Aula bunker, Gratteri: ‘Al vaglio l’ipotesi di realizzare quella definitiva nell’area del Tribunale per i minori’

Il capo della Dda ascoltato in Commissione antimafia. Domani riunione per valutare l'utilizzo del PalaGreco. L'alternativa è l'installazione da parte della Protezione civile di una tensostruttura temporanea nel cortile del carcere

Più informazioni su

Catanzaro potrebbe avere una nuova e grande aula bunker, da realizzare in acciaio in un’area inutilizzata del complesso del Tribunale per i Minori, inizialmente destinata a campo di calcio, adiacente ad una struttura di proprietà del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria dotata di cablaggio stanze inutilizzate e diversi servizi. A renderlo noto è stato il capo della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri, nell’audizione in corso in Commissione antimafia. Questa struttura potrebbe essere realizzata in 12 mesi, e potrebbe consentire di dotare di un’aula bunker definitiva l’intero distretto giudiziario di Catanzaro. Per la celebrazione dell’udienza preliminare di “Rinascita-Scott”, il cui inizio è previsto a luglio, una soluzione immediatamente percorribile potrebbe essere l’installazione, con l’intervento della Protezione civile, di una grande tensostruttura nel cortile del carcere di Catanzaro: ipotesi già al vaglio con le strutture del ministero.

aula bunker

“Non è possibile che in Calabria non ci sia un’aula bunker o un tribunale che possa ospitare il processo a seguito della maxi inchiesta sulla ‘ndrangheta denominata “Rinascita Scott”, si tratta di 475 imputati e oltre 400 avvocati. Nelle ultime ore si sta cercando una soluzione, ma è da più di un anno che la stiamo chiedendo. Il processo potrebbe forse svolgersi a Palermo, Napoli o Roma: in tal caso sceglieremmo Roma, ma sarebbe una grande sconfitta per lo Stato. Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica che un processo di mafia non si celebra nel territorio del commesso reato. Due giorni fa ho incontrato il ministro Bonafede per un’ora – ha detto Gratteri – e gli ho detto che i suoi collaboratori non ci hanno aiutato. Nelle ultime 48 al ministero è successo il finimondo e la protezione civile si è resa disponibile a montarla nel carcere di Catanzaro Siano per consentirci di fare udienza preliminare. Quello che era impossibile l’8 gennaio 2020, ora è possibile”

Gratteri ha ricordato che l’8 gennaio 2020 aveva proposto, “visto che si era concluso il processo Emilia, di chiedere in prestito a Bonaccini la tensostruttura che si trova nel tribunale di Reggio Emilia, comprato 450mila euro dalla regione”. I sindaci della zona avevano preteso che il processo “Aemilia” si celebrasse a Reggio Emilia. “E’ simbolico, è un fondamentale messaggio se si tratta di mafia. Celebrarli fuori dalla regione è un messaggio devastante per l’opinione pubblica”. Ma non fu possibile. La proposta della dottoressa Fabrini “dopo averci detto che non possiamo farlo un bunker, scegliete se farlo a Palermo, o Napoli o Roma”. Gratteri rispose: “Noi chiediamo da più di un anno il bunker, ma se dobbiamo scegliere noi, meglio Roma, ma questa è una grande sconfitta per lo Stato. Sarebbe la prima volta, se non per legittima suspicione, che un processo di mafia non si celebra nel luogo del commesso reato, la prima volta nella storia d’Italia”

Il procuratore Gratteri ha inoltre reso noto di avere valutato altre ipotesi per la realizzazione dell’aula bunker insieme al sindaco Sergio Abramo, che ha messo a disposizione della Procura tutti i palasport della città, e quella più idonea è risultata essere quella del palazzetto “Geppe Greco” di via Paglia.

Su questa ultima ipotesi domani è in programma una importante riunione cui prenderanno parte tra gli altri il presidente della Corte d’Appello Domenico Introcaso, il presidente del Tribunale Rodolfo Palermo, il procuratore generale facente funzioni Beniamino Calabrese, il procuratore Gratteri e il presidente del Consiglio dell’ordine degli Avvocati Antonello Talerico.

