Fabbricato Siano, Fiorita: “E il Siciliani? Dove capita? Non si amministra così”

Il leader di Cambiavento: quel che servirebbe, quel che manca, è una parolina sconosciuta a questa classe dirigente: programmazione

“Non ce la possono fare. Dispiace, ma proprio non ce la possono fare ad amministrare Catanzaro come un capoluogo di Regione”. Lo scrive in una nota stampa il leader del Movimento Cambiavento ed ex consigliere comunale di Catanzaro “Anche quando provano a realizzare qualcosa di buono, la verità è che non ce la possono fare. Anche quando sembra che il Sindaco voglia provare a compiere un salto di qualità e a diventare, come dovrebbe essere, il rappresentante di tutta la città, poi inevitabilmente tornano giù, risucchiati in quella sciatteria e in quella mediocrità che li culla da sempre.

L’improvviso cambio di destinazione d’uso dell’immobile che avrebbe dovuto ospitare la nuova sede del Liceo Scientifico Siciliani e che ora invece sarà adibito a comando regionale della guardia di Finanza ci ricorda quello che la città in fondo già sa: non ce la possono fare.

Non è, sia chiaro, una questione di merito. Dove ubicare una scuola o dove ubicare una caserma è scelta in fondo opinabile, non buona e giusta in sé ma buona e giusta se inserita in un disegno complessivo e razionale della città. Si può ben convenire – questa peraltro è la mia idea – che sarebbe meglio mantenere le scuole nel centro della città e dislocare le caserme fuori dal centro, ma questa idea ha pregio e forza solo se sostenuta dalle decisioni consequenziali: dove e perché sistemare questa o quella caserma, come utilizzare queste destinazioni per favorire la mobilità o il recupero di una periferia, come incrociarle con la metro che verrà, come rispondere alle esigenze delle comunità scolastiche che necessitano di edifici funzionali, sicuri, moderni.

Nel reveirement del Sindaco Abramo tutto questo manca. Sono passati 8 anni da quando la Presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, presentava alla stampa il progetto del nuovo Siciliani con grande enfasi, attribuendo a quel nuovo edificio il compito di divenire esempio e modello delle scuole del futuro, peraltro in larga parte previste a ridosso del nuovo insediamento, di modo da costruire una specie di campus scolastico. Ora quell’edificio, già in parte costruito, diventa magicamente la sede regionale della Guardia di Finanza, altrettanto magicamente spostata dal deserto di Giuliveto alle porte del centro storico, quando appena pochi mesi fa – nelle ultime discussioni sul Psc a cui ho partecipato – il Sindaco assicurava che la Guardia di Finanza sarebbe rimasta a Piazza Roma. Ma davvero tutto è così semplicemente interscambiabile, davvero quel che vale per una scuola vale anche per una caserma, davvero i pezzi della nostra città si possono spostare come una pedina su una scacchiera pensando che tanto Catanzaro si adatterà, che tanto tutto è come viene? Davvero ci meritiamo di essere governati “all’ammuzzo”?

E cosa viene, ora, per il Liceo Scientifico? Evaporata la sede moderna e attrezzata, i docenti e gli studenti di questa gloriosa scuola dovranno continuare per sempre a vivere in locali inidonei e insufficienti?  Il Sindaco in questi 8 anni ha pensato ad una soluzione alternativa che li faccia restare in centro ma in condizioni perlomeno dignitose? O magari si penserà che meglio di una sede unica è una sede doppia – come adesso – , o addirittura tripla, se davvero il Sindaco insisterà con la balzana idea di ripristinare la sede di Piazza Le Pera.

La questione, come è evidente, non è tanto il cambio di destinazione d’uso di un immobile e nemmeno il conto da ragioniere degli affitti non risparmiati o dei lavori da finanziare, la questione è in quali forme si decide il destino di un migliaio di persone e, ancor più, in quali forme si decide il futuro di una città.

Quel che servirebbe, quel che manca, è una parolina sconosciuta a questa classe dirigente: programmazione. Certo la programmazione costa fatica, significa consultare le parti interessate, confrontarsi con i portatori di interessi, scegliere i progettisti migliori per un grande piano strategico, incastrare ogni pezzo dentro una visione complessiva, guardare oltre l’immediato. La programmazione non è semplice. Una volta si sarebbe potuto dire che la programmazione non è un pranzo di gala, oggi più semplicemente possiamo affermare che la programmazione non è un brindisi alla Maddalena”.