Aumenta l’offerta formativa dell’Umg Catanzaro. E anche la pianta organica con 26 nuovi assunti

De Sarro: “Quest’anno nessuna borsa per gli specializzandi assegnata dalla Regione Calabria”

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Giovanbattista De Sarro è quasi giunto a scadenza di mandato – la successione è prevista per il 2023 – e per forza di cose inizia a guardare alle vicende della “sua” Umg con l’occhio attento più ai bilanci che alle prospettive. Non che queste non gli interessino, e come potrebbe, dopo l’intemerata del sindaco di Catanzaro che adombra crisi e declino per l’Ateneo di città. Solo che a tracciare programmi chiunque si può sbizzarrire con la fantasia, mentre a incolonnare numeri si deve possedere più sostanza che estro. E i numeri, dal suo punto di vista, non sono niente male. “Abbiamo ottenuto 815 posti disponibili nei diversi corsi di laurea, oltre ai più 82 per studenti stranieri. Nessun ateneo in questa regione in un anno, così difficile per altro, è riuscito a fare altrettanto. L’offerta formativa si arricchisce di nuovi corsi di laurea in più, Scienze investigative a giurisprudenza, infermieristica in partenariato con la Mediterranea di Reggio Calabria, Medicina e Tecnologie digitali Interateneo con l’Unical di Cosenza con 75 nuovi posti di cui la metà sono nostri, l’aumento dei posti a medicina, l’aumento dei posti a farmacia, l’aumento dei posti a Scienze motorie, il Tfa, il corso di perfezionamento in Scienze della formazione, è passato da 220 a 420 posti.

Generico agosto 2021

Siamo riusciti a portare a casa un maggior numero di studenti, naturalmente ciò vuol dire avere anche un certo numero di professori in più altrimenti non potremmo aprire i corsi, così come dobbiamo metterci in regola con il personale tecnico amministrativo, dove siamo sottodimensionati”.Su quest’ultimo punto oggi è stato proprio il giorno propizio, tanto è vero che De Sarro, insieme al professore Rocco Reina che l’ha accompagnato, ha pensato bene di combinare, nell’incontro con i giornalisti, l’illustrazione dell’offerta formativa 2021/2022 con la stabilizzazione del personale tecnico amministrativo. “Dopo la prima stabilizzazione di 61 unità per le quali ci è venuto incontro il ministero, in un periodo di crisi come il presente, arriviamo, dopo un percorso in cui si è prodigato tutta la struttura amministrativa con il dottor Sicilia, a stabilizzare 26 persone, tecnici informatici e tecnici amministrativi che hanno qui lavorato con diverse forme contrattuali tre, quattro, cinque, e anche più anni, e che hanno acquisito competenze che è peccato perdere. I numeri sono peraltro destinati a crescere, raddoppieranno e diventeranno 52, per effetto della seconda normativa legata alla legge Madia che ci obbliga ad assumere un altrettanto numero di persone attraverso un concorso aperto all’esterno. Il percorso deve essere concluso al più presto, e quindi avvieremo le procedure appena l’avviso sarà in Gazzetta ufficiale. Certo, aspetto l’Ffo (il fondo di finanziamento ordinario è un finanziamento statale che costituisce una delle principali fonti di entrata per le università italiane, ndr), che negli ultimi tre anni è stato altamente positivo, e credo che il Senato accademico mi darà l’ok e il cda pure”.Appena chiusi i microfoni delle interviste, inizia, per i 26 nuovi dipendenti dell’Università a tempo indeterminato, la cerimonia della firma del contratto di assunzione. C’è una netta prevalenza di donne, e di questo sembrano essere tutti contenti, anche se nessuno lo dice.

Tra di loro Roberta Sgrò che, addirittura, collabora con l’Umg, con divere posizioni contrattuali, da ben nove anni. Oggi, quando è giunto il momento della agognata stabilizzazione dice: “Gestiamo i corsi di specializzatone, i corsi di dottorato, le attività seminariali, sperando che possano riprendere in presenza da settembre. Continuerò a svolgere questa attività sempre più motivata a partire da oggi, mi faccio un grande augurio per tutte le cose che dovremo ancora organizzare con i nostri coordinatori de corsi di dottorato, il professore Cuda, il professore Torella e il professore Alcaro. In particolare in questa giornata tengo tantissimo a ricordare il mio mentore, professore Giovanni Morrone. Oggi dopo tanti anni di precariato, di studio e di sacrificio ce l’abbiamo fatta. Un ‘in bocca al lupo’ a tutti i miei bravissimi colleghi, ringrazio tantissimo il rettore De Sarro e tutta l’amministrazione che ci ha sostenuto”.

Il Magnifico, da parte sua, un po’ scherza e un po’ ammonisce, quando ricorda a tutti(e) i nuovi assunti che da questo momento non avranno più nulla a che fare con lui ma avranno un loro direttore e un loro coordinatore a cui rispondere. Altri saranno i pensieri che occuperanno le sue giornate. Chissà, forse al di là delle parole di circostanza, avrà modo di riflettere su quanto profferito dal sindaco della città, Sergio Abramo, seriamente preoccupato sula tenuta “politica” dell’Umg dopo le voci di appetiti medico chirurgici provenienti dalla vicina Cosenza. “Quello non dipende da noi – risponde tranquillo l’illustre farmacologo – perché penso che questo Ateneo ha fatto ormai cinquanta anni di storia della medicina, e creare quello che è stato creato a Catanzaro è molto difficile da attuare per chiunque, al temo d’oggi. Noi siamo un Ateneo medio, vi sfido a cercare le indagini svolte su tutte le università italiane, dove è vero che siamo classificati penultimi. Però è un penultimo posto a cui non credo, perché ottenuto secondo parametri, come l’occupabilità e l’internalizzazione, che in questo territorio è difficile da portare a casa, dove le famiglie che devono aiutare i ragazzi non sono famiglie facoltose. L’Ateneo ha fatto veramente tutto quello che poteva, ha utilizzato tutti i fondi disponibili perché più di quello non può.

Sfido a trovare un Ateneo con anzianità di 25 anni come il nostro che abbia 32 scuole di specializzazione come noi, due in più, con 61 posti in più in un anno. A me sembra un risultato di tutto riguardo. Piuttosto, da rimarcare che queste borse di specializzandi, sono tutte a carico dell’Umg, per nessuna è intervenuta la Regione Calabria, che avrebbe potuto in questo senso contribuire ad aiutare la sanità calabrese dando qualche borsa di studio in più. Anche perché se viene assegnata a un calabrese, il calabrese tende a rimanere sul territorio. Il borsista che viene da altre regioni, tornerà da dove è venuto. Quest’anno la Regione Calabria non ha contribuito in nessun modo”.

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