“La madre di tutte le riforme è quella del Csm”

“La mamma di tutte le riforme è quella del Csm: creare un sistema tale per cui le correnti o sindacati abbiano meno poteri”. Lo afferma il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri, ascoltato in audizione in Commissione parlamentare Antimafia. “Se è necessario si cambi anche la Costituzione”, ha aggiunto Gratteri, sottolineando che bisognerebbe prevedere “collegi come quelli per il parlamento europeo, per macro-aree: si eliminano i magistrati con arretrati spaventosi, con procedimenti penali e disciplinari e poi si sceglie a sorteggio”.

“Sovraffollamento: costruire 4 penitenziari per risolvere il problema”

“Con quattro carceri da 5mila posti si risolve il problema del sovraffollamento”. Lo ha affermato il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri, ascoltato in audizione in Commissione parlamentare Antimafia. “E’ possibile che non si possano costruire quattro carceri? – ha continuato – Così si finisce di parlare di affollamento, di amnistia, di indulto. Quando saremo un Paese che non vive ogni giorno di emergenza?”. Parlando sempre delle carceri, Gratteri ha anche ricordato che nei mesi passati, prima che ci fosse il problema della rivolta nelle carceri, si fece una riunione alla “procura nazionale Antimafia e c’erano anche il direttore del Dap e il suo vice per parlare della situazione delle carceri, varie ed eventuali”. Per risolvere il problema dei detenuti e dei cellulari, Gratteri ha proposto: “perché non mettiamo inibitori? Il direttore del Dap mi chiese come avrebbe fatto poi a comunicare la polizia penitenziaria – ha raccontato il procuratore – Io ho risposto che la penitenziaria può comunicare come comunicava anni fa: in ogni corridoio c’è un telefono e chiama”. “Con gli inibitori di telefonini”, ha concluso il procuratore, si risolve la questione.

“Cose assurde su di me ma ho spalle larghe”

“Hanno detto le cose più assurde del mondo su di me, costruite per indebolirmi sul piano del consenso perché la cosa che manda ai pazzi i mafiosi e i massoni deviati è la mia credibilita’ in Calabria”. Lo ha dichiarato il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, in audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia. “Alcune volte abbiamo ascoltato di gente che diceva ‘dobbiamo ammazzare Gratteri’, ‘Gratteri non deve andare più avanti’, ‘Gratteri è un morto che cammina’ e altro. Ci sono anche disegni di delegittimazione nei miei confronti, per indebolirmi mediaticamente o fare dossieraggio su di me, alcuni media provano a farlo. Ci sono centri di potere, ma ho le spalle larghe e i nervi d’acciaio perché sono abituato a tenere botta e non farò mai falli di reazione. Il mio obiettivo è fare bene il mio lavoro e ho l’onore di dirigere una procura con magistrati superiori alla media e grandi investigatori”.

“Si abusa di scorte e a me negate auto Dap”

“Purtroppo in Italia si abusa di scorte e tutele ma io so quanto costano. Io, infatti, cerco di tornare a casa presto, mangio in stanza d’albero e non vado in ristoranti. Se uno ha paura di essere ammazzato la domenica non va allo stadio e lunedì fa interrogatori al carcere. La credibilità passa anche dai dettagli”. Così il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, in Commissione parlamentare antimafia parlando della sua sicurezza. “Quando ho chiesto la macchina al ministero della giustizia sapevo che il Dap ne aveva due color bianco panna, ma mi è stato detto di no perché la poteva guidare solo la penitenziaria. Il capo della polizia mi ha mandato due Jeep uguali a quelle di Basentini al Dap, alle 4 ferme nel parcheggio polo del Dap da immatricolare?” ha detto Gratteri aggiungendo che “qualche informatore lo ho pure io?”. Gratteri ha poi rivelato che di recente “ho raccontato questa storia a Bonafede e poco dopo il direttore del dag mi ha chiamato per dirmi che la prossima settimana mi assegnano una delle prime Jeep del Dap che immatricolano. Ne restituisco una al capo della polizia?”.

“Un magistrato non può essere un massone”

“Essere massone non è reato, noi dobbiamo perseguire solo i massoni deviati. Certo un magistrato non può essere massone, non può denunciare, non può far parte di un tempio, non può essere un 33”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, in Commissione parlamentare antimafia rispondendo alle domande di commissari. “La massoneria deviata è un grosso problema” ha concluso.

 

Più informazioni su