‘Crescere con la Scuola per diventare cittadini del mondo’
Il messaggio augurale per la Pasqua del direttore generale dell'Usr, Francesco Mercurio
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Riceviamo e pubblichiamo il messaggio augurale per la Pasqua da parte del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Francesco Mercurio.
“Carissimi,
questi primi giorni di primavera insieme all’aria nuova ci portano una Pasqua speciale, o meglio, direi unica. E’ la prima Pasqua che, dopo la rinuncia al Pontificato da parte di Benedetto XVI, riceviamo la benedizione dal Papa “venuto dall’altra parte del mondo”, che ha scelto di chiamarsi Francesco. La Pasqua racchiude nella sua dimensione teologica e civile il concetto del “passare oltre (pascha in greco e latino)”, ovvero l’idea primaria della cultura occidentale, quella di una società/comunità di persone che operano per la costruzione del “bene comune”.
Lo stesso significato etimologico di “passaggio” rievoca a ciascuna persona, sia essa laica che credente, l’assunzione d’impegno a migliorare se stessa e la società con l’operatività delle proprie competenze e delle proprie azioni al servizio dell’uomo, indipendentemente dalle sue idee, dalle sue appartenenze, dalla sua storia e dalle sue condizioni sociali, culturali e soggettive. In questo principio etico/valoriale e civile di “cambiamento” e di “progresso” della persona umana si inserisce la funzione educativa e formativa della scuola che è chiamata a “fare passare” ogni individuo affidatole dall’eteronomia all’autonomia.
Queste considerazioni vogliono rappresentare un auspicio ed una speranza che la scuola e la società calabresi possano progredire nella cultura, nella concordia, nel progresso umano e socio/economico, nel rispetto/dialogo delle diversità, necessari ed utili per potere affrontare, in questo nuovo millennio, le sfide della conoscenza e delle tecnologie che richiedono, soprattutto alle nuove generazioni, oggi inserite nel sistema educativo formale/scuola, capacità intellettive ed organizzativo/relazionali complesse e perspicaci e di ampia interazione tra i saperi emergenti. Il tempo in cui viviamo, così faticoso, incerto, disorientato, ha bisogno soprattutto di speranza, quasi un’educazione alla speranza. Il presente che stiamo vivendo, così pieno di incertezze, di tribolazioni, può essere vissuto con saggia e cosciente consapevolezza critica e progettualità riformatrice della realtà multiforme del mondo globale e complesso, solo se ha la prospettiva di un futuro, tale da meritare la fatica di incamminarsi verso di esso.
In verità, gli avvenimenti dei nostri giorni, suscitano vivo interesse tra milioni di giovani, provocano discussioni e muovono ad un’attenta riflessione, portandoci a scrutare sempre più da vicino la realtà e ad interpretare la voce delle nuove generazioni e le loro richieste amplificate dagli strumenti tecnologici e dalle dinamiche dei social media. Di fronte ai repentini e importanti cambiamenti dei nostri giorni, cosa fa la Scuola? La comunità educativa, come luogo di crescita e di cambiamento, con i suoi valori sostiene la creatività, l’energia e l’idealismo dei giovani, è capace di generare, di rinnovarsi, ed è in grado, magistralmente, di gettare nuova semente per un futuro sociale più chiaro e sereno. Con l’impegno costante e sinergico di tutti i suoi operatori, attraverso il patrimonio di valori forti e radicati, la Scuola, si candida, sempre di più, a sostenere ed orientare le generazioni successive per farle diventare cittadini del mondo.
Con questa consapevolezza, rivolgo a tutto il personale della Scuola, agli studenti e alle loro famiglie ed ai soggetti istituzionali coinvolti nei processi formativi delle nuove generazioni l’augurio di una Pasqua serena e produttiva di cambiamenti positivi ed utili per ciascuno e per l’intera comunità in cui viviamo, ribadendo l’impegno mio e di tutto l’Ufficio Scolastico Regionale a continuare a formare le giovani generazioni perché possano essere autonome nelle loro scelte, competenti nella vita sociale e civile, capaci di interpretare il nostro Tempo e di dare il loro contributo di idee e d’impegno nella comunità in cui operano e vivono”.