non innocente di preminenza del privato in sanità a scapito del servizio pubblico, tendenza alla quale non sono estranee le tre pecche antitetiche che prevalgono nelle aziende sanitarie: l’anti meritocrazia, l’inappropriatezza e l’anti ottimizzazione delle risorse. L’aziendalizzazione della sanità pubblica era partita con buoni propositi, sintetizza Montesano Ma tutto si è arenato nella mala gestione sulla quale una politica distratta o compartecipe non interviene. Tanto che oggi siamo in una gestione antiaziendale. “Chi ha lavorato sempre per il pubblico – termina Franco Montesano – spera che le cose cambino. Basterebbe avviare un processo di aziendalizzazione completa e reale, con autonomia vera rispetto alla politica, con management pubblico libero da condizionamenti, assunto con concorsi meritocratici. La speranza è che si passi a una fase concreta, che l’utopia divenga realtà”.

     

     

     

    Le conclusioni della prima parte sono state tirate da Benedetto Caroleo dirigente dell’UO Malattie infettive del presidio Mater Domini dell’Azienda OU Renato Dulbecco.

     

     

     

     

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