Scuola: ‘trovare soluzione alternativa ad accorpamento Ic Cropani’

Lettera aperta al presidente della Provincia Abramo del comitato genitori 


Lettera aperta dell’ Associazione Comitato Genitori Cropani e in particolare del presidente Pompeo Lupia che prende posizione contro l’ipotesi di accorpamento dell’Ic Cropani prevista dalla proposta di dimensionamento scolastico presentata nei giorni scorsi dal presidente della Provincia Sergio Abramo.

“Scriviamo– si legge nella missiva interessata in primis allo stesso Abramo ma anche al dirigente scolastico reggente, al dg dell’Usr Calvosa e al Comune di Cropani- perché vorremmo sottoporre una situazione per noi Genitori dell’Istituto Comprensivo di Cropani particolarmente sconfortante. Come Lei certamente saprà il nostro Istituto è stato dichiarato sottodimensionato perché non raggiunge la popolazione scolastica prevista dalla normativa di 600 unità iscritte. Chiaramente la legge è questa, a noi spetta prenderne atto, ma a nostro modesto avviso questa legge mortifica il lavoro onesto, continuato e soprattutto professionale svolto da tutto il personale in questi anni. Da genitori che, da sempre, lottano per dare dignità sociale alla scuola, che credono, nel tessuto connettivo sociale di Cropani è triste sentire che sarà sempre più emarginata e considerata senza quasi possibilità di riscatto. I plessi del nostro Istituto sono ubicati in un contesto disagiato, il territorio è carente di strutture sportive e luoghi di promozione sociale e culturale, dove molte famiglie lottano letteralmente e quotidianamente per la sopravvivenza, perché prive di una stabilità lavorativa, dove la Scuola rappresenta l’unica istituzione vicina alle famiglie e l’unica possibilità di riscatto per i propri figli. La nostra Scuola è considerata scuola a rischio proprio per questo, perché offre la possibilità attraverso l’attività didattica e i progetti extracurriculari promossi agli alunni, di ricevere un’offerta formativa diversificata e a volte l’unica possibilità di sperimentare attività sportive o artistiche (teatro, cinema, danza, lettura), considerato che le famiglie non potranno mai permetterselo neghereste la possibilità di toglierli dalla strada, luogo in cui altrimenti crescerebbero. Noi abbiamo molto rispetto per le Istituzioni e per i ruoli e siamo sicuri che la norma che ci vuole accorpare, nasce dal bisogno di dare una risposta precisa ad una problematica precisa, ma ci sentiamo di dire oggi che non salvaguardia il diritto allo studio e alla continuità educativa di tutti, perché in alcune realtà è impossibile mantenere questo standard numerico. Le facciamo soltanto un esempio che da solo basta a capire che la sconfitta (sottodimensionamento) non ha nulla a che vedere con un lavoro non qualificante del corpo docenti o una direzione poco lungimirante del Dirigente Scolastico. In questo anno scolastico 2019/2020 e quello precedente la segreteria ha concesso molti nulla osta a famiglie che si sono spostate per lavoro per non parlare dei trasferimenti all’estero che non necessitano di nulla osta ufficiale.

La perdita è naturale, fisiologica e risponde al disagio sociale di una popolazione messa in ginocchio dalla mancanza di un’economia attiva; chiaramente questo disagio è numericamente evidente nei paesi più disagiati, ecco perché le altre scuole, pur avendo subito delle perdite, comunque ne sono state intaccate relativamente. Negli ultimi due anni si sono perse n. 2 sezioni di scuola infanzia per mancanza di locali. Locali che sono in costruzione che garantiscono il rientro degli alunni. Il numero degli alunni attualmente iscritti e frequentanti è 555, accorpare, significherebbe mortificare ancora di più queste famiglie per tante ragioni: innanzitutto perché per chi vive uno svantaggio culturale e sociale la stabilità educativa diventa l’unica certezza e il rapporto con le insegnanti e con un dirigente che ha già dimostrato sensibilità e vicinanza diventa un punto di forza a cui non si è disposti a rinunciare, secondo si immagini un genitore che ha un bambino alla scuola dell’ infanzia, uno alla primaria e uno alla scuola secondaria di primo grado, dovrebbe interfacciarsi con tre orientamenti educativi diversi , gestiti con modalità differenti e in più con assetti organizzativi totalmente diversi che mortificherebbero ancor di più l’equilibrio familiare (inizio anno scolastico diversi, organizzazione del Monte ore settimanale diverso, o peggio uguale che non dia la possibilità di lasciare e prendere i propri figli nel rispetto delle proprie esigenze). Lei ci insegna che il PTOF è il riferimento dal punto di vista educativo e formativo di un Istituto e nasce dall’osservazione, dall’analisi e dall’individuazione dei bisogni sociali ed educativi dell’utenza a cui si rivolge l’azione della Scuola e chi appartiene allo stesso paese ha gli stessi bisogni, come potrebbe un’istituzione scolastica Montana elaborare un PTOF che desse equa giustizia ai bisogni educativi di realtà sociali così diverse? Per forza di cose si penalizzerebbero alcuni.

Noi crediamo nel fatto che la nostra utenza abbia il diritto di avere un’istituzione scolastica con una sua forte identità, con una chiarezza di traguardi educativi e con una sua autonomia che le permette di compiere delle scelte formative e di attuare strategie che vadano a rispondere puntualmente ai bisogni della sua utenza, senza sconti e senza compromessi; esattamente come è stato fatto in quest’anno scolastico in cui l’offerta formativa è stata talmente intensa e diversificata da far registrare encomi, riconoscimenti ufficiali agli alunni, da parte non solo della comunità scolastica, ma soprattutto di altre istituzioni. Abbiamo cercato di ridare dignità a questa fetta della popolazione Cropanese, perché noi e la nostra Dirigente (reggente) Rosetta Falbo, crediamo nel valore sociale che la Scuola ha e deve avere. Il corpo Docente e ATA svolge il lavoro con passione e dedizione, ragione per la quale abbiamo chiesto la Vostra attenzione e sottratto parte del Vostro tempo. Crediamo nel dialogo con chi ci rappresenta e cerca giornalmente come lei di rispondere alle reali necessità della scuola e la ringraziamo per la sua cortese attenzione, fiduciosi del fatto che la nostra riflessione possa aprire un dibattito fecondo circa la necessità di non far dipendere l’autonomia di una scuola da un (piccolo) rapporto numerico, ma da un’azione qualificante e formativa”